TRECENTO ANNI di storia contadina


I MURI DI PIETRA GREZZA DI GRANDE SPESSORE CARATTERIZZANO SIA L’ESTERNO CHE L’INTERNO DI QUESTA CASA CONTADINA DATATA 1700. AL SOFFITTO LE VECCHIE TRAVI ANNERITE DAL TEMPO SOVRASTANO PAVIMENTI DI VARIO TIPO COSTRUITI IN EPOCHE DIVERSE.

Casa rustica nella campagna del distretto di Girona (Spagna)
Ristrutturazione e arredamento della creatrice di ceramiche Elisabeth Corberò
Testo di Walter Pagliero
Art direction Cristina Garreta
Foto di Emilio Rodriguez Ferrer

Se si sceglie di abitare un’antica casa contadina dell’Ampurdàn, occorre fare una scelta preliminare: o si decide di riservare tutta la carica espressiva agli elementi originari (muri portanti in pietra, pareti divisorie intonacate, soffitti e pavimenti) oppure si entra con una volontà decorativa precisa che si sposa o si contrappone al già esistente. Nel primo caso si deve ricorrere a un arredamento minimalista con colori sobri nella gamma dei materiali preesistenti, nel secondo ci si deve abbandonare alla propria creatività e accavallare le dita. E’ evidente che qui è stata intrapresa la seconda strada: colori a piene mani sono stati dati su pareti, tende, tessuti, lampadari; piatti decorativi, quadri ad olio e pannocchie sono stati distribuiti senza risparmio sulle pareti; fiori, piante decorative e bicchieri colorati sono stati posti su tutti i ripiani disponibili. Il risultato è che chi vi entra per la prima volta si sente aggredito da un insieme di presenze tutte gridate e aggressive. E’ una quintessenza del temperamento spagnolo! Chi vi abita non ha paura di mostrare una violenta personalità: l’importante è che questa personalità risulti anche gradevole e seducente.

Come personalizzare un interno violentemente rustico In queste due pagine: un esterno e alcuni interni significativi di un antico casale della zona dell’Ampurdan chiamato per tradizione “Mas Perdùt” (maso perduto).

Nelle foto sopra: su una vecchia panca vi sono alcune terrecotte invetriate tradizionali della zona, mentre qui sopra la zuppiera è di sapore settecentesco.

Il disordine delle case contadine, documentato dai dipinti degli artisti di genere a iniziare dalla seconda metà del ‘500, non è semplice trascuratezza ma una precisa condizione culturale legata al vivere, anzi al sopravvivere, alla giornata. Questa categoria sociale, emarginata da qualsiasi tipo di cultura delle classi superiori ma integrata dalla religione in un contesto sociale sfavorevole, poteva solo guardare al lato utilitario degli oggetti dell’arredamento, non certo alla loro carica rappresentativa. E proprio questo apparente disordine tradizionalmente contadino è stato mantenuto dall’attuale proprietaria, un’apprezzata ceramista, che di suo ha messo una forte sensibilità per il colore e un temperamento artistico orientato verso impasti materici ricchi ma scabri. Così si spiega la violenza emotiva di certe scelte come le tende color fucsia in una camera da letto dove per lavarsi la faccia si usa ancora la brocca e il catino su un trespolo di ferro battuto. Questo tipo di arredamento lo si può amare alla follia o severamente respingere, non ci sono vie di mezzo. Se si è invitati, sarà meglio godere di questi contrasti da cardiopalma e soffermarsi, ad esempio, su come una stoffa dal disegno e dal colore raffinatamente settecenteschi (il rigato bianco e celeste) si sposi o divorzi col rozzo muro di pietra. In questo caso vengono accostati colori simili ma di diversa famiglia, come il celeste carico e il blu violaceo della parete, un contrasto che normalmente viene evitato perché stridente, ma che qui non disturba affatto.

 

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