Regione Liguria. I progetti e le speranze.

Tratto da:
Il camino N° 83

Regione Liguria.I progetti e le speranze

 

Romolo Rimassa, perito agrario, è nato a Genova nel 1955 e da vent’anni è impiegato nella pubblica amministrazione. Per dieci anni è stato responsabile dell’Ufficio Agricoltura della comunità montana dell’Alta Valle Scrivia e dal 1993 si occupa di energia presso la Regione Liguria. Attualmente sta lavorando alla pianificazione energetica regionale studiando in modo specifico l’impiego delle biomasse.

 

 

 

 


In Liguria 370.000 ettari di bosco ceduo sono abbandonati

Come si sta muovendo la Regione Liguria riguardo all’utilizzo di biomasse come fonte alternativa di riscaldamento? Relativamente alle questioni delle biomasse noi, come Servizio Energia della Regione Liguria, ci stiamo attivando in un modo molto concreto, anche perché la Liguria presenta problematiche legate al territorio non indifferenti, soprattutto in questo periodo. L’ipotesi che portiamo avanti è questa: premesso che abbiamo circa 370.000 ettari di bosco per la maggior parte abbandonato, governato a ceduo e fortemente invecchiato che sta creando danni enormi, abbiamo pensato, in questo contesto appunto, di valorizzare dal punto di vista energetico il residuo legnoso ricavato dalla gestione forestale, tentando l’avvio di un processo di filiera del legno e dando d’altra parte un grosso contributo al territorio, alla prevenzione degli incendi e così via. Abbiamo dunque avviato un progetto pilota nella Valle Stura, molto instabile da un punto di vista geologico. La valle infatti, che fa parte del bacino del Po, ha una frequenza altissima di alluvioni, con fenomeni di galaverna che hanno rovesciato numerose piante. Abbiamo pensato, utilizzando le tecnologie più semplici come la produzione di calore e la distribuzione di teleriscaldamento, di valorizzare in loco la risorsa per creare una sorta di indotto locale che permetta poi di riattivare tutto il processo. Ci stiamo lavorando, abbiamo fatto progetti in collaborazione con le comunità montane, i comuni di Rossiglione, Masone e Campo Ligure. Con l’inizio del nuovo anno dovremmo realizzare il primo impianto da 1 mega watt termico cheLiguria dovrebbe essere affidato in gestione al locale consorzio di gestione forestale. Attraverso tre impianti, uno per comu-ne, potremmo utilizzare dai 30 ai 35.000 quintali circa di scarto all’anno. Tutto questo potrebbe far sì che il consorzio abbia una locazione certa del residuo, che verrebbe valorizzato in loco e venduto a un prezzo certo. E questo dovrebbe consentire, avendo la sicurezza di allocare un certo quantitativo di prodotto, di avviare veramente un processo interessante. Questa azione ovviamente è seguita attentamente da tutti gli enti locali, Provincia, Comune, Comunità montane… e da noi Regione, che cerchiamo di valutarla e di monitorarla sotto tutti gli aspetti, come ad esempio le reazioni della zona nell’ambito del rischio incendio, dopo di che, se gli effetti sono positivi, questo tipo di azione si diffonde su tutto il territorio regionale e au-spicabilmente anche fuori. E per quanto riguarda i pellets? Il pellets, un po’ come la cogenerazione, richiede un costo aggiuntivo. Se infatti si aggiunge alle 12/13.000 £ del prezzo al quintale, che è il costo demachiatico di questo legno, un costo aggiuntivo di pellettizzazione, si esce dai margini di mercato e non si riesce a collocare il prodotto. E lo stesso discorso vale per impianti più importanti quali la cogenerazione. In generale dobbiamo utilizzare tecnologie di basso costo, che offrano garanzie soprattutto per l’ambiente, ma che siano tecnologie semplici da applicare sul territorio, localizzate, e che consentano di utilizzare questa ri-orsa alternativa. Questo è l’obiettivo che ci dobbiamo porre, perché diversamente non rimarremmo all’interno di determinati costi. Ovviamente l’ente pubblico non può sostenere tutti gli oneri…in questo momento sta sostenendo l’impianto pilota, ma l’auspicio è che intervenga poi anche il privato. Noi stiamo facendo il possibile e ci auguriamo possa dare presto buoni risultati.

Biomassa

Tra le varie tipologie di biomasse utilizzabili, è la legna in assoluto il combustibile di maggior utilizzo, mentre le rimanenti tipologie si configurano in linea di principio come elementi energetici succedanei”. Dall’indagine svolta da V. Gerardi e G. Perrella dell’ENEA, risulta che, nel novero delle famiglie utilizzatrici, la legna viene usata prevalentemente dalla quasi totalità degli intervistati, con un’utilizzo complessivo che supera il 98%. Per altre biomasse si intendono: carbone di legna, gusci di frutta secca e sansa (residuo delle olive dopo la spremitura).

 

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