S.Francesco, un restauro esemplare

Una chiesa che testimonia la primissima ora del francescanesimo ed ha superato i secoli accumulando nel proprio corpo, stratificati, i segni di tutte le epoche attraversate, ma anche laceranti ferite, è oggi oggetto di una cura conservativa particolare, che sorge dall’unirsi di rispetto per la memoria, di valorizzazione dell’arte e di adattamento liturgico. Grazie alla collaborazione tra committenti, comunità, istituzioni civili.

La Chiesa di San Francesco d’Assisi in Terni è monumento insigne per la memoria, per l’arte, per la spiritualità, che da secoli rimane egregio riferimento della vita religiosa, sociale, culturale. La sua origine testimonia la primissima ora del francescanesimo, poiché fu San Francesco stesso a scegliere quella contrada, allora rurale, per i suoi frati; la sua attualità mostra la presenza salesiana, poiché da oltre mezzo secolo vi operano i figli di don Bosco a servizio dei giovani e dei fedeli. L’importanza santuariale del sacro edificio è dimostrata dai numerosissimi interventi di abbellimento e rifacimento dispiegati lungo i secoli. Si tratta di una fabbriceria particolarmente attiva anche in questo periodo, dal momento che è stato avviato un esemplare restauro conservativo, ristrutturativo, adeguativo, illuminotecnico. Sotto il profilo conservativo si è aperto un cantiere volto al consolidamento statico delle strutture murarie e alla tinteggiatura delle parti interne non iconografate, oltre che alla pulizia dei laterizi. L’austerità delle forme romanico-gotiche – tipicamente francescane – si è così ricongiunta con i rifacimenti cinquecenteschi e con le successive superfetazioni, ridando al sacro edificio la propria unità, senza tacitare nei dettagli la stratificazione storico cultuale e le ferite inferte dall’ultimo conflitto mondiale. Sono altresì in previsione restauri conservativi e filologici del campanile e della facciata, nella speranza che questa possa poi specchiarsi in un’area del piazzale antistante, opportunamente ridisegnata a modo di sagrato. Sul fronte ristrutturativo l’intervento ha previsto il recupero volumetrico dell’ala del chiostro addossata alla chiesa. Questa venne distrutta, con altre parti del complesso conventuale, durante i numerosi bombardamenti che colpirono la città di Terni. Pur con forme architettoniche innovative, si è voluto rispettare il segno architettonico preesistente, così da ridare la percezione del chiostro in forma non imitativa.

“I lavori intrapresi per la chiesa di San Francesco rappresentano un esempio di rispetto della memoria, di valorizzazione dell’arte e di adattamento alla liturgia. Le tracce storiche sono conservate nella loro artisticità e nelle loro lacerazioni ”
La facciata della chiesa. Il corpo medievale, riconoscibile nella parte centrale, è stato successivamente allargato.

Nel suo complesso tale chiostro è in attesa di definitiva risistemazione per la quale, oltre agli interventi di restauro e di recupero degli affreschi (probabilmente ancora presenti nelle lunette sotto le ripinture), è prevista la ricostruzione di una quinta muraria, onde definire compiutamente lo spazio, e si prospetta l’inserimento al centro di un’installazione, da affidare ad artisti contemporanei. Il passato viene pertanto a coniugarsi felicemente con il presente, dal punto di vista architettonico e artistico. Sul fronte adeguativo l’intervento, in più tappe, sta definendo i luoghi liturgici nel contesto dell’architettura e dell’iconografia. È stata ristrutturata l’area presbiteriale, variando le quote pavimentali in un nuovo sistema di gradonature, avanzando l’altare maggiore quattrocentesco orientato verso il popolo, ponendo in aggetto sull’aula un moderno ambone polilobato, collocando in asse al’altare la sede e i seggi, conservando sospesa sull’altare la grande croce lignea del secolo scorso (copia della giottesca riminese). Quanto ottenuto con la costruzione del vano in luogo della preesistente ala del chiostro è stato destinato alla penitenziera e alla sagrestia. È in corso di ridefinizione il fonte battesimale che sarà collocato in un’area ribassata rispetto al pavimento della cappella posta a sinistra del presbiterio, dove l’iconografia commenterà la morte al peccato e la rinascita alla grazia mediante figure di Cristo morto e risorto. Va notato che la cappella di destra, commissionata da Monaldo Paradisi, presenta la seconda venuta di Cristo e il Giudizio universale, pregiata opera di Bartolomeo da Tommaso (seconda metà del ‘500), ammiratore – come il Paradisi – della apocalittica predicazione di San Giacomo della Marca. Di conseguenza, le due cappelle hanno un organico programma iconografico che supporta i riti sacramentali. La riserva eucaristica sarà invece collocata nel corpo di fabbrica costituito a modo di transetto che originalmente era destinato al culto della Croce Santa.

La navata, vista verso la controfacciata.
Il nuovo corpo aggiunto, ove trova posto la penitenzieria.
La navata, vista verso il presbiterio.

Tale spazio, fortemente danneggiato dai bombardamenti, era stato decorato nel 1575 da Sebastiano Flori da Arezzo con le Storie della Vera Croce. Ora, ricostruito e restaurato nelle parti superstiti, fungerà da cappella feriale e luogo di adorazione personale. Il prezioso reliquiario della croce, di scuola umbro-senese del XV sec., verrà inserito nel basamento dell’altare disegnato in congrue forme minimali; il tabernacolo a muro sarà contornato dai bozzetti di Paolo Borghi realizzati per la progettazione del nuovo altare della Cattedrale t
ernana; i sedili dei fedeli costituiranno una sorta di coro atto al raccoglimento religioso. Iconograficamente, oltre a sottolineare la memoria storica della confraternita dedita al culto della croce, la cappella richiamerà con i bozzetti di Borghi il legame con il cuore della Diocesi. A coordinare dinamicamente la fruizione dell’intero sistema santuariale è la nuova illuminazione che prevede una soluzione abituale per la percezione artistica, una liturgica per i diversi momenti rituali, una scenografica per i momenti festivi. I lavori intrapresi per la chiesa di San Francesco rap-presentano un esempio di rispetto della memoria, di valorizzazione dell’arte e di adattamento alla liturgia, al fine di incentivare l’approdo religioso delle diverse emozioni suscitate dall’insigne monumento. Le tracce storiche sono conservate nella loro artisticità e nelle loro lacerazioni, così da diventare motivo di devozione. Le modificazioni liturgiche permettono l’utilizzazione ottimale dell’intero sistema architettonico. L’impresa, ancora in fieri, dimostra come la sollecita collaborazione dei committenti ecclesiastici, delle pubbliche istituzioni e della comunità cristiana possa approdare a risultati degni di menzione, come è stato sottolineato da tutti gli intervenuti all’inaugurazione del 4 ottobre 2003, festa di San Francesco d’Assisi. Don Fabio Leonardis, responsabile dell’Ufficio Diocesano per i Beni Culturali della Chiesa e don Gaetano Finetto direttore-parroco della locale Comunità Salesiana hanno saputo coordinare le risorse, seguire i lavori, sensibilizzare i fedeli. Il volume in corso di pubblicazione, realizzato da Giuseppe Cassio, offrirà ai lettori la complessa storia di questo monumento in riferimento alla spiritualità ternana, così da valorizzarlo a vantaggio dell’intera collettività. Quest’altro esempio conferma come Terni stia vivendo una felice stagione per quanto concerne la conservazione e valorizzazione dei beni culturali posti al servizio della missione della Chiesa.

Rev. Prof. Carlo Chenis, SDB

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