Spazzacamini di tutto il mondo unitevi!

Più di 500 ‘Rùsca’ a Santa Maria Maggiore, in Val Vigezzo, per il XXIV Raduno Internazionale degli Spazzacamini.

Questo celebre esortativo, leggermente ritoccato per l’occasione, poteva essere comodamente assunto a cavallo di battaglia del XXIV Raduno Internazionale dello Spazzacamino, avvenuto dal 1 al 5 settembre in Val Vigezzo. L’evento, distribuito in cinque differenti manifestazioni si è snodato lungo i vicoli di tre paesi ormai ampiamente collaudati per la kermesse: Santa Maria Maggiore, Malesco e Villette, letteralmente invase da oltre cinquecento “rùsca” provenienti dai più svariati angoli del pianeta, e confluiti in questi luoghi semplici e incantevoli. I primi due giorni del Raduno hanno
assunto un taglio culturale, sono stati infatti presentati due libri attinenti al tema dominante della cinque giorni: ‘i camini e i loro soffi di polvere’. Il primo è intitolato “I fratelli neri”, scritto da Lisa Tetzner e illustrato da Hannes Binder,
i cui disegni in bianco e nero sono stati esposti all’interno del Centro Culturale Vecchio Municipio di S. Maria Maggiore;
l’altro volume rappresenta l’ultima fatica letteraria di Benito Mazzi (la voce delle montagne, il cui eco si è diffuso in mezzo mondo) ed è intitolato “Kleine Schornsteinfeger”, presentato all’interno del Museo dello Spazzacamino di Santa Maria.

Lungo la giornata di sabato il clima è stato clemente, il gruppo di spazzacamini si è dapprima raccolto attorno
alla statua maleschese del “piccolo rùsca” per omaggiarne la memoria; durante il pomeriggio si sono trasferiti a Villette, minuscolo paese rannicchiato ai piedi dei monti; i suoi vicoli intricati e pietrosi hanno accolto in maniera singolare l’arrivo della fiumana nera di spazzacamini: ad ogni angolo ombroso si sono appostati i suoi abitanti, agghindati con abiti rigorosamente folkloristici, curvi sui loro mestieri tradizionali: fabbri, falegnami, pastori e filatrici. I colpi di martello risuonano nell’aria come i rintocchi di antichi orologi. Gli spazzacamini, neri in volto e nell’abito, ciondolano euforici nelle viuzze arroventate dal sole. Si guardano attorno incuriositi e affascinati, e su di loro si posano gli sguardi dei numerosi turisti che si sono accodati al corteo, su cui svettano le bandiere e gli stendardi dei paesi d’origine. Intonano i loro cori che si intrecciano con altri e poi altri ancora. Regalano dolcetti a bambini dagli occhi rapiti. Si abbracciano e sbracciano impugnando le inseparabili bottiglie di birra, galleggiando in un fiume di calore. Le note della banda si liberano nell’aria come farfalle. Cade una pioggia leggera e insistente ma la cosa pare non scalfirli. Tradizioni e culture si mescolano nella folla e l’impatto fa scintille, dando vita ad un’atmosfera più unica che rara. Come il mestiere dello spazzacamino.

Santa maria maggiore

è, insieme a Malesco, il paese più popoloso della Valle Vigezzo (VB), e un importante centro di riferimento culturale del
territorio. E’ situato in un punto nevralgico che lo vede come tappa obbligatoria per il transito che da Druogno, tra i
primissimi paesi della Valle, porta al confine svizzero. Qui si trova la sede dell’Associazione Nazionale Spazzacamini, istituzione che, con la collaborazione della Comunità Montana Valle Vigezzo, i Comuni della Valle, la Provincia del
Vco e la ferrovia Vigezzina, organizza, ogni anno al primo week-end di settembre, il Raduno Internazionale dello
Spazzacamino.

Delegazioni di tutto il mondo

Lo stesso clima lo si è potuto respirare nella giornata-culmine di domenica, a Santa Maria Maggiore, teatro di una
vera e propria sfilata lungo le strade assediate ai margini da calche di turisti elettrizzati. Centinaia di spazzacamini
sfilano e sfidano il solleone, mattacchioni spazzacamini, che lanciano nella folla manciate di caramelle, spille, opuscoli
e omaggi, abbracciano le signore imbrattandole di fuliggine, e i bambini spazzacamini (singolare presenza dell’evento)
stringono con riverenza le mani dei loro coetanei. Camminano ordinatamente carichi dei loro ferri del mestiere, qualcuno in bicicletta, qualche altro passa addirittura in una rombante moto side-car. Salutano la folla come delle vere e proprie star, “flashati” e ripresi dai giornalisti che li seguono passo dopo passo.

E quando il corteo si immette in Piazza Risorgimento, scanditi dalla voce di Anita Hofer (Vicepresidente dell’Associazione Nazionale degli Spazzacamini e tra gli organizzatori dell’evento) innalzano le proprie bandiere e cartelli su cui è scritto il nome del proprio paese: Francia, Germania (il gruppo più numeroso) Svizzera, Belgio, Olanda, Austria, Svezia, Danimarca, Inghilterra, Irlanda, Scozia e addirittura Stati Uniti, seguiti dai nostri connazionali provenienti da ogni regione. Alcuni si arrampicano sul tetto del vecchio municipio sventolando le loro tube, la folla oceanica scroscia in un appassionato applauso e centinaia di telefonini e macchine fotografiche si alzano per immortalare l’evento. Scorgo un bambino biondo e paffuto con le guance nere di fuliggine, mi incuriosisce la sua presenza e mi avvicino, si chiama Ben, ha nove anni e viene da Prington, Inghilterra, dice che è qui perché i suoi genitori hanno deciso di sposarsi in questi giorni, suo padre è spazzacamino e da grande Ben vuole diventare come lui.

Anita Hofer, vicepresidente dell’Associazione Nazionale degli spazzacamini è la grande artefice della manifestazione.
 

Gli chiedo che cosa gli piace di questi posti, ma è visibilmente imbarazzato e lo lascio tranquillo a godersi il suo momento di celebrità. Incontro quindi un americano, anzi, “un italo-americano”, precisa Sergio nel suo italiano scivoloso che presto si tramuta in inglese. “Sono partito due giorni prima dell’evento, da Washington, ovviamente in aereo. Il viaggio è stato devastante ma ne è valsa la pena. Veniamo un po’ dappertutto: New York, Boston, Los Angeles. Siamo come una grande famiglia, anche se non ci siamo mai visti prima”. Mi affianco ad un tedesco, viene da Karlsruhe, Germania, la nostra birra sembra essere di suo gradimento, è un omone nerboruto, dal portamento fiero, con i mustacchi affilati come quelli di Dalì, dice che è da quindici anni che fa questo mestiere, quando era già adulto, perché in Germania questa professione è proibita ai minori.

Enzo invece viene da Pescara, lui addirittura ha un’impresa di spazzacamini, e non è l’unica nella sua città. Il figlio segue le sue orme da quando era un ragazzo e non si è mai lamentato. Non è rischioso come agli albori di questo mestiere, anzi, dice che alle volte torna a casa senza una macchia o uno sbuffo di fuliggine. Si è dichiarato pienamente orgoglioso e soddisfatto il Presidente della Provincia del Vco Paolo Ravaioli: “Un evento singolare”, ha commentato, “che ci fa scoprire un mestiere che pareva essere tramontato e invece è ancora vivo. Un evento unico.” La manifestazione si è conclusa con una gita a Sonogno, in Svizzera, paese natale del protagonista de “I fratelli neri”. La fine è arrivata e i pullman si caricano di spazzacamini diretti alle proprie case. Aspettando il venticinquesimo.

(Luca Ottolenghi)

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