Spazi essenziali

Premessa
Hanno un fascino tutto particolare i siti in cui l’uomo vede nella natura una forza positiva e amica, declinando opportunamente le qualità che essa offre, senza forzature, senza brusche accelerazioni e con un profondo senso di partecipazione al ‘luogo’. Tuttavia molti spazi a distanza di tempo risultano deboli per i cambiamenti sostanziali intercorsi nella stessa società che un tempo li aveva promossi dotandoli di senso in modo completo ed espressivo.
Nel Meridione l’emigrazione ha avuto un ruolo notevole e complesso nello spopolamento di aree depresse. Borghi dell’entroterra si sono assottigliati per lo spostamento della popolazione verso la costa o verso altri centri che hanno offerto maggiori opportunità di lavoro.
All’opposto, come in uno specchio deformante, oggi i borghi marinari sorti sulla costa hanno perso il loro legame con la struttura economica che li sorreggeva e li alimentava, perché anch’essa si è trasformata.
L’industria del turismo ne fa dei contenitori dalle forme vuote, qualora siano sopravvissuti nella congerie di volumi che li attornia.
Le isole Eolie sono una realtà di grande valore storico, antropologico e naturalistico, ma il nostro interesse per varie ragioni, si limita solo ad una brevissima analisi di alcuni tipi di residenza, caratterizzati da spazi essenziali e che riflettono un tipo di vita e di cultura ormai quasi del tutto scomparsa, ma di cui danno profonda testimonianza.
Gli spazi architettonici trovavano una corrispondenza totale con quanto in essi si svolgeva ed ogni elemento appariva legato strettamente all’insieme in un’economia di mezzi e di movimenti, che diventava la ragione necessaria e sufficiente della loro espressività.
Nonostante il tempo trascorso e i cambiamenti sopravvenuti, ancora si possono leggere in alcuni brani dei piccoli centri abitati ed in alcuni fabbricati rurali dell’arcipelago, gli aspetti che caratterizzarono il singolare sviluppo mercantile ottocentesco della laboriosa comunità.
Diventa norma per l’isolano un uso dello spazio contenuto, minimo, essenziale, in cui si intrecciano molteplici azioni della residenza e del lavoro; ciò appare subito evidente nella visione di una particolare economia integrata, sia agricola che marinara, con un misto di caratteri borghesi e patriarcali, che ha raggiunto negli anni settanta del sec. XIX il suo punto di maggiore floridezza ed espressività.

Natura e necessità
Il rapporto tra la residenza e i bisogni dell’uomo ha caratteri complessi e variegati nell’ambito della civiltà urbana e metropolitana. Infatti le distanze e le nette differenze delle funzioni caratterizzano gli spazi corrispondenti, esaltando la specializzazione e il distacco con risultati spesso alienanti.
Nella civiltà contadina o nelle aree rurali, invece, il fenomeno tende a semplificarsi ed in alcuni casi un organismo, sia pur non esteso, ma concentrato, trova in sé una serie di spazi contenuti e pluriuso che sfruttano al massimo le qualità associative, non allontanando i luoghi di lavoro dalla residenza.
Nel caso di una piccola isola lo spazio è veramente prezioso e tutto risulta con maggiore evidenza, sia per l’edilizia rurale che punteggia l’area agricola, sia per la tipologia della casa urbana o del palazzetto padronale, che si concentra nella parte centrale dell’abitato lungo la via principale. Si viene a creare non tanto un tessuto urbano quanto un semplice sviluppo residenziale nastriforme in cui la tipologia della casa si sviluppa in forma più completa nella seconda metà del sec. XIX con al piano terra i locali commerciali e al piano superiore l’abitazione.
Ci troviamo in presenza di architetture essenziali, minimaliste, caratterizzate da un’estrema semplicità. Una delle poche concessioni, che compariva sulle semplici composizioni architettoniche dei fronti, era la serie di mensoloni che si sgranava a sostegno del balcone del piano superiore.Nel periodo di maggiore fulgore l’aumento della popolazione aveva in parte contribuito a sviluppare l’agricoltura dissodando e coltivando nuovi terreni, ovunque fosse possibile, anche lungo i versanti più ripidi, mediante una laboriosa sistemazione terrazzata con muretti a secco, che rimodellò con una nuova configurazione il paesaggio.
Una delle cause del crollo dell’economia agricola, alla fine degli anni ottanta del secolo XIX, che si propagò in tutto l’arcipelago, fu la malattia della filossera della vite. Contemporaneamente la diffusione della navigazione a vapore rese meno efficace e competitivo il commercio marittimo.
Il tracollo dell’economia provocò una prima ondata di emigrazione verso le Americhe e verso l’Australia e una seconda in Europa, con l’abbandono di buona parte delle colture agricole ed un netto calo della popolazione dell’arcipelago.
In seguito l’avvento del turismo ha provocato modernizzazioni, adattamenti, modifiche e nello stesso tempo hanno fatto notevoli passi avanti i processi di obliterazione e di disintegrazione delle strutture tradizionali più deboli.

La casa rurale
Nel sec. XIX gli ambienti della casa rurale si sviluppano intorno al nucleo originale e ad essi si aggregano nuovi spazi per la trasformazione dei prodotti agricoli.
Nel nucleo principale dell’abitato invece si concentrano le case padronali dei mercanti con le botteghe per la vendita e i magazzini per le derrate al piano terra, mentre l’abitazione si colloca al primo piano con ampi balconi sostenuti da robusti mensoloni in pietra.
Nell’isola di Salina tra gli edifici prospettanti sulla strada principale (via Risorgimento) risulta emblematico il gabinetto di lettura che, pur nella sua essenzialità, rappresentò per lungo tempo il luogo principale di ritrovo della comunità, centro del dibattito, degli avvenimenti, delle battaglie politiche per l’autonomia e per le polemiche, sopravvenute in seguito, tra gli armatori e gli agrari.
La semplice costruzione ad un solo piano senza fronzoli con un bisolu sull’angolo della strada era il simbolo dell’essenziale, specchio di una comunità che non sciupava nessuna risorsa.
Se la consistenza urbana della via corridoio è abbastanza evidente nel breve sviluppo della via Risorgimento, cuore dell’abitato di S. Marina Salina, lo è – altrettanto – la dimensione orizzontale delle case rurali disposte nel paesaggio dell’isola, anche se i palazzetti delle famiglie mercantili non superano i due piani fuori terra. Da una parte sono incassate nella collina, dall’altra sono riparate dal pergolato, che si protende davanti ai locali abitativi.
Nella realtà sociale del piccolo arcipelago eoliano, oltre al sistema costruttivo elementare e all’uso dei materiali locali, alcune particolarità facilmente individuabili, anche se non esclusive (bagghiu, pulera, bisolu, astricu, camini, fori di ventilazione, ecc.), dipendono strettamente dalle continue azioni di adattamento e selezione effettuate dalla popolazione rispetto alle condizioni ambientali nel loro complesso.
Inoltre, la tendenza alla conservazione tipica delle comunità tradizionali, unita al concetto di insularità e ai relativi aspetti di chiusura, finisce per contribuire alla marginalità, se non all’isolamento.
Tali fenomeni possono chiarire la persistenza di forme arcaiche e di spazi minimi pluriuso nelle tipologie abitative, che denunciano oggi un’estrema fragilità, essendo scomparsa, sia pur gradatamente e con continui adattamenti, la struttura socio economica e culturale che li rendeva necessari e sufficienti e nello stesso tempo simbolicamente significativi nella loro essenzialità.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)