QUALITÀ DELL’ABITARE E QUALITÀ DEL COSTRUIRE: SOSTENIBILITÀ E ARCHITETTURA.

La ricerca dell’equilibrio e della sostenibilità, oltre alla conservazione delle risorse disponbili, rappresenta ormai la sfida di questo millennio.

In tutte le discipline della scienza ed in tutte le attività economiche la ricerca di metodi e processi che siano meno esosi non solo di energia ma anche di elementi primari quali l’aria e l’acqua, e meno impattanti per l’ambiente più in generale.

Tra le risorse una tra le più importanti, e peraltro non rinnovabile è il territorio. L’uso sconsiderato e senza razionalità del territorio, tipico dello sviluppo antropico ed urbano è un’altra importantissima emergenza.

A voler guardare lo stato delle periferie ed anche di alcuni centri storici italiani verrebbe da dire che per il nostro Paese oggi questa sia la vera emergenza.
Ma a chi spetta il compito di trovare un rimedio, a questa grave urgenza? In primo luogo a chi ha scelto di voler rappresentare i cittadini: amministratori pubblici, Sindaci ed assessori; ma certamente costoro poco potranno fare senza una guida ed un supporto tecnico illuminato.

I progettisti, gli architetti ed gli urbanisti che, chiamati a contribuire alla soluzione dei problemi legati all’invecchiamento delle città e del loro stock edilizio, dovranno non solo fari trovare pronti ma anche predisposti e preparati ad un compito che non è per niente facile o scontato.

La professione dell’architetto, dell’urbanista, è oggi molto compressa tra spazi negati dalla politica e dall’invadenza dell’interesse economico in ambiti sociali ed ambientali.

La capacità di costruire con materiali semplici ma idonei e disponibili in loco, con rispetto delle il “genius loci”, ha caratterizzato dal rinascimento in poi l’architettura italiana.

La qualità delle costruzioni realizzate ha permesso condizioni di vita migliori e sempre più favorevoli allo sviluppo armonico della città con il territorio ed i territori circostanti.

Qualcosa però si è interrotto, un corto circuito culturale ha deviato il focus dell’architetto dall’Uomo e dalle sue attività contribuendo a determinare un livello di degrado ambientale e degrado abitativo ormai intollerabile.

Si dovrebbe ripartire da qui.

Sono fiducioso, guardando all’impegno dei molti architetti che hanno partecipato alla nuova avventura di Archiprix Italia.

La qualità delle loro idee, la libertà creativa non ancora indebolita dal rapporto con una committenza o con le istituzioni, dimostra che la cultura dell’abitare sano, sostenibile, senza sprechi e senza eccessi è ancora ben rappresentata nelle Facoltà italiane.

Si tratta di farla emergere, correggendone gli eccessi o le limitazioni ma senza detrimerla.

Archiprix si propone nel suo piccolo di facilitare questo processo, mettendo in risalto l’architettura nella sua espressione più libera.

A tutti i giovani partecipanti, ed ai qualificati vincitori va quindi il mio augurio sincero per una proficua carriera: ne abbiamo bisogno!

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)