STUFE DECOR, un’eco dal passato

Si tratta di stufe costruite con mattoni refrattari poggiati su malta d’argilla e ricoperti in parte o totalmente da piastrelle di ceramica. Nelle più antiche si trattava di coppette concave (in tedesco “kachel) che per la loro forma meglio disperdevano il calore; poi sono diventate formelle a bassorilievo, piastrelle dipinte e infine, col gusto neollassico, interi cilindri ceramici più o meno decorati. Sono la forma di riscaldamento più sana (dopo il sole), perchè il loro calore non arriva con l’aria surriscaldata, come nei caloriferi, ma con onde nello spettro dell’infrarosso.

È qui sopra illustrata la vera “stube” tirolese, con la tipica “kachelöfen” originaria appoggiata a una parete per alimentarla dal corridoio retrostante.
Ermanno Vandini, un appassionato di stufe in muratura, sul loro funzionamento ha fatto grandi studi, e adesso le offre a chi le preferisce per salubrità e risparmio. Vengono da lui realizzate su misura direttamente presso le abitazioni in base al volume da riscaldare e alle esigenze estetiche del cliente.Perla una stupenda stufa ceramica radiante dell’azienda “Zardini Kachelöfen” di Cortina d’Ampezzo. Studiando nei palazzi nobiliari le più belle stufe del passato, Umberto Zardini ha collezionato nel tempo una serie di “vecchie signore del calore” che ripropone oggi in modelli tecnicamente aggiornati, ma che conservano la stessa qualità e lo stesso splendore di un tempo. Quello qui illustrato è un modello neoclassico di fine ‘700.A Bassano del Grappa (famosa per il ponte) appena fuori le antiche mura c’è un’azienda che fabbrica bellissime stufe dal design molto italiano, anzi veneto. Si chiama L’Artigiano della Stufa e produce solo stufe in ceramica, con prefabbricato interno o con giri di fumo eseguiti artigianalmente.
Nessuna sorpresa per questo, si sa che Bassano è una delle patrie della ceramica fin dal ‘700; la vera sorpresa è che il titolare è una donna Federica Sartore, l’unica in una categoria che vede all’opera solo uomini, spesso baffuti, i fumisti. Le chiedo se questa attività è una tradizione di famiglia.
Ma no, è merito di una vocazione personale. Era andata alla fiera di Primiero e si è innamorata di una kachelöfen. Capita. Si tratta di un tipo di stufa in maiolica, monumentale e pesante, che lei ha imparato a costruire dopo due anni di apprendistato presso un maestro, l’esperto Paolo Longo. Ora le esegue alla perfezione cercando di adattarle alle esigenze del cliente. E per le case che non sopportano grandi pesi, o che non sono ben coibentate (cioè dove il calore non si accumula), lei offre un tipo di stufa in maiolica più economico ma efficiente: quello con interno prefabbricato.
I modelli illustrati in questa pagina sono: il Praga Val angolare nella foto grande, il Praga Cer nell’immagine piccola in alto, e il Parigi Cer in basso.La Ceramiche Pugi di Lastra a Signa (FI) è stata fondata dall’intenditore Arnoldo Pugi all’inizio del ‘900, e già nel ‘24 riceveva vari riconoscimenti nelle esposizioni di prodotti d’arte anche a livello internazionale. L’azienda ha continuato ininterrottamente la sua attività malgrado due guerre mondiali, selezionando le maestranze e tramandando con accuratezza i segreti dell’arte come si usa nelle botteghe artigiane della Toscana. È grazie alla fedeltà a questa tradizione ormai storica che la Ceramiche Pugi dei nostri giorni conserva la sua fisionomia stilistica; la sua coerenza è dovuta alla volontà di non mutare lo spirito anche quando si avvale di tecnologie moderne.
Per la ceramica decorata Arnoldo Pugi si era ispirato soprattutto alla tradizione toscana, in particolare al glorioso Rinascimento fiorentino, allora richiestissimo in tutta Europa. Mentre per le stufe in produzione gli attuali eredi guardano anche altrove, per esempio alla ceramica bianca e blu della tradizione savonese (usando il famoso “blu Savona”), rimanendo sempre nell’ambito del gusto italiano. È per questo che oggi Ceramiche Pugi viene considerata tra le azienda leader del prodotto ceramico italiano tradizionale di gusto toscano. Qui in alto sono illustrate alcune delle loro belle stufe in ceramica: la neoclassica Victoria, la romantica Melania e la savonese Domitilla.Tre stufe tradizionali dell’azienda Stephan Keramik con sede nella Marca Trevigiana. ”Le nostre stufe in maiolica richiedono pochissima manutenzione e non creano problemi di utilizzo” così informa l’azienda e spiega le semplici regole di funzionamento. È sufficiente accendere il fuoco dopo aver caricato la stufa con un cesto di legna asciutta e tagliata sottile; un’operazione che quando fa molto freddo si può anche ripetere. Quando la legna sarà diventata brace (dopo circa 45/60 minuti), bisogna chiudere lo sportello lasciando che continui a emettere calore per le restanti 24 ore. La cenere verrà poi rimossa una volta al mese in piccole quantità.
Per quanto riguarda la qualità del caldo va detto che l’80% del calore è per irraggiamento, cioè attraverso i raggi infrarossi che non coinvolgono l’aria dell’appartamento, ma riscaldano i corpi, gli oggetti e le pareti che stanno di fronte alla stufa, e solo per il 20% scalda l’aria circostante. Queste stufe vengono costruite in modo tradizionale con refrattario di alta qualità, utilizzando un sapiente giro di fumi che durante il percorso cedono alle pareti di ceramica tutto il caldo prima di raggiungere la canna fumaria e il comignolo; la stufa diventa così un eccezionale accumulatore di calore, calore che poi restituisce gradatamente all’ambiente.Nadia un modello di stufa tirolese ad accumulo dove vengono impiegati in modo mirabile gli elementi in maiolica prodotti dall’azienda Cerampiù di Asolo (TV). Al suo interno i giri di fumo sono ampi e il refrattario che incamera il calore è abbondante: questo permette alla stufa di avere una grande autonomia quando la legna è diventata brace. La Cerampiù nel 1995 ha iniziato la produzione di elementi in maiolica per stufe tirolesi e in pochi anni è riuscita a essere una voce importante nel proprio settore grazie a un prodotto molto curato e affidabile. Ai fumisti, suoi interlocutori diretti, offre un ventaglio di servizi e una gamma completa di prodotti.
Nella foto in basso a sinistra: il modello C108 dell’azienda Calorvalle di Montecchio Maggiore (VI); è una tipica stufa a conduzione (che cioè diffonde il calore attraverso l’aria calda prodotta) incorporata in una panca.
Quest’azienda è nota per i suoi articoli di assoluta affidabilità, garantiti cinque anni, dove non si economizza sulle materie prime e sui dettagli costruttivi, con modelli dal design molto curato, gradevolmente tradizionali.
Pesa 227 Kg e ha una potenza termica di 11,6 kW. Nella riquadro in basso a destra: gomiti della linea Millennium in acciaio porcellanato, Smalbo; la linea di prodotti Fuego Style, Texpack; raccordi e portalegna Teo, Apros.

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