Un interno d’autore

Servizio di Walter Pagliero
foto Athos Lecce

Un architetto famoso per i suoi interni “ludici”, dopo aver cambiato negli anni ben cinque abitazioni, sceglie una casetta a schiera di tipo inglese.

A Milano in un isolato di case a schiera degli anni ‘30 Sono nel soggiorno dell’architetto Alberto Salvati, del noto sudio Salvati & Tresoldi, che dagli anni ‘60 ad oggi ha continuato a proporre un modo di abitare aperto, ludico e colorato. E’ la quinta casa che ha ristrutturato per abitarvi e gli chiedo il perché di una scelta così diversa dalle precedenti. La motivazione principale è la presenza di un giardino, piccolo ma collegato con altri giardini: per Milano è una cosa abbastanza preziosa. Fa parte di un unico blocco esteso su un intero isolato, realizzato nel 1930 per i funzionari delle ferrovie, che ha mantenuto nel tempo la sua caratteristica (più anglosassone che mediterranea) di complesso di case “a schiera” con giardino, una volumetria che conserva il suo particolare sapore originario. Vivere in una casa unifamiliare, con lo sfogo di un giardino attorniato da giardini, è uno stile di vita che, dopo un anno di permanenza, è risultato senz’altro migliore di quelli sperimentati prima. Tutto questo in una zona semicentrale di Milano molto facilitata nei collegamenti. Gli spazi interni sono stati modificati? Ho trasformato completamente lo spazio interno perché era molto degradato e fin dall’origine non aveva elementi di qualità. Era un insieme di piccole stanze buie dove mi sarebbe stato difficile vivere.

Anche questo interno è fortemente caratterizzato dallo stile “Salvati & Tresoldi”, dove su una base di sensibilità post-cubista si innesta un linguaggio personale molto ludico.

La casa è su quattro piani: quello più basso è a livello del giardino, che come gli altri qui accanto è a due metri sotto il livello stradale, il piano rialzato è invece più alto della strada di tre gradini e sopra di esso c’è un altro piano e un sottotetto che ho reso abitabile. Al piano rialzato ho realizzato uno spazio aperto in cui è concentrata la zona giorno (cucina, pranzo e salotto), al primo piano ho messo la zona notte con tre camere e due bagni, in mansarda ho ricavato un posto per leggere e rilassarsi, mentre al piano sotto, quello che dà sul giardino, ho collocato il mio studio dove posso anche dedicarmi ai miei hobbyes. Come primo punto ho studiato l’inserimento di un ascensore, che è utilissimo in un’abitazione a più livelli, ma che non era semplice da collocare perchè ogni piano è di soli metri 10×7 e non volevo che interferisse sulla continuità spaziale della zona giorno. Ho risolto il problema mettendo sia la scala che l’ascensore vicino all’ingresso, separandoli dalla cucina con una porta a specchio scorrevole, così come altre due porte a specchio rientranti nella parete la separano dalla zona pranzo. Così la cucina quando si vuole partecipa allo spazio aperto del soggiorno, altrimenti rimane defilata essendo sullo stesso lato della scala e dell’ascensore. Questo living si presenta come uno spazio rettangolare lungo 10 metri che si estende su tutto il piano in modo da avere il doppio affaccio e ricevere luce da entrambi i lati. All’ingresso c’è una bussola che dà sulla scala che scende nello studio, per potervi accedere senza entrare nell’abitazione. Parliamo un attimo degli aspetti formali di questo interno.

L’elemento che unifica tutti i livelli della casa è il pavimento in un marmo di Carrara molto chiaro, che riflettendo la luce delle finestre contribuisce a rendere luminoso l’ambiente. Anche le pareti e i mobili sono bianchi, per creare un effetto di luminosità in grado di smaterializzare lo spazio.

L’elemento che unifica tutti i livelli della casa è il pavimento in piastrelle 15×15 (un formato giusto per questi piccoli spazi) di un marmo di Carrara venato molto chiaro, che riflettendo la luce delle finestre contribuisce a rendere molto luminoso l’ambiente. Anche le pareti e i mobili sono bianchi, per creare un effetto di luminosità in grado di smaterializzare lo spazio e annullare quella sensazione di angustia che una casa larga solo 7 metri poteva dare. Per completare tale effetto mi sono servito largamente di pareti a specchio e di porte scorrevoli riflettenti. Perché si sono mescolati momenti di simmetria con situazioni asimmetriche? La zona pranzo è stata pensata tenendo conto del buffet futurista di Balla (vedi foto a sinistra in alto) che copre la simmetria della struttura con l’asimmetria della decorazione: per contrasto, una situazione simmetrica poteva valorizzarlo meglio. Invece il vicino angolo per la conversazione, reso asimmetrico dal volume sporgente del vano ascensore, avrebbe guadagnato da una situazione meno bloccata. Per rompere la simmetria ho anche usato alcune poltrone e un divano (da me disegnati per Saporiti Italia) molto differenti tra loro perché progettati in momenti diversi. La casa deve essere qualcosa da abitare con gioia, con piacevolezza, e chi sceglie questo tipo di interni si sente soddisfatto e tende a non cambiare più. La prova l’ho avuta dalla seconda generazione, dai figli dei miei primi clienti che adesso mi chiedono interni simili a quelli dei loro genitori, là dove sono nati e cresciuti.

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