Un confortevole loft

da un vecchio capannone industriale

Progetto di: Rosangela Alliori, architetto

Il recupero di vecchie zone industriali nelle grandi città è sempre più frequente garantendo una reintegrazione ll’interno del tessuto urbano di costruzioni, spesso di un certo pregio architettonico, riadattate a laboratorio artigianale o ad abitazione.

In questo caso il piano soppalco, ricavato senza particolari problemi data la notevole altezza del locale sottostante
(4, 60 m), ha permesso di organizzare gli spazi in modo da avere una separazione effettiva tra la zona abitativa, al
piano terra, a quella destinata all’attività lavorativa, sul soppalco. Pur mancando una netta separazione fisica fra i due ambienti, le due destinazioni d’uso rimagono separate anche visivamente per cui, pur essendo l’ingresso
all’unità abitativa comune, è possibile accedere al soppalco senza invadere l’abitazione. La struttura di sostegno del soppalco è realizzata in acciaio, con putrelle che sostengono una soletta in tavelloni con getto superiore in cls. L’accesso al soppalco avviene per mezzo di scaletta a chiocciola in ferro di tipo prefabbricata racchiusa in un volume realizzato in lamiera forata colore alluminio satinato utilizzata anche per parapetti.

La riconversione di spazi industriali è uno dei grandi temi con cui l’attuale civiltà si trova a fare i conti. Il nuovo
compito degli architetti è recuperare fabbriche dismesse, piuttosto che laboratori artigianali,trasformandoli in
confortevoli aree abitative.

Le regole per il soppalco

La creazione di un soppalco necessita sempre di una pratica edilizia firmata da un tecnico abilitato, e deve pertanto rispondere a determinate caratteristiche per poter essere autorizzato. In particolare come da Nuovo Regolamento Edilizio di Milano, è necessario disporre di una altezza netta minima, sia sotto la zona soppalcata sia nella zona soppalco, di m 2,10, la superficie del soppalco deve essere massimo 1/3 della superficie del locale soppalcato; può diventare 1/2 se l’altezza sopra definita è di m 2,20, in particolare se esso non supera la profondità di m 1,80 non viene nemmeno considerato un aumento di superficie lorda. In caso i rapporti aeroilluminanti naturali, che vanno verificati sia per il locale soppalcato che per il soppalco stesso contemporaneamente, non siano soddisfatti, è ammessa l’integrazione con adeguato impianto di condizionamento.

Un loft sui navigli

In questo progetto, realizzato dal giovane architetto Emilio Caravatti, l’atmosfera da loft di matrice americana è sottolineata da complementi d’arredo quali il vecchio quadro con le ballerine comprato a New York al pari del tavolo e delle sedie gialle anni ’50. La "scatola" esistente è un ex deposito industriale sui Navigli a Milano: una scatola
con bucature significative verso la corte interna e sul soffitto con un grande lucernario rettangolare utilizzate originariamente per il carico e lo scarico dei materiali. Giocando sul carattere industriale della zona, si è enfatizzato l’uso di materiali quali il ferro verniciato per la scala, lastre di vetro stratificato acidato per il pavimento della cabina
armadio, legno industriale di betulla finito a cera per gli altri pavimenti. L’intonaco civile è tinto bianco, leggermente azzurrato per creare un contrasto cromatico con il color rosso segnale, selezionato per definire le cabine servizi inserite nella scatola in corrispondenza dei due piani. Semplici oggetti funzionali che evidenziano, insieme ad
altri elementi presenti nel progetto, i percorsi di luce che si intersecano nello spazio secondo forme e numeri precisi. I due piani, che appaiono aperti, sono collegati da una scala pensata con una predominanza di elementi orizzontali per sottolineare il carattere di trasparenza di tutta la struttura.
Maria Luisa Bonivento

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