Sylvia Duncan e Giovanni Terzi: libertà progettuale

Testo/Text: Sylvia Duncan
Foto/ Ph.: Athos Lecce

Ci troviamo in via Brisa, nel cuore di Milano in un’area ricca di contrastanti epoche architettoniche, il periodo romano, abitazioni dei primi dell’800 ed edifici degli anni ’50 e ’80. L’appartamento di Paolo Massari di cui ci è stato richiesto un’intervento di ristrutturazione si trova proprio in un tipico edificio di stampo razionalista, un’imponente facciata bianca rivestita di mosaico, sproporzionate finestre in alluminio. Non capita spesso di poter progettare uno spazio architettonico “guida” che lasci piena libertà a chi lo abita di poterlo arredare secondo il suo stile di vita, ma ciò è stato possibile grazie ad un’intelligente collaborazione tra Paolo e la nostra ricerca progettuale. Siamo convinti che ogni luogo racchiuda in sé delle potenzialità, sta a noi coglierle e esaltarle attraverso un percorso architettonico che in questo caso ci ha spinti a lasciare che lo spazio sia libero di svilupparsi senza indicargli una direzione precisa, la sua chiave di lettura cambia a seconda del punto di osservazione.
We are in via Brisa, in the heart of Milan, in an area rich in contrasting architectural eras, the Roman period, houses from the beginning of the 19 the century and buildings from the 50’s and 80’s. Paolo Massari’s apartment, which is being restored, is in a typical rationalist-style building, an impressive white facade covered with mosaics, with out-of-scale aluminum windows. It doesn’t happen very often to plan a “leading” architectural space that leaves the person who lives in it the full freedom of decorating it according to his own life-style, but this was possible thanks to an intelligent cooperation between Paolo and our designing research.We are convinced that every room has its own potential, it’s up to us to capture it and enhance it through an architectural path that in this case pushed us to leave the space free to develop itself without giving any specific direction, it’s interpretation changes according to the point of view.

La lunga quinta in legno studiata da Sylvia Duncan e Giovanni Terzi si snoda con un movimento armonico unificando l’intero appartamento. La lunga parete curva, che cambia a seconda dei punti di osservazione non ha solo una funzione scenografica ma di diaframma tra un percorso e una serie di locali di servizio che vengono mascherati completamente. Gli spazi si relazionano sempre tra di loro attraverso un gioco di elementi che si smaterializzano e acquistano una loro funzione, la libreria verso il corridoio e una serie di armadiature verso le camere.
The long wood partition wall designed by Sylvia Duncan and Giovanni Terzi develops harmonically joining together the entire apartment. The long curved wall, which changes according to the point of view, does not only have a scenographic function but also acts as a partition between a path and a series of rooms that are completely hidden. Spaces relate with each other through a series of elements that dematerialize and acquire their own function, the bookshelves towards the corridor and a series of closets towards the bedrooms.

La forma di questo appartamento era piuttosto inconsueta, composto da un lungo e largo corridoio inutilizzato e da una serie di stanze tutte della stessa dimensione che si aprivano a ventaglio alla fine dello stesso corridoio d’ingresso. Attraverso un gesto che si è poi materializzato con un’infinita quinta in legno abbiamo trovato l’elemento unificante di tutto lo spazio. Elemento che lungo il corridoio non ha solo la funzione scenografica ma di diaframma tra un percorso e una serie di locali di servizio che vengono mascherati completamente. Ecco che la lunga parete curva cambia direzione accompagnandoci sempre con un movimento armonico verso la cucina, il salotto e la zona notte. Gli spazi si relazionano sempre tra di loro attraverso un gioco di elementi che si smaterializzano e acquistano una loro funzione, la libreria verso il corridoio e una serie di armadiature verso le camere. Per accentuare ancora di più quest’idea di decostruire lo spazio lasciando alla luce e al movimento piena libertà di agire abbiamo scelto solo un materiale guida, il legno, che circondato da un involucro bianco ha permesso di esaltarne totalmente la sua presenza.
Sylvia Duncan
The shape of this apartment was quite unusual, made of a long and wide corridor that was not being used and by a series of rooms all of the same size that opened up fan-like at the end of this corridor. Through an idea, that then materialized in this endless wood partition wall, we found the joining element of the entire space. An element that throughout the corridor not only has a scenographic function but also acts as a partition between a path and a series of rooms that are completely hidden.The long curved wall changes direction and leads us with a harmonic movement towards the kitchen, the living-room and the bedrooms. The spaces relate with each other through a series of elements that are dematerialized and acquire their own function, the bookshelves towards the corridor and a series of closets towards the bedrooms. To highlight this idea of deconstruction even more, giving light and the elements full freedom of movement we chose just one main element, wood, which surrounded by white allowed us to totally enhance its presence.
Sylvia Duncan

Luce e movimento sono le chiavi di lettura di questo progetto. Lo spazio è stato decostruito lasciando piena libertà a chi lo abita di poterlo arredare secondo il suo stile di vita. Il risultato è un appartamento di grande rigore stilistico dove la struttura, essenziale, si coniuga con la funzionalità. “La sfida – racconta Sylvia Duncan – era trovare un elemento unificante per tutto lo spazio, dando un nuovo significato al lungo e ampio corridoio inutilizzato nel progetto originario.”
Light and movement are the main elements of this project. Space was deconstructed leaving full freedom to who lives in the apartment who can decorate it according to his life-style. The result is an apartment with great stylistic rigor combined with functionality. “The challenge – says Sylvia Duncan – was to find a unifying element for the entire space, giving a new meaning to the long and wide corridor which originally was not used.”

“La realizzazione dei lavori di falegnameria – ci spiega Sylvia Duncan – è stata affidata agli artigiani Carlo e Maurizio Sala. Qui tutto è su misura: la quinta, i mobili del bagno e la cucina. Per l’arredamento del soggiorno, ancora in via di definizione, Paolo ha utilizzato divani e poltrone degli anni ‘50 e la chaise – longue di Le Courbusier (Cassina).” Nelle foto sopra la “quinta” in legno è vista da diversi punti di osservazione, a fianco nasconde l’ingresso del bagno di servizio.
“All the carpentry work – explains Sylvia Duncan – was made by the artisans Carlo and Maurizio Sala. Here everything is made-to-measure: the wall, the bathroom and kitchen furniture. For the living-room, which we are still working on, Paolo used sofas and armchairs from the 50’s and the chaise – longue of Le Courbusier (Cassina).”

L’altra faccia della “quinta” in legno è la libreria laccata bianca, visibile sia nel soggiorno che nella camera da letto. L’arredamento nella sua estrema semplicità esalta la bellezza dell’intervento architettonico. A fianco un’immagine del bagno con il blocco in legno che ospita i lavabi e il confortevole box doccia multifunzione di Jacuzzi.
The other side of the wood partition “wall” is the white lacquered bookshelf, visible both in the living-room and the bedroom. The furniture with its extreme simplicity enhances the beauty of the architectural intervention. On the side, a view of the bathroom with the wood block for the sinks and the comfortable multi-function Jacuzzi shower.

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