Come una moderna palafitta

A 40 chilometri da San Paolo del Brasile, un architetto ha costruito una villa ecologica e trasparente.

Protetta dagli ampi aggetti del tetto e immersa nel verde di un lussureggiante giardino, la villa che l’architetto Munhoz ha costruito per una giovane coppia con bambini s’inserisce con leggerezza nella natura tropicale del Planalto Brasilero, l’altipiano dove sorge la megalopoli di San Paolo. La scelta di base è stata una tipologia antica, anzi preistorica, quella della palafitta con struttura in legno e base sopraelevata su travi conficcate nel terreno. I primitivi la costruivano sugli specchi d’acqua per ragioni difensive, oggi la si fa sulla terraferma perché si cerca uno stile di vita più arioso, più legato visivamente alla natura. In pratica è come stare in una gabbia di legno trasparente, protetta dal calore del sole e all’occorrenza, chiudendo le imposte, dai venti impetuosi dell’Atlantico da cui dista solo un’ottantina di chilometri.Gli interni sono pensati in bicromia. O bianchi come gli imbottiti e i pochi pannelli di tamponamento, o color legno come i mobili in midollino e tutta la struttura, pavimenti compresi. Eleganti, ma “neutri”. In pianta la costruzione è una “L” aperta verso Nord, che al Tropico del Cancro (dove sorge la villa) significa aperta verso il massimo del soleggiamento.
Per proteggersi dal sole tropicale sotto le falde del tetto sporgono delle pensiline ausiliarie, molto rassicuranti e funzionali. Le due ali dell’abitazione, diverse per forma e dimensioni, abbracciano il giardino, la piscina e il solarium, mentre il corpo principale si articola su due livelli: il piano terra con i servizi e il garage, il primo piano col soggiorno, la sala da pranzo e la cucina.Il soggiorno è protetto dal grande tetto. Una presenza che non incombe grazie alle grandi vetrate e all’arredo tutto bianco. Nelle forme predomina il gioco d’incastro ortogonale dei listelli di legno e dei parallelepipedi bianchi.
Il soggiorno, reso immateriale dalle grandi vetrate e dai bianchi divani luminosi, è tutto proiettato verso il suggestivo paesaggio tropicale. Solo il grande camino rivestito a sottili strati di pietra e listelli in legno limita lo sguardo.MAURO MIGUEL MUNHOZ
Laureato nel 1982 alla facoltà di Architettura e Urbanistica di San Paolo (Brasile) con Master in strutture ambientali urbane. Fonda nel 1989 lo studio “Mauro Munhoz Arquitectura” dove, oltre alla normale attività di progettazione, opera per la rivitalizzazione degli spazi pubblici a bordo mare. E’ autore del Museo del Football all’interno dello Stadio di Paceambu. E’ presidente dell’associazione privata senza fini di lucro “Casa Azul”. Nel 2003 riceve il primo premio per gli edifi unifamiliari dall’Associazione della Stampa Specializzata.Centralità del progetto: utilizzare una struttura in legno balloon frame per ottenere uno spazio fluido e trasparente sospeso qualche metro dal suolo, ottenendo il massimo di coibentazione, ombreggiatura e ventilazione naturale.
Innovazione: impostare tutti gli elementi, dal pavimento al soffitto e dagli infissi alle travi, in un solo materiale, il legno. Anche nell’arredo si alternano il color legno delle poltroncine in midollino al bianco assoluto dei divani.
Uso dei materiali: tutto in legno monocromatico con la sola presenza discordante di un parallelepipedo centrale e dei tamponamenti in pietra locale.
Nuove tecnologie: le vetrate sono in vetro termico extra chiaro con intercapedine.Integrare con energia
www.saienergia.bolognafiere.itNon pareti ma grandi vetrate chiudono l’intero perimetro, mentre un’ombrosa veranda ne amplia lo spazio verso il giardino.
Delle due ali, quella di dimensioni minori accoglie le camere da letto e gli spazi più intimi. Anche se ogni ambiente si apre verso l’esterno attraverso porte – finestre scorrevoli e ampie vetrate a tutta altezza, la sapiente articolazione dei volumi consente di creare molti spazi funzionali, sempre protetti e accoglienti.
Per le mura perimetrali del piano terra e l’elegante camino della zona giorno, realizzati in una pietra bianca proveniente da una cava vicina, l’architetto ha utilizzato un’antica tecnica tradizionale della zona, la canjiquinha, con cui si assemblano più strati irregolari di lastre spesse pochi centimetri.Il resto è dominato invece dal legno cumarù, legno tropicale proveniente da una delle poche piantagioni ecosostenibili del Brasile. È un legno con ottime caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici che non richiede nessun trattamento chimico. Una  profonda conoscenza dei luoghi e un’attenta analisi dei fattori climatici ha permesso a questo architetto di mantenere all’interno dell’abitazione un buon comfort estivo, affidandosi esclusivamente a regolazioni passive quali l’ombreggiamento e la ventilazione naturale. Qui basta ridurre al massimo l’ingresso dell’aria calda durante il giorno e favorire un consistente ricambio nelle ore più fresche della giornata.

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