Un luogo aperto ma protetto

Testimonianze – La Piazza aperta al dialogo

Un luogo aperto ma protetto

Uno degli spazi che più mi appassionano guardando una chiesa è il sagrato. E’ il primo luogo che il viandante vede, ed è da lì che il credente inizia il suo percorso che lo condurrà all’interno del luogo sacro. La storia dell’architettura è ricca di mirabili esempi di sagrato: tutti luoghi che consentono di andare dal luogo pubblico– la città- al luogo sacro – l’aula liturgica. Quindi il sagrato nella città storica ha assolto, quasi sempre, alla funzione di filtro e di mediazione, di porta e di tramite. Gli architetti hanno cercato il confronto con la città, preparando l’ingresso alla chiesa attraverso il sagrato. Hanno altresì cercato il dialogo con la piazza antistante o con la via il cui culmine conduceva alla chiesa; insomma il
sagrato ha rappresentato un elemento di cerniera con la città.Tutto questo fino a quando le città sono state pensate e poi costruite. Ma oggi? Oggi le città vengono poco o male pensate e pesantemente costruite e lo spazio orizzontale perde di consistenza rispetto ai grossi volumi verticali.

Chiesa dei Due Cuori a Liptoské Sliace (Slovacchia),
Architetti Peter C. Abonyi e Jozef Hyravy (da CHIESA OGGI n. 60).

"E’ il primo luogo che il viandante vede, ed è da lì che il credente inizia il suo percorso
che lo condurrà all’interno del luogo sacro. La storia dell’architettura è ricca di mirabili esempi"
Giuseppe Di Vita

E allora quale è la funzione del sagrato in una architettura che è costretta a confrontarsi con costruzioni spesso rozze e brutte? Bisogna cercare il dialogo con queste o bisogna isolarsi da esse? In tale contesto l’idea progettuale del sagrato si trova di fronte ad una scelta: luogo di mediazione ovvero luogo di chiusura con la città nuova pensata male. Questa è la scommessa di un architetto che si confronta con un progetto di una chiesa in un quartiere di nuova costruzione. Certamente la chiesa va inserita nel territorio che lo circonda e va cucita tramite il sagrato.Tuttavia questo filtro va pensato in maniera diversa rispetto alla città storica, dove, e non va dimenticato, non esistevano le automobili. Ci si recava da un luogo vivo forse anche rumoroso, ma mai caotico, come la piazza ad un luogo sacro, dove si esige invece silenzio come la chiesa. Ne discende che il sagrato deve assolvere anche a luogo di "separazione" con la città, nella quale si lascia il caos, il rumore, il frastuono e tramite questo spazio si arriva alla chiesa, luogo di silenzio e contemplazione.

Arch. Giuseppe Di Vita
Caltanissetta

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