RAFFINATEZZA E TRADIZIONE

Nel centro antico di Milano
serivizio di Gabriella Anedi
foto Athos Lecce

La casa è posta nel centro storico di Milano e, per quanto ristrutturata in anni recenti, ha conservato la tipica corte con una sequenza di terrazzi tipo “ringhiera” che disegnano un atrio insolitamente silenzioso ed eccezionalmente verdeggiante. L’appartamento è abitato da soli tre anni (ma concentra esperienze e ricordi di una vita precedentemente trascorsa per molto tempo a Londra) da Patrizia Sistopaoli, giovane professionista che ha deciso di concentrare in un unico spazio famiglia e lavoro.

Una sensazione di fluidità avvolge chi entra in questa casa. Ambienti e funzioni sono infatti armonizzati grazie a una attenta regia compositiva ed anche cromatica.

Mobili antichi di pregio in un ambiente del tutto moderno.
Come era la sua casa londinese?
“Molto orientale, dipinta con vaste pareti cariche di rossi intensi. Ora la mia passione per l’Oriente si è un po’ stemperata, ma osservo sempre con attenzione quanto proviene da un mondo che in realtà non ho mai visitato ma che, forse perché sognato, incide nel mio immaginario più di qualunque contatto diretto. Ricordo le mostre londinesi come occasioni preziose per entrare in rapporto con materiali e colori che corrispondevano al mio gusto personale”.
Ci sono difficoltà a conciliare ambiente domestico e attività professionale?
“Per me, no. Inoltre, come partner nella consulenza finanziaria di uno studio legale tributario, il luogo è decisamente secondario. La realtà che devo seguire è raggiungibile solo attraverso internet e la parabolica. Passo otto-nove ore al giorno seguendo in diretta gli andamenti delle principali borse mondiali, un lavoro affascinante ma anche molto faticoso nella sua astrazione. Ecco allora che il lavorare in casa mi permette, in qualunque momento, di ristabilire un contatto fisico e sentimentale con le cose: un libro, un tessuto, un pranzo leggero, il giardinaggio. Tutto è a portata di mano: il mondo e il mio microcosmo”.
Forse è fatta anche di questo la fluidità cui prima si accennava, con quella dimensione umana del lavoro che proprio le moderne tecnologie da pochi anni hanno reso possibile in ogni casa. La zona lavoro è estremamente contenuta: un tavolo e una sedia. Gli altri due alleati sono i comuni elettrodomestici di una casa qualunque: un telefono, un televisore, un computer, un fax. Ancora: la fatica di chi deve sempre tenere lo sguardo puntato sugli schermi, è alleviata dalla profondità prospettica che, piano dopo piano, conduce all’infinito di un gradevole trompe-l’oeil.

Nella sala da pranzo, illuminata da un lampadario in ferro battuto modernissimo, le housses nascondono preziose sedie del Seicento.

 

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