Quando le opere sono ispirate al dialogo

Arte – La personalità nel ritratto

Difficile ritrarre un prelato, stretti da un lato dalla tradizione e dall’ufficialità, dall’altro dai tratti del carattere proprio della persona. Così bisogna saper usare l’intuito e agire con delicatezza e sensibilità. Don Carlo Maria Scaciga presenta alcune opere di Francesco Gonzales, giovane artista novarese che ha già accumulato una notevole esperienza muovendosi con abilità in diverse discipline.

Quando, per un artista, si usa la categoria "eclettico" non sempre si suscitano moti di apprezzamento. Quasi che significhi, sempre e comunque, mancanza di ispirazione originale, di autentica energia interiore, di autonomo itinerario artistico. In questa accezione "bassa", allora, Francesco Gonzales non è eclettico: multiforme, però, direi di sì. Come multiforme e variegata è la sua formazione e ancor più lo sono i suoi interessi.
Francesco Gonzales

Dal Liceo Artistico all’Accademia di Brera, Corso di Scenografia (ma tesi in Storia dell’Arte); dalla Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte (l’Archivio fotografico, miniera di conoscenze preziose sul patrimonio artistico, la Pinacoteca Albertina, scrigno di bellezza e di tesori unici, il Real Collegio Carlo Alberto, caro a un De Amicis e delicato oggetto di tutela) alla esperienza di scenografo realizzatore all’Arena di Verona; dall’ attività di scenografo e costumista alla realizzazione di immaginifici trompe-l’oeil e all’interesse per la fotografia: e poi la passione irrefrenabile per la musica, specie la musica barocca e il melodramma, non solo costantemente fruita ma anche frequentata grazie alla scoperta di una prodigiosa voce da controtenore. Tutte le esperienze si sono, più che sedimentate, accostate una all’altra e convivono in un ribollire di ispirazioni, suggestioni, memorie, slanci, smarrimenti che sono la ricchezza e il tormento di Francesco Gonzales. Ed emergono, tutte insieme, soprattutto nei ritratti, quelli più ufficiali come quelli di ispirazione amicale: il pennello stende una materia pittorica densa, a volte sontuosa, sempre ricca, bruna, luminosa, e cerca di "rubare" quel tratto, quel guizzo nello sguardo, quella ruga d’espressione in cui impercettibilmente si manifesta il personaggio.

Ritratto di Mons. Renato Corti,Vescovo di Novara. Olio
su tela, 2003, cm 60 x 80.
Particolare del ritratto di Mons.Walter Ruspi. Olio su tela, 2004, cm 100 x 70.

Nel solco dei più grandi, che non dipingono solo ritratti ma ritraggono persone, con l’intendimento di conoscere e rendere sulla tela qualcosa che sia almeno vicino a qualche frammento della mente e del cuore. Non facile il compito di ritrarre un vescovo, come Mons. Renato Corti, attuale vescovo di Novara. Da un lato emergeva, da parte dell’Ufficio
per i Beni Culturali della Diocesi, il desiderio di mantenere una tradizione secolare che nella Chiesa novarese consente di avere la serie ininterrotta dei ritratti dei Vescovi a partire da Carlo Bascapè (fine sec. XVI), esposti nella Sala detta, appunto, dei Vescovi. Dall’altro la riservatezza del personaggio esigeva delicatezza e rigore, uniti alla necessità di vincere qualche garbata ritrosia. Il dialogo tra il vescovo e l’artista ha consentito di vincere le difficoltà iniziali e ha condotto ad una consonanza di sensibilità tale da consentire a Francesco Gonzales di portare a termine
un ritratto che è sembrato cogliere i tratti caratteristici del personaggio. Il ritratto del canonico Ruspi ha, invece, caratteristiche diverse: non è un ritratto ufficiale ed è corroborato da una più intensa frequentazione con l’artista, che ha dunque potuto più agevolmente cogliere ed esprimere impressioni e sensazioni.

Don Carlo Maria Scaciga

Altre opere visibili in: <www.francescogonzales.com>


Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)