TRA ARTE E NATURA


Tre interni immersi nella campagna, tre luoghi densi di oggetti e memorie, fonti d’ispirazione per chi ha fatto dell’arte e dello stile la sua vita.

Immersa nella campagna della Lomellina si trova la “Mangiagruppa”, l’abitazione dello scultore Arnaldo Pomodoro. “Era una vecchia casa abbandonata, adiacente ad una roggia – ci spiega il maestro – ma era ciò che io volevo: una casa semplice e naturale.
La zona non è delle più invitanti, siamo nella bassa lombarda, in un paesaggio costante nella sua piattezza e forse monotono nella sua staticità, una campagna che mi ricorda certe inquadrature di Antonioni. Ma ci sono alcune stagioni in cui il panorama è spettacolare. Io mi sono innamorato subito di questo luogo in mezzo alle risaie. Mia sorella, che
è arredatrice, ha ristrutturato questa casa con grande attenzione e ne ha cambiato l’aspetto pur mantenendone
le strutture e conservando quello spirito di civiltà rurale e di architettura spontanea cui sono legato. È qui che penso a ciò che ho fatto e che dovrò fare in maniera fortemente concettuale.”

“Era una vecchia cascina abbandonata – ci spiega lo scultore Arnaldo Pomodoro – adiacente a
una roggia, ma era proprio ciò che volevo. È qui che penso a ciò che ho fatto e che dovrò fare.”

Sopra, un ritratto dello scultore Arnaldo Pomodoro.
Una vista della veranda – soggiorno. Sullo sfondo, una grande scultura in legno proveniente dal Mali, simbolo di
fecondità; entrambi i tavoli sono del Seicento e provengono dalle Marche, la stufa in maiolica e ghisa è dell’800.
Il tappeto in pelle “Ancestor”, Conceria Priante.

Il regista Franco Zeffirelli abita in una vecchia casa della campagna romana da lui stesso arredata come se fosse una tradizionale villa toscana, piena di stoffe a fiori, cuscini e paraventi. “Per necessità professionali questa casa ha degli spazi ampi, dovendola usare anche come studio, e ha una biblioteca importante su letteratura, cinema e teatro, da me racimolata in tanti anni, che consulto continuamente.”
In realtà, più che un luogo di studio sembra il set di uno dei suoi film ambientato tra ‘800 e ‘900.
Infatti ha ammesso “… sì, mi piacerebbe vivere in certe case dei miei film. Ogni ambiente del set, seppure pensato in funzione della storia, è sempre una proiezione del mio inconscio. Ogni volta è il mio gusto per le cose belle e particolari che decide la scelta dei materiali, della forma e della luce. Il cinema è importante anche per la realizzazione di fantasie visuali, le quali in certi casi possono orientare le scelte del nostro vivere quotidiano. Anche se credo
sia la televisione il mezzo che può modificare di più la società. La televisione può coinvolgere le persone in avvenimenti anche molto distanti; possiamo partecipare, in tempo reale, ad eventi di portata storica rimanendo seduti in poltrona.”

Stoffe, fiori, cuscini, statue, scaldano l’atmosfera della casa di Franco Zeffirelli.
Immersa nella campagna romana ha il sapore di un set cinematografico.

Il ritratto del regista toscano Franco Zeffirelli.
Lampadario in vetro di Murano “Pulse”, Andromeda.

Filippo Perego di Cremnago, milanese, è un interior designer che si inserisce di diritto nel filone dei grandi architetti decoratori della tradizione lombarda: da Muzio a Ponti, da Lancia a Buzzi (di cui è stato direttamente allievo). Dopo il Neoclassicismo degli anni ‘20, il Modernismo dei ‘30 e la parentesi della Guerra, il Dopoguerra vide sorgere una nuova sete di “stile” e l’ambizione di far rivivere il fascino negletto della grande tradizione. È a questo punto che si inserisce con autorevolezza l’opera di Filippo Perego, il quale, fin dalle sue prime opere, ha cercato di riapplicare con sensibilità moderna la lezione dell’architettura del passato.
“Questa – ci spiega Perego – era una proprietà di mia madre, mi piaceva, e a un certo punto ho pensato che se la mettevo a posto poteva diventare una situazione giusta per i miei week end. L’interno l’ho scaldato con molti oggetti e con alcuni mobili fatti arrivare da altre case; adesso quando acquisto qualcosa penso prima a quale pezzo togliere.”

Nella casa week end di Filippo Perego di Cremnago i mobili e gli oggetti si sono
“stratificati” nel corso degli anni riempiendo ogni angolo, ma sempre con incomparabile stile.

Un ritratto dell’interior decorator Filippo Perego.
La quadrettatura rettilinea gioca a scomporsi per ricomporsi in una "texture" contemporanea. È la poltroncina anni ‘70 “Superelastica”, Vittorio Bonacina.

 

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