La ristrutturazione del presbiterio sembrava impossibile, gli spazi erano così ridotti e l’architettura così coerente ed importante da rendere impropria qualsiasi soluzione. Era dunque un gioco di paziente ricomposizione (*). Dalle premesse dell’arch. Bruno Cassinelli, progettista dell’intervento, si legge la difficoltà dell’approccio progettuale dell’adeguamento del presbiterio dovuta all’esiguità dello spazio, la presenza di una balaustra novecentesca in marmo e l’altare monumentale in cui era conservata la custodia eucaristica, da mantenere. Per dare funzionalità al presbiterio, l’adeguamento, eseguito tra il 1990 e il 1996, ha comportato la maggiorazione dello spazio liturgico verso l’aula di circa un metro dall’originale posizione e la ricollocazione delle balaustre, accettate come elemento compositivo. La definizione dei nuovi poli liturgici si è quindi attuata con la collaborazione dell’artista Lorenzo Mangili, che ha curato la realizzazione delle parti scultoree, dell’ambone, della sede, oltre che di alcune delle suppellettili. Il nuovo altare, realizzato in marmo bianco di Asiago e impostato su un supporto marmoreo, ha sostituito l’originale nella posizione centrale dell’esigua area del presbiterio. Gli altri luoghi liturgici, l’ambone e la sede, realizzati in bronzo dorato con soluzioni scultoree per non appesantire lo spazio, hanno trovato adeguata collocazione il primo sopra la balaustra di sinistra e il secondo sulla predella esistente dell’altare dove ha sede la custodia eucaristica. La sede presidenziale, con i due scanni a lato, è realizzata con un evidente richiamo alla forma circolare dell’elemento centrale dell’altare. La gerarchia è evidenziata dalla dimensione del dossale, più alto per la sede presidenziale, calandrato con forma a nicchia dove il celebrante assume una posizione solenne che richiama le statue vescovili tardo gotiche. L’ambone, in bronzo dorato, si compone di una lastra piena rettangolare appoggiata a terra e sulla balaustra; riporta simbologie che richiamano figure ermetiche e i segni dell’artista che ha lasciato evidenti le proprie impronte sul fronte liscio a vista. A lato, una verga di bambù in bronzo dorato è l’elemento narrativo che richiama simbolicamente la verga dell’apostolo-pastore , seminatore della Parola (*). La nuova collocazione del battistero, progettato nel 1990, conclude una lunga storia di “spostamenti e sostituzioni” che lo vedono presente nella chiesa già dall’origine, sostituito poi con un nuovo manufatto più prezioso; subisce quindi due traslazioni entro la navata nel 1627 e nel 1740 e ivi rimane fino al 1919, quando viene rimosso e collocato in una cappella privata esterna alla chiesa, posta ai piedi del campanile dove resta fino al 1973 quando, a seguito dell’abbattimento dell’edificio, viene accantonato e sostituito con un mobile in ottone che rientra nella chiesa per essere utilizzato nelle funzioni pubbliche davanti all’altare e quindi spostato all’occorrenza. Con l’inizio dei lavori si pensa alla definitiva collocazione del fonte battesimale che trova posto quindi in un vano libero laterale allo stesso livello del presbiterio. A realizzazione avvenuta il fonte viene benedetto da mons. Angelo Paravisi in occasione delle celebrazioni del 250° anniversario della consacrazione della chiesa. La forma architettonica dello spazio è circolare, con pareti lavorate a stucco e pavimento con giochi radiocentrici di marmo, il fonte è in marmo lucido che, con alcune scalfiture riporta i segni del lavoro dell’uomo; a lato un tubo in ferro grezzo, dal quale esce l’acqua, carico delle stigmate della lavorazione manuale (*) riporta alla memoria le fonti delle cascine dove l’acqua sgorga dalla terra .
SCHEDA ADEGUAMENTO LITURGICO CHIESA: San Giorgio Martire in Treviolo (BG) Datazione originale circa 900 dc , riedificata nel 1670 e sistemata tra l’800 e il ‘900.
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