Tuffarsi in un mare di benessere

Il racconto ha inizio con un viaggio ed il viaggio con un ’immagine:quella de “Il tuffatore ”. La scena del tuffo, che occupa la lastra di copertura di un sarcofago greco del VI secolo A.C.,è già la rappresentazione di un racconto che induce ad immergersi in un mare di significati rofondi e di non facile decifrazione.

A cura di Fernanda Sibilio

“Qualsiasi cosa è acqua quando guardi abbastanza a lungo…” “Oltre il tavolo un oscillare infinito…” (Robert Creeley)
“Il poeta si mette davanti ad un vuoto e questo vuoto gli dice…” (Franco Loi)

Il trampolino da cui si libra il tuffatore può rappresentare le colonne poste da Eracle al confine del mondo abitato per segnare il limite di quanto è dato all’uomo di conoscere. Il tuffo è dunque trascendere la realtà per accedere ad altre forme di conoscenza che l’esperienza dell’abbandono, provocato dalla musica, dal canto e dal benessere “nobile” e vivificante, possono dare. Il racconto continua, e non è più un sogno ora, con quanto questo mare e quest’acqua siano spazio in cui si svolge un’azione mitica o mitologica; l’acqua come contenitore fecondo di progetti che sono il risultato di ciò che siamo e di ciò che vorremmo essere… Grazie alla proposta di esperienze di rilassamento in acqua (watsu praticato in piscine a temperatura di 34/36° C) si prova il “darsi” reciprocamente da parte di persone sconosciute che si accudiscono nell’acqua; a volte non si può fare a meno di pensare ciò che prova un genitore quando vede nascere il proprio figlio.

Il watsu non conosce limiti così come l’acqua in cui lo si pratica. L’ampiezza del campo d’azione di watsu verso l’esterno è controbi – lanciata dalla profondità della sua estensio-ne verso l’interno. Non ci sono corde del nostro essere che non possano venir toccate da questo lavoro. Esso è basato sul sostegno in acqua calda, sul tocco, sull’aiuto a capire come siamo connessi agli altri. Il sostegno genera una relazione di fiducia con l’altro e un contatto con le forme di energia, di libertà e di creatività del proprio corpo: come “tuffo” appunto in uno spazio inesplorato. È una crescita personale fisica e psicologica; è una sequenza per muovere una persona da una posizione all’altra senza interromperne il flusso, che può essere praticata all’infinito. Ed infinite saranno le emozioni generate. Saremmo aiutati ad avvicinarci alle nostre più grandi potenzialità portandoci in quel luogo inesplorato che si trova tra quello che si percepisce e quello che è il limite effettivo. Si fluttua attraverso ciò che prima era percepito come limite.

The board which the diver throws himself from could represent the columns positioned by Heracles at the boundary of the inhabited world to demarcate the limit of what man is allowed to know. Diving therefore means transcending reality to access other forms of knowledge that the experience of abandonment, resulting from music, song – well-being – can give. The tale continues and now it is no longer a dream, insofar as this sea and this water are an area dedicated to mythical or mythological action. Water as a fertile receptacle of projects that are the result of what we are and what we wish to be…Thanks to water relaxing exercises (watsu practised in swimming pools at temperatures of 34/36°C) one “interacts” reciprocally with unknown individuals by nursing each other in the water. At times, one cannot help but imagine what a parent feels on seeing the birth of his/her child. Watsu, like the water in which one practises it, knows no limits.

Watsu’s outwards range of action is counterbalanced by the depth of its inwards action: there are no chords within our being that cannot be touched by this art. It is based on being supported in warm water, on touch, on helping us to understand how we are connected to others. This support generates a relationship of trust with others, as well as establishing contact with the forms of energy, liberty and creativity of one’s own body: in fact, it is like “diving” into unexplored space. This implies physical and psychological personal growth. It is a sequence designed to move a person from one position to another without interrup-ting the flow: an exercise that can be practised ad infinitum – the emotions generated are also likely to be infinite. We will be helped to access our greatest potential in order to reach that unexplored place that can be found amongst what is perceived and what is real. One floats across what was formerly perceived as a limit.

Il calidarium è la stanza che nel mondo romano era riservata al bagno caldo, nonno della moderna sala da bagno. Questo calidarium si trova a Pompei città che era famosa come luogo di vacanza e simbolo benessere… sotto la vasca “spoon” di Agape, la chaise longue “line” della Horm e infine luce di Ingo Maurer.

“Un’altra tecnica di rilassamento in bagno è la lettura: un modo per astrarsi e viaggiare sognando….certo si può leggere a letto o davanti a un camino ma forse il bagno è l’ultima oasi di tranquillità rimasta in casa. Bene vi consigliamo di stendervi nella vasca o su una comoda chaise-longue di illuminare la stanza in modo adeguato e di sfogliare “Omaggio all’Italia”, uno splendido tributo fotografico alla nostra penisola, curato da Andrea Pistolesi e Guido Alberto Rossi due gradi professionisti del reportage di viaggio ed edito da Mondadori (120.000 lire); o di leggere la prima biografia dell’Acqua “H2O” di Philip Ball, un libro che ripercorre la storia della sostanza più diffusa sulla terra o della fonte , della matrice della vita. Questo attraverso la mitologia e la religione, l’astronomia, la geologia, la chimica e la fisica classica e le loro diramazioni più fantasiose. Un ripercorrere tutte le conoscienze in maniera attenta ma anche con una facilità e leggerezza che conquista, edito da Rizzoli (34.000lire).

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