Un open space contemporaneo


Alla ricerca della luce e dell’aria in un fluente dialogo con il giardino.

Progetto di Simona Franco interiors designer
Servizio di Antonio Ianello

Eleganza e modernità: questi i termini che definiscono la casa di Simona Franco, interior designer milanese che vive a
Perugia. Qui, nel cuore verde dell’Umbria, si trova l’abitazione pubblicata in queste pagine, la cui ristrutturazione è stata curata direttamente dalla proprietaria, che ne ha fatto una residenza moderna caratterizzata da una razionale divisione degli spazi e da un arredo essenziale ma pieno di colore. L’edificio, circondato da un piacevole giardino, si sviluppa su due livelli nettamente separati nelle funzioni, zona giorno a livello inferiore e zona notte in quello superiore, collegati traloro da quello che è l’elemento caratterizzante del progetto: un grande "pozzo di luce" trasformato in giardino interno. È il vero e proprio cuore dell’abitazione, lo snodo di tutti gli ambienti che su questo si affacciano e che tramite questo sono visivamente organizzati in una fluida successione di spazi. Un ambiente centrale a doppia altezza, luminosissimo grazie a una copertura in policarbonato trasparente, dove hanno trovato posto papiri, cactus e piante succulente sapientemente disposte in fioriere d’acciaio, realizzate su disegno, e in vasi in cotto color cenere dal gusto decisamente moderno. Al piano inferiore gli interventi hanno dato vita ad ambienti razionali e luminosi, aperti sul patio interno e verso l’esterno attraverso grandi vetrate che, facendo scomparire le pareti, ne
annullano i confini, ed essendo perfettamente isolanti d’inverno impediscono le dispersioni di calore e d’estate riducono l’irraggiamento solare.

L’abitazione di una coppia di professionisti
punta sul bianco con decisi tocchi di colore.

Poltroncine fucsia e chaise longue in pelle blu, Poltrona Frau
Lampada a sospensione in acciaio satinato, Artemide.

QUALITÀ DELL’INTERVENTO
Centralità del progetto: i due livelli dell’edificio trasformati in zona giorno e zona notte si sviluppano intorno a un grande pozzo di luce trasformato in un giardino interno.
Innovazione: il giardino interno è un ambiente centrale a doppia altezza, luminosissimo grazie a una copertura in
policarbonato trasparente. Qui è stato allestito un giardino di cactacee. I grandi vasi sono disegnati da Simona Franco
e realizzati in acciaio.
Uso dei materiali: pavimenti in cemento trattati con resine che rendono la superficie compatta e impermeabile; parquet nei bagni e nel patio interno.
Nuove tecnologie: sono state utilizzate grandi vetrate isolanti che d’inverno impediscono le dispersioni di calore e d’estate riducono l’irraggiamento solare.

Tutta la zona giorno è stata trasformata in un grande open space suddiviso in varie aree (il soggiorno, il pranzo e una coloratissima zona lettura) che si prolungano con naturalezza l’una nell’altra.
Moderna ed estremamente funzionale anche la cucina: al candore delle ante laccate sono stati abbinati il rovere sbiancato, l’acciaio del blocco cucina realizzato su disegno, un camino con struttura in muratura e cornice in acciaio lucido spazzolato. Qui, come in tutto il resto della casa, continua il pavimento in cemento trattato con resine che rendono la superficie compatta e impermeabile: una finitura presente anche sulla scala che porta al piano superiore che però s’interrompe nel patio interno e nei bagni dove è stato scelto il parquet.

Il design

La cucina è stata progettata della padrona di casa.
Realizzazione: Arte Design di Milano.

L’impronta della progettista, oltre che nella cura delle finiture e degli accostamenti cromatici, la si ritrova nella scelta degli arredi: alcuni realizzati su disegno (come la struttura libreria in lamiera d’acciaio spazzolato e il tavolo per il pranzo) altri minuziosamente selezionati tra i pezzi dei grandi maestri del design di ieri e di oggi.
Questa villa merita ancora una parola: qui è evidente un legame diretto col modo d’intendere l’architettura dei grandi precursori del Movimento Moderno: i viennesi Hoffmann e Loos (quello che nel 1910 scrisse la famosa frase
"L’ornamento è delitto") e lo scozzese Mackintosh; cioè un modo di disegnare un effetto globale, dal cucchiaio
alla città, con lo stesso livello di creatività e di controllo visivo.

 

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