S.Maria del Soccorso a Noicattaro

La si vede da lontano, elevarsi tra vigne e pini nella campagna vicina a Bari. Un edificio che emerge dalla terra e mostra il volto della tradizione: la forma infatti riecheggia forse quella dei covoni che campeggiavano un tempo sui terreni agricoli, nell’estate matura; oppure quella dei trulli, coi quali condivide il biancore della copertura in pietra. Una forma semplice, familiare, elementare che tuttavia, grazie all’invenzione della doppia semicupola, si rivela ricca di sottotoni, suscettibile di un fecondo dialogo, capace di ampia articolazione spaziale.

La scelta progettuale è stata quella di recuperare la tipologia storica delle masserie, organismi base della vita delle campagne pugliesi. La masseria è composta da diversi edifici: una torre, spesso una chiesa, alcune abitazioni, una stalla, un frutteto, un orto, tutti racchiusi da un muro di cinta. Da questo modello radicato nel luogo è derivata la suggestione di una chiesa intesa come luogo saliente dell’organismo, articolato ma unitario, del centro parrocchiale, con i suoi locali per la catechesi e per la ricreazione e i suoi spazi aperti per lo sport e per il contatto con la natura.

vista dall’aula liturgica allo spazio dell’ingresso alla cripta

In questo modo la chiesa – l’aula liturgica – è stata intesa come centro al quale attingono forza e significato le diverse attività parrocchiali. La pianta del complesso è pertanto organizzata in modo radiale: dall’aula liturgica, secondo un movimento centrifugo a doppia spirale, prendono vita i diversi spazi aperti e chiusi che compongono il complesso. L’imponente altezza della copertura dell’aula (ventinove metri) ne fa un autentico centro di gravità, maestosamente ancorato al suolo. Così la dinamica dell’insieme architettonico appare solenne, acquista un tocco di quella maestosità che si riconosce nei moti planetari. I periodi che scandiscono il ritmo del tempo, il volto stesso del trascorrere di flussi e oggetti cui diamo il nome di “tempo”. Da sempre il tema della cupola si intreccia con quello della volta celeste. In questa realizzazione l’armonica continuazione della dinamica interna della cupola nelle sue propaggini degli spazi parrocchiali, fa sì che oltre alla sensazione di ascesa, data dall’altezza della copertura, si realizzi una dinamica orizzontale. È il varco di luce che si apre fra le due semicupole accostate, l’aspetto che più di ogni altro elemento dell’insieme si riveste di forza dinamica, e si presenta come motore primo della composizione architettonica. Il piano, luogo del “confine” tra le due semicupole leggermente disassate, di altezza diversa, ma perfettamente combacianti nel dar luogo a una copertura unica, diventa elemento dal potere liberatorio, momento in cui avviene il cambiamento, in cui si manifesta la “rotazione” immaginabile in pianta e in cui ciascuna delle due semicupole assume identità propria nel dialogo con l’altra. Biunivoco incontro di identità diverse che concorrono a un unico fine spaziale. Le listelle orizzontali disposte lungo la parete sottolinea l’uniformità dell’ambiente dell’aula e modellano luci e ombre. Sembrano strapparle al loro spiovere dall’alto per proiettarle sui piani orizzontali dove fisicamente si svolgono le funzioni liturgiche. Sotto il piano dell’aula, la cripta si presenta come luogo aperto. E questa apertura, a tutta altezza nella zona di accesso alla chiesa, mette in rilievo non il “sottostare” della cripta, bensì il “sovrastare” dell’aula, che qui quasi assume l’immagine della balconata. L’unirsi di legno lamellare, acciaio e pietra nella copertura e nelle murature a secco si presenta come un excursus diacronico: i diversi materiali rappresentano epoche diverse. Tecniche antiche si accompagnano a tecniche avanzatissime.

S. Maria del Soccorso, Noicattaro (Bari)
Indirizzo: Via della Repubblica (Noicattaro – BA)
Progetto architettonico: Di Blasi Associati (Milano)
Calcolo strutture: Studio Chiaia (Bari)
Costruttrice: Impresart Costruzioni Srl (Bari)
Legno lamellare: Stratex SpA (Sutrio – UD)

L’impresa e la chiesa: STRATEX SpA Industria Travi Lamellari
«È la prima volta che realizziamo una struttura così concepita: doppia semicupola su cui poggia una copertura in lastre di pietra: una struttura assai singolare…» ci spiega il Dott. Nicola Plazzotta, dirigente della Stratex SpA Industria Travi Lamellari di Sutrio (UD). Quella di Noicattaro non è la prima chiesa la cui struttura è stata preparata dalla Stratex, che ha già lavorato per diversi edifici di culto un po’ in tutta Italia e ha al suo attivo altre opere di notevoli dimensioni quali il Golf Club di Lignano (Udine) e l’Azienda ortofrutticola “Giuliano” di Turi in provincia di Bari (una superficie coperta di 6.000 mq).

«Ci piace realizzare opere nuove, di grande impatto architettonico. Uscire dalla routine rappresenta sempre una sfida salutare che affrontiamo con piacere e con tutto il nostro bagaglio tecnico» sottolinea Plazzotta.
Le dimensioni della doppia cupola sono notevoli. Hanno rappresentato una particolare difficoltà?
La semicupola maggiore arriva a un’altezza di circa 29 metri. Per intenderci, un palazzo di 10-11 piani. La semicupola minore si ferma a una quota di 24 metri. La difficoltà principale è stata quella del montaggio dei diversi spicchi che compongono le due semicupole. Queste sono state assemblate a terra e messe in opera da una gru con forte sbraccio. I diversi “spicchi” da cui sono costituite le due semicupole convergono in due anelli di acciaio (uno per cupola) ai quali sono imbullonati. Il problema era appunto quello di realizzare la convergenza. La precisione nella preparazione del manufatto in fabbrica e la abilità nel montaggio hanno consentito di superare ogni difficoltà. Come avete preparato il materiale? Abbiamo seguito il disegno dettagliato del progettista. Ma ovviamente, in questo come in ogni caso, abbiamo ristudiato tutto il progetto per ricalcolare dimensioni e pesi sia del legname sia della ferramenteria, cioè del materiale di nostra competenza. La parte dell’opera che ha richiesto più tempo è stata quella relativa al brise-soleil perimetrale e il rivestimento interno: a differenza delle travature verticali, che sono opera di carpenteria, questo è opera di falegnameria. Si tratta, insomma, di un prodotto un po’ più artigianale. Nel complesso il tempo totale di lavoro è stato circa di due mesi e mezzo. Peso, materiale e dimensioni sono eccezionali? Il peso di ogni spicchio si aggira sui 150 quintali. Il legno è l’abete rosso di provenienza nordica: quello comunemente usato per il lamellare. Le dimensioni sono significative ma non eccezionali: possiamo realizzare travi lunghe fino a 42 metri senza giunzioni e di oltre 80 metri con le giunzioni.

La cripta sopra la quale si nota lo sviluppo dell’aula. L’aula si presenta quasi come una balconata verso la’pertura dell’entrata.

L’impresa e la chiesa: IMPRESART Costruzioni Srl
Con la sua struttura ardita e imponente, originale e complessa, la chiesa di S. Maria del Soccorso a Noicattaro è il fiore all’occhiello di Impresart Costruzioni S.r.l., attiva nell’ambito dei lavori pubblici e privati, specializzata nella realizzazione di strutture di notevole pregio, sacre e civili. L’Amministratore di Impresart, Geom. Saverio Bellomo, ci parla di questa particolare esperienza di lavoro. In che cosa si distingue la realizzazione di una chiesa dalle altre costruzioni cui siete abituati?
Il nuovo centro parrocchiale S. Maria del Soccorso sviluppa una superficie utile di circa 2.100 mq, nella quale sono contenute, oltre all’aula liturgica, la sacrestia, le aule per la catechesi dei ragazzi, sale ricreative, un auditorium e la canonica. La realizzazione dell’intero complesso ha richiesto una particolare attenzione per interpretare al meglio l’intenzione del progettista, di accostare forme e materiali tradizionali pugliesi a soluzioni architettoniche d’avanguardia. Dal punto di vista esecutivo questa esigenza ha comportato, in corso di esecuzione, una continua verifica dell’opera per controllare la rispondenza del risultato agli obiettivi del progetto.
Quali sono stati gli aspetti più “delicati”, che hanno richiesto maggiore attenzione?
Sicuramente la parte più delicata e impegnativa dell’opera è stata la copertura della chiesa, realizzata con due semicupole in legno lamellare, parzialmente sovrapposte tra loro. I problemi incontrati sono stati soprattutto legati alla difficoltà del montaggio della struttura, che ha richiesto l’utilizzo simultaneo di due autogrù e di notevoli opere provvisionali, nonché l’impiego di numerose maestranze e di una perfetta organizzazione per il coordinamento delle operazioni. Non da meno è stato il montaggio del rivestimento esterno della cupola, in pannelli costituiti da una lastra di pietra Apricena spessa 6 mm, unita a un supporto idoneo a conferirle una appropriata resistenza alle sollecitazioni meccaniche. Questa è stata la prima volta che si è utilizzato questo tipo di pannello per rivestire delle cupole e ciò ha comportato un notevole lavoro per individuare il sistema di ancoraggio più idoneo, considerando anche le caratteristiche della struttura, estremamente sensibile all’azione del vento.
Quale la scelta degli impianti?
La scelta degli impianti è stata di tipo tradizionale, con l’eccezione delle aule liturgiche (chiesa e cripta), nelle quali si è optato per la realizzazione di un impianto di riscaldamento a pavimento. Questo asseconda perfettamente le esigenze della chiesa, abbattendo significativamente i costi di esercizio.

 

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