Restaurare opere vere

La Chiesa non solo è espressione di vita, qualcosa che nasce dalla vita, ma è una vita. Una vita che ci raggiunge da molti secoli a noi precedenti. Chi si accinga a verificare una propria opinione sulla Chiesa deve tener presente che per l’intelligenza reale di una vita come la Chiesa occorre adeguata convivenza…. La Chiesa è «vita» religiosa. Così scrive Mons. Luigi Giussani nel suo recente volume "Perché la Chiesa". Sono considerazioni che ispirano una riflessione che, partendo dal livello ecclesiologico, investa anche l’architettura della chiesa, in tutte le sue articolazioni. Dalla progettazione al restauro. Nel concetto di convivenza è implicito un percorso che attraversa la storia e attiene ai costumi, alle particolarità delle usanze locali, all’evolversi della liturgia, come anche agli uomini che concretamente
portano le loro tribolazioni, le loro speranze, le loro ansie nell’unirsi nella partecipazione alla fede. E l’architettura che cos’è, se non il vestito materiale che accoglie questa partecipazione? E’ la testimone e l’occasione di un incontro concreto, che avviene nella storia. Che è, appunto vivo. L’annuncio cristiano è che… il mistero è diventato fatto
storico, un uomo si è detto Dio, sottolinea Giussani.

L’Arch. Gjlla Giani e il Ministro On. Giuliano Urbani a Mosca.
Riunione della delegazione italiana con quella russa.

Elemento cardine è questa contemporaneità dell’evento: la sua reale attualità. Quando noi architetti pensiamo al "restauro", andiamo alla ricerca della autenticità che l’architettura ha accumulato nella sua storia.Ma è sempre qualcosa di passato, che il presente vuole mantenere così come è venuto a essere cinquanta, cento, trecento anni or sono. Nei suoi duemila anni di storia, la Chiesa ha dato vita alle architetture più preziose, che tutti ammirano. Ma oggi l’annuncio è ancora vivo e fertile. E l’altare è una mensa attorno alla quale si raccoglie il popolo di Dio per celebrare insieme col presbitero.Quella mensa è luogo dell’evento nel momento della celebrazione e simbolo dell’evento al di fuori della celebrazione. In ogni caso il fulcro per il quale la chiesa è viva, per quanto antichi siano i suoi muri, e non museo di sé stessa. Ecco che quando si interviene su una chiesa due sono le operazioni che si compiono: una è quella di restaurare un edificio che è involucro – il vestito – della celebrazione. L’altra è quella di adeguare quel luogo alla celebrazione viva per la Chiesa dell’oggi. Da questa duplicità nascono a volte incomprensioni dettate dal contrastante impegno: di conservare il passato da un lato, dall’altro di innovare per adeguare al rito dei nostri giorni. Ma la Chiesa ha autorevolmente ragionato su questi aspetti e pubblicato documenti che chiunque voglia porre mano a una chiesa deve conoscere, tra i quali si segnalano le Note Pastorali della Conferenza Episcopale Italiana: "L’adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica" e "La progettazione di nuove chiese". La prima del 1996, la seconda del 1993 (entrambe sono pubblicate su CHIESA OGGI architettura e comunicazione n. 22 del 1996). In questi anni sono stati aperti diversi corsi di specializzazione sull’architettura ecclesiastica: ne diamo informazione sull’allegato della nostra rivista, MASTER, diretto dal Rev. Prof. Carlo Chenis. Intervenire o progettare lo spazio per la comunità celebrante è cosa che richiede grande sensibilità e cognizione di causa. L’interdisciplinarietà è sempre stata l’obiettivo della nostra rivista, il cui scopo è rendere conto della complessità delle operazioni che riguardano la chiesa.Dal rilievo fotografico (di cui diamo conto a pag. 58), al restauro (quello della Basilica di Superga, che presentiamo a pag. 51, è di eccezionale valore storico, architettonico e paesaggistico), alla difesa dai furti e dall’ingiuria del tempo, all’analisi delle cause del degrado, all’adeguata progettazione di nuove chiese. I nostri lettori sanno che il percorso per intervenire sulla chiesa è complesso. Ma, con una buona formazione e informazione, è praticabile garantendo che l’edificio della chiesa, rivolto com’è all’eterno, viva nell’attualità.

Giuseppe Maria Jonghi Lavarini

ARCHITETTURA E COMUNICAZIONE PER IL DIALOGO CULTURALE

Il rafforzamento del dialogo culturale e della reciproca conoscenza: questo l’obiettivo dell’incontro tra i Ministri della
Cultura e tra Autori ed Editori russi e italiani che ha avuto luogo a Mosca dal 18 al 20 febbraio 2004.
L’Arch. Gjlla Giani, Direttore Restauro e Patrimonio Culturale di CHIESA OGGI architettura e comunicazione ha
partecipato alla delegazione guidata dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali, On. Giuliano Urbani. «Tra Italia e
Russia lo scambio culturale è sempre stato importante – ha sottolineato l’Arch. Giani – L’arte e l’architettura sono
sempre state al centro di questo dialogo. Ed è giusto che oggi ci si possa voltare indietro e riflettere sul suo sviluppo
nel tempo, per promuoverlo con nuovo slancio. Dagli incontri di Mosca è nato un nuovo impegno per un più intenso scambio, tra Autori ed Editori oltre che tra i rispettivi Ministeri. In quest’ambito non posso non ricordare che Papa Giovanni Paolo II ha più volte ribadito con forza che il Cristianesimo costituisce la comune radice del continente europeo. Né si può dimenticare che lo stesso Santo Padre abbia ripetutamente posto in evidenza che i Beni Culturali sono uno strumento di dialogo essenziale. E che l’arte e l’architettura delle chiese hanno la capacità di avvicinare al dialogo anche coloro i quali sono lontani.
CHIESA OGGI architettura e comunicazione non può non ricoprire un ruolo centrale in questo dialogo tra due grandi Paesi i cui territori e la cui storia hanno sempre avuto nelle chiese un elemento basilare».
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;Il Ministro Giuliano Urbani e il Ministro della Cultura della Federazione Russa, Mikhail Shvydkoy hanno messo a punto il progetto di realizzare una Mostra multidisciplinare che illustri lo sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due Paesi, e questo è di importanza fondamentale» ha riferito l’Arch. Gjlla Giani. La Mostra si terrà a Roma, alle Scuderie del Quirinale, nell’ottobre del 2004 e a Mosca, al Museo Statale di arti figurative Puskin, nel primo semestre del 2005.
Il principio ispiratore della mostra è il sistematico confronto tra i percorsi delle diverse civiltà figurative attraverso
i secoli, da Bisanzio alle prime avanguardie del Novecento; percorsi che metteranno in evidenza ora le separazioni
profonde, ora i contatti ravvicinati, ora le analogie e le affinità culturali tra i due Paesi.

 

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