Un’area riservata a un museo archeologico


Progetto di riqualificazione funzionale del parco

Il progetto riguarda l’area esterna di pertinenza del Museo archeologico regionale Paolo Orsi, che sorge all’interno del parco vegetale di Villa Landolina a Siracusa

Il museo archeologico ha preso il posto di un agrumeto ormai in degrado, senza intaccare il giardino ornamentale di pertinenza della Villa Landolina, storica dimora della fine del XIX seciolo di proprietà della famiglia Landolina Interlandi a Siracusa, che è stato oggi restaurato secondo criteri filologici e di funzione, recuperando con il nuovo impianto, le essenze tipiche del tempo di realizzazione, risanando le alberature secolari ed eliminando l’inserimento di alcune
piante erroneamente inserite, seguendo i criteri della Carta dei giardini di Firenze. La riqualificazione dell’area a verde rimanente, comprensiva dei patii interni, si è ispirata alla piena realizzazione del progetto elaborato nel 1977 dal grande paesaggista Pietro Porcinai. Per vari motivi il progetto non fu eseguito ed oggi se è inteso rivalutarne l’eredità
culturale e progettuale. Il progetto di restauro è stato finalizzato al mantenimento dalla specifica ispirazione tematica voluta dal committente, quella di cimitero dei protestanti, o parco della memoria, mantenendo ed anzi, esaltando la vegetazione presente ricca di essenze allegoriche legate al tema della morte e della vita, che si alternano in
un insieme dai colori forti e dalle fioriture presenti in tutte le stagioni dell’anno.

L’intervento sul Giardino storico prevede:
-Realizzazione di un impianto di irrigazione automatizzato per fornire un corretto e costante adacquamento
alle essenze di nuovo impianto. Esso funziona grazie alla costruzione in altra zona del parco di una vasca per la raccolta d’acqua che utilizza sia l’acqua proveniente dai pluviali delle coperture che dal pozzo del giardino,
– Reimpiantare le specie arboree di maggiore significatività, grazie al rilievo storico del verde preesistente alla costruzione del Museo, dove ad esempio erano segnati un esemplare di platano e tre di Melia azaderach
– Ripristino delle aiuole nei pressi della villa, con riporto di terra e collocazione di formelle di terracotta di Caltagirone per il loro contenimento. E’ stata eseguita la riconfigurazione simmetrica delle aiuole ai lati del viale di accesso alla villa, il
cui terreno è stato rinnovato e concimato, e messa in opera una bordura con formelle in terracotta utilizzando gli stampi già in uso a villa Reimann poco distante da villa Landolina, il cui giardino è quasi certamente dello stesso periodo.
– Ripristino dei percorsi interni al giardino, con livellamento del ghiaietto; E’ stato necessario sia ai fini della riconfigurazione spaziale che della salvaguardia dell’impianto a verde, distinguere i percorsi pedonali dalle aiuole, attraverso lo spargimento sui vialetti interni al giardino di ghiaetto di calcare bianco, materiale tipico del nostro territorio.
-Inserimento delle specie spontanee dell’originario progetto del sottobosco e copertura delle superfici con le erbacee perenni tappezzanti.
Vinca minor, nelle zone ombrose e Lippa citriodora nelle aree esposte al sole. Per il reperimento delle piantine di vinca si è scelto l’inserimento di materiale vegetativo autoctono attraverso il prelievo di talee da piante spontanee localizzate in
città.
– Collocazione di un pannello illustrativo del giardino, targhette in ceramica indicanti il nome della specie botanica e panchine in legno.

Alessandra Trigilia
Agronomo, dirigente naturalista della Soprintendenza Beni Culturali ed Ambientali di Siracusa, ha coordinato il gruppo di lavoro dei piani paesaggistici d’ ambito della provincia di Siracusa, ha redatto numerosi vincoli paesaggistici del territorio ibleo, progettato e diretto diversi interventi di riqualificazione del verde del parco archeologico della Neapolis, ed ha progettato e diretto il restauro del parco vegetale di villa Landolina a Siracusa.

Il progetto di Porcinai
Dalla comparazione tra il progetto di Pietro Porcinai e lo stato attuale della vegetazione dell’immediato intorno della costruzione museale, e dalla considerazione sulle funzioni della aree del parco legate alle attuali esigenze dei percorsi di visita del Museo, sono discese scelte diverse negli interventi. Per la sistemazione del percorso carrabile è stato realizzato interamente il progetto di Porcinai, piantando le siepi di viburni, lavande e agapanti, mentre per le specie rampicanti sono stati impiantati gelsomini e passiflore.
Le alberature presenti di cipresso, pinus pinea e palme sono state integrate con alcune grevillee utili per il mascheramento dei confini.

Un roseto ha arricchito le aiuole antistanti l’ingresso pedonale del Museo, insieme a siepi di Phormium, dai vistosi fiori di color arancio, inseriti tra preesistenti strelizie, mentre come ricadenti sono stati impiantati i ficus repens.
Nei patii interni del Museo sono state attuate due diverse modalità. In alcuni patii non si è intervenuti, mentre su si è scelto di intervenire su quelli interni ai settori e visibili dal percorso di visita, che presentavano i maggiori problemi per una diffusa infestazione di ailanthus. Sono stati mantenuti i cipressi, e ai loro piedi sono stati impiantate le essenze previste da Porcinai, ovvero lavanda, mirto, melograno e pervinca come specie tappezzante.
Il restauro del giardino è stato concluso con il ripristino della fontana ornamentale della Villa, che consentirà al visitatore di godere della frescura dell’acqua soprattutto nella stagione estiva.

 

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