Rieti, due sagrati per la cattedrale

Testimonianze – La Piazza aperta al dialogo

Nel nucleo di Rieti, due sagrati per la cattedrale

La Diocesi di Rieti, costituitasi fin dai primi secoli d’irradiamento del Cristianesimo lungo il corso delle vie consolari costellate dai martyria, ebbe il suo nucleo nella chiesa intitolata a Santa Maria Madre di Dio, eretta sullo sperone di travertino su cui era stata fondata la Reate sabino-romana. Sul sito della più antica basilica paleocristiana, fu costruita,
fra il XII e il XIII secolo, l’attuale mole della cattedrale, arricchita da numerose, eleganti cappelle nel corso dell’età post tridentina. La chiesa romanica, che alla basilica inferiore consacrata nel 1157 dal vescovo Dodone sovrappone le tre ampie, solenni navate dell’aula superiore, si sviluppa longitudinalmente lungo l’asse del decumano maggiore ed apre la sua facciata dominata dal campanile che svetta in posizione avanzata come una torre di guardia sulla vallata a meridione, solcata dal Velino. La torre campanaria ed il battistero di San Giovanni in Fonte si legano armoniosamente al corpo centrale del duomo grazie all’arioso porticato fatto erigere intorno alla metà del Quattrocento dal cardinale Angelo Capranica, che guidò la Diocesi reatina fra il 1450 ed il 1468. La cattedrale di Santa Maria a Rieti si affaccia dunque su due diversi sagrati, l’uno a settentrione, delimitato dalla loggia delle benedizioni di quello che fu al tramonto del XIII secolo il palazzo dei papi ed allestito negli anni Venti del Novecento nello stato attuale, con la sobria statua bronzea dedicata dallo scultore reatino Cristo Giordano Nicoletti a San Francesco d’Assisi, l’altro invece aperto a sud-ovest, affollato durante il medioevo da sacre rappresentazioni e funzioni liturgiche, utilizzato per decenni come
parcheggio ed oggi, finalmente, in attesa di un più organico progetto funzionale che possa restituire lo spazio antistante alla chiesa ad introdurre fisicamente il visitatore all’esperienza di introspezione, meditazione e preghiera che in essa è destinata a compiersi.

D.ssa Ileana Tozzi, Storica dell’arte
Consulente Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Rieti

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