Tre secoli d’intesa

Testo di Pierdario Santoro

L’uso di ornare i camini con orologi è antico ed ha sempre caratterizzato gli arredi significativi delle varie epoche. Il camino e la pendola sono sempre stati elementi d’arredo preziosi e di conseguenza per molto tempo diffusi presso una committenza di censo elevato. Essi hanno rappresentato, al di là della loro funzione meramente utilitaristica, un simbolo di benessere e di ricercatezza. La collocazione cetrale all’interno delle camere dei camini rende necessaria una loro funzione spiccatamente decorativa, coordinata con l’architettura e l’arredo dell’ambiente. La pendola costituisce l’elemento d’arredo fondamentale delle mensole dei camini, sia per le sue caratteristiche ornamentali, che per la proprietà di accentrare lo sguardo su se stessa e sul camino su cui è posta. Siamo ormai abituati a vedere i camini ornati da pendole, sole od insieme con oggetti d’accompagno; ma non fu sempre così. Camini e pendole monumentali Fino alla seconda metà del seicento gli orologi non sono quasi mai posti sui camini; quest’ultimi sono di forma e d’aspetto architetturale e di conseguenza le loro dimensioni non avrebbero permesso tale collocazione. Negli orologi mossi da pesi è evidente che questi debbano poter salire e scendere liberamente nella parte sottostante e sono quindi in prevalenza collocati a parete; quelli con carica a molla nascono per essere posti da tavolo.

Dalla metà del seicento assistiamo alla diffusione delle pendole d’appoggio (sono così definiti gli orologi con caricamento a molla e regolazione del moto tramite un pendolo, generalmente interno alla cassa, di dimensioni tali da poter essere appoggiate su di un piano), che tuttavia raramente vengono collocate sui camini, essendo provviste o di un loro basamento da terra o di un supporto a mensola per attaccarle direttamente a parete (da cui il termine: cartel d’applique). Tuttavia alcuni importanti camini da palazzo sono disegnati prevedendo l’appoggio al centro della mensola di una pendola, a volte con un apposito pianetto sagomato sporgente o rialzato sostenuto da due volute. Tipici in tal senso quelli disegnati tra il 1790 ed il 1799 da Jean Bérain per vari ambienti di corte di Parigi. La vita è vita di corte ed il fasto delle residenze e degli arredi s’ispirano all’Arte Aulica destinata ad osannare il potere reale da cui tutto discende: onori, gloria e disgrazie. Versaille ed il Re Sole Luigi XIV° sono l’emblema di quest’epoca: il Barocco. Nel primo terzo del settecento la Reggenza segna la fine del Barocco e dell’arte aulica, da questo momento si accentua la disgregazione dell’assolutismo monarchico, non tanto quale forma di potere, quanto quale ideale condiviso e trionfante. Esemplarmente Luigi XV° fissa la residenza a Parigi, abbandonando Versaille e disperdendo la corte a favore della città dei suoi teatri e dei suoi “salotti”; iniziando uno stile di vita più frivolo meno legato all’etichetta. Fino alla metà del settecento non è consuetudine appoggiare una pendola sul camino e solo dalla metà dell’ottocento essa è accompagnata da elementi coordinati, ma qualche raro esemplare è sempre l’eccezione che conferma la regola; come quella splendida “garniture de cheminée” costituita da pendola e candelieri a soggetto orientale, con statuette policrome in metallo laccato di cinesi e cinesine (del 1750), oggi alla Residence di Monaco.

Camini e pendole d’arredo Con Luigi XVI il potere del Re è ancora assoluto, ma continuamente diviso in un’eterna mediazione tra una nobiltà decadente, che si aggrappa ai suoi privilegi con ostinazione e protervia, ed una borghesia trionfante, che esercita il potere economico ed ormai anche quello culturale. S’impone il gusto dei salotti alla moda e dei boudoir. Nasce il Neoclassicismo (diviso in: primo neoclassicismo o stile Luigi XVI°, nell’ultimo terzo del settecento; secondo neoclassicismo, dalla fine del settecento al regno Luigi Filippo, 1830-1849), che codifica la posizione delle pendole sui camini, consacrandola definitivamente nella raccolta d’incisioni che il gran disegnatore Gian Battista Piranesi pubblica a Roma nel 1769 dal titolo: Diverse maniere d’adornare i camini. La rivoluzione francese, dopo quell’americana, consegna anche il potere politico alla borghesia. Napoleone ed il suo impero uniformano materialmente il gusto e la cultura di un’Europa unificata militarmente. Il controllo esercitato personalmente da Napoleone, perfino sull’arredamento delle residenze europee, porta al ripristino totale dell’etichetta di corte, soprattutto dopo il suo matrimonio con Maria Luigia. Anche i camini e le loro pendole risentono di un’impostazione più formale. La caduta dell’Impero ed il Congresso di Vienna, segnano il tentativo della nobiltà di ripristinare con la Restaurazione (1815-1830) l’Ancien Régime. Trent’anni di pace portano all’affermazione d’ideali borghesi e domestici con la nascita dello stile Biedermeier (1815-1845), ma il 48, l’anno delle rivoluzioni e del Risorgimento, dimostrerà che il mondo è ormai cambiato. Camini e pendole domestici Il sentimento e l’ideale romantico volgono al “realismo”. È il momento delle grandi trasformazioni sociali ed economiche caratterizzate dal definitivo avvento della meccanizzazione e della produzione industriale standardizzata.

1. Apollo. Manifattura: Francia, I°Impero (1805-1815). Autore: sul quadrante Jean Louis Moré. Misure: 39×12 h 49 cm. Materiali: bronzo dorato, marmo verde mare. Sul basamento: bassorilievo con il corteo d’Apollo. A sinistra dell’orologio il dio mentre suona il flauto, a destra trionfo di frutta.
2. Dettaglio di un ambientazione realizzata da Georgia Wittmaack.
3. Religieuse. Manifattura: Francia, Luigi XIV° c.a. 1680. Autore: sul quadrante e sul movimento “Jolly a Paris”; cassa d’André Charles Boulle. Misure: 43×14 h 87,5 cm. Materiali: bronzo dorato, ebano, tartaruga. Notare l’elevata qualità dei bronzi, ben cesellati, e dell’intarsio, che permette di leggere figure anche nella parte in tartaruga. Raro sganciamento con leva sul quadrante per regolare la suoneria.

L’artigiano lascia il posto alla fabbrica. Per contro l’
arredo borghese, ma anche quello nobiliare, quasi in una sorta di reazione alla frenesia del mondo esterno adotta per la sfera domestica caratteristiche decisamente intimiste. Si afferma un’imperante gusto eclettico, che è il vero stile del pieno ottocento, con l’imitazione di tutti gli stili, spesso mischiandoli tra loro. Diviene abituale il trittico (una pendola da camino affiancata da due candelabri, da due vasi o da quant’altro, nati stilisticamente e tipologicamente insieme con essa), in omaggio al decorativismo più carico tipico dell’ottocento. Inoltre le pendole, e non solo, in omaggio a questo sentimento “protettivo”, saranno collocate sotto una campana di vetro (cosa molto rara in precedenza) e porteranno spesso sportelli vetrati: sia sul davanti, che sul retro. S’impone uno stile di vita domestica ovattato separato dall’esterno,ovunque trionfano le stoffe. La casa diviene uno scrigno in cui rifugiarsi ed in cui racchiudere gli affetti. Pesanti tendaggi allontanano i crudi raggi del sole (persino l’illuminazione elettrica sarà inizialmente considerata troppo invadente e cruda) ed in questa penombra vive l’angelo del focolare: la donna; cui è demandato il compito di occuparsi della casa e del suo arredamento. Com’essa si veste con tessuti pesanti dalle tinte forti e cupe, così riveste gli interni di tappeti e scialli, sempre presenti persino sui camini. È il momento del trionfo dei tappezzieri-arredatori spesso contrapposti agli architetti.

Il salotto con il suo camino diventa il centro in cui si raccoglie la famiglia. La pendola da camino è il fulcro dell’arredamento, costituisce il segno tangibile della continuità e dell’unitarietà della vita nella trasmissione di un patrimonio comune tra le generazioni. Il Liberty e l’orientalismo non rallentano tali tendenze e la Bahaus, riprendendo molte delle linee più sobrie del Biedermeier, riuscirà ad imporsi definitivamente come sentimento condiviso solo dopo la prima guerra mondiale. Il Decò vede l’affermarsi di scelte razionaliste che non porranno più al centro della casa il camino, ed anche la pendola lascia il posto agli orologi elettrici. L’affermazione degli ismi, siano essi nazionalsocialismi o comunismi, porta l’uomo a vivere all’esterno della casa proiettando l’affermazione psicologica personale in una dimensione pubblica e più collettiva, per non dire collettivistica. Camini e pendole oggi Il dopoguerra, la ricostruzione, il boom economico vedono il ritorno ad una vita domestica, certo più dinamica di quell’ottocentesca, in cui la famiglia torna ad essere un traguardo da realizzare. Il salotto buono è desiderio d’ogni ceto sociale, anche del più umile, ed insieme alla cucina americana, alla televisione ed agli altri elettrodomestici segna la ricerca di una vita più facile e “moderna”, affrancata definitivamente grazie al progresso dalla tirannia della natura. In quest’ottica il camino diviene mero status symbol, elemento d’arredo un po’ snob, di un ceto economicamente elevato; in contrapposizione al riscaldamento centralizzato, che ormai hanno tutti. Ed ora nell’era dell’informatica e della mondializzazione che n’è dei camini e delle loro pendole? Oggi, oltre a quelli collocati con funzioni pratiche esso è divenuto non solo elemento d’arredo; ma componente di un sentimento dell’arredare, che lo pone quale elemento di nuova centralità nella casa. Alla ricerca di quell’intimità di quel senso di calore, che la fiamma vivida, calda e guizzante ci ha sempre saputo trasmettere. L’antiquariato è come la fiamma in grado di trasmetterci analoghe sensazioni di calore, di senso d’appartenenza ad una comune cultura ed a valori condivisi; ed il tempo misurato da una pendola meccanica, in grado di scandire con il suo lento tic tac l’evoluzione dell’umanità, ci sembra più nostro, più degno d’essere vissuto.

4. Le forme plastiche della cornice del camino si prestano a sostenere gli oggetti. (da H. Spencer-Churchill, Classic Decorative Details, Anaya, Collins & Brown, London) 5. Al centro: anfora alle salamandre. Manifattura. Francia, Primo Impero (1805- 1815). Autore: Vaillant a Paris. Misure: 22×12 h 41.5 cm. Materiali: bronzo patinato e dorato. Notare i manici a forma di salamandre, che sputano fuoco. Sui lati: Cassoulet. Manifattura: Francia, Primo Impero (1805-1815). Misure: h.37x Ø 13 cm. Materiali: bronzo patinato e dorato. Tipico vaso il cui coperchio, estraibile e ribaltabile, permette di trasformarlo in candeliere.
5. Apollo citaredo sul suo cocchio. Francia. Primo Impero. (1805-1815) Autore bronzo Thomire, sul quadrante: Moinet Ainè a Paris. Misure: 55×16 h 53 cm. Pendola raffigurante Apollo citaredo seduto sul carro; decorato: con trionfi di strumenti e fiori, drappeggi e teste d’aquila; due cavalli aggiogati, con gualdrappe, in atto di spiccare il volo. Basamento bassorilievo con Apollo Sole, che conduce una quadriga; seguito da un amorino con strumenti musicali, che incorona una Musa; e preceduto da Mercurio e Cupido.
6. La lavorazione artistica del marmo consente all’azienda Savoia Mario & Pietro, di realizzare, anche su disegno, preziose cornici per camino in materiali pregiati.

 

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)