Sul treno della fantasia

Scegliere di uscire dagli schemi, specialmente in tempo di vacanza, rompendo finalmente con la routine quotidiana, è un sogno che qualcuno riesce a realizzare senza spendere una fortuna.

Anche solo per poco tempo, vivere in un vagone è un’emozione da non perdere, specialmente se la struttura ha il fascino retrò delle cose vissute, ma è comunque solida e rassicurante e il posto scelto per ospitare l’insolita dimora è una piccola giungla che, folta di piante di tutti i generi, sembrerebbe crescere in luoghi lontani dal mondo civile, ma che è, invece, a pochi passi da un centro abitato. La vegetazione,che potrebbe ricordare “la mia Africa”, è cresciuta senza schemi precisi, accogliendo di tanto in tanto qualche altra specie autoctona che si è ambientata facilmente, vista la vicinanza di un corso d’acqua. Canne di bambù dal profilo esotico, carnosi fichi d’India che sembrano sculture naturali, hanno raggiunto proporzioni gigantesche proprio per l’habitat favorevole e la simbiosi che si è creata con le piante intorno.

Al momento magico del crepuscolo, si apparecchia per la cena all’aperto. Le porte scorrevoli originali sono spesso aperte per permettere una vita all’insegna del più totale “open-air”. Per lasciare passare l’aria ma non i raggi del sole, sono state applicate tende avvolgibili in leggero cannicciato.

Non si è, come potrebbe sembrare, in qualche zona equatoriale, ma all’altezza del parallelo che attraversa l’Italia Centrale, in un sito lievemente collinare dove il clima, piuttosto rigido durante l’inverno, concede nelle altre stagioni lunghi periodi assolati con piogge rare. All’inizio della primavera, quando la natura si risveglia, la “castellana” riapre i battenti del suo vagone segreto, nascosto dalla vegetazione lussureggiante, e ritorna al suo rifugio tra le frasche, pennellate dai raggi del sole che penetrano come piccoli riflettori di una magica scena teatrale. Un teatro fatto di silenzio, orchestrato dai richiami degli uccelli che nidificano intorno e tessono rotte segrete tra ramo e ramo, tanto incuranti del nuovo oggetto, spuntato improvvisamente dal terreno, da utilizzarlo come via di passaggio quando trovano aperte le due porte laterali. In realtà il vagone, prodotto dismesso della civiltà, sarà forse per i colori con cui è stato dipinto, verde salvia nella parete a nord e rosso terracotta nel lato sud, appare una presenza discreta perfettamente inserita nella natura, quasi fosse una grande capanna per il “bird-watching”.

A sinistra, la zona benessere, protetta da alte piante di bambù che ondeggiano armonicamente mosse dalla brezza, è volta verso il piccolo fiume che scorre più in basso: lo scorrere dell’acqua della rudimentale doccia all’aperto ne riecheggia il suono. Una semplice, vecchia sdraio di legno è posta in questa zona per poter assaporare momenti di vero relax.

La zona conversazione o riposo è stata arredata con pezzi di recupero ripuliti dalla stessa padrona di casa che ha voluto costruire il suo nido con le proprie mani. Nella parete di fondo un vecchio specchio dona maggior respiro al locale.

Anche se, in realtà, al calare della sera si preferiscono romantiche candele per illuminare “casa e patio”, nel vagone è stata portata la luce elettrica, oltre alla comodità dell’acqua corrente. Una “zona benessere”, protetta e resa intima da una coltre di piante di bambù, con una parete doccia rivestita di piastrelle quadrate 10X10 che scompongono tutti i colori del fiume, è stata creata a sorpresa nella pensilina del vagone. A seconda del clima e delle stagioni, la zona conviviale può essere raccolta all’interno, tra un’area conversazione con morbidi divani ad un’estremità e un luogo destinato alla preparazione del cibo dall’altra, o facendo viaggiare all’esterno il vecchio tavolo che si allarga per accogliere i selezionati amici ammessi a frequentare il nascondiglio segreto.

In questa pagina, la zona del vagone adibita a cucina. Anche qui i mobili, armoniosi nella loro essenzialità, sono stati recuperati in mercatini delle pulci, ripuliti, restaurati e a volte assemblati come un vecchio gioco di costruzioni per bambini. In primo piano, il tavolo, con il piano a cerniere, può essere agilmente trasportato all’esterno.

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