Proposte giovani per l’arte cultuale

Diretto da: Carlo Chenis
Periodico allegato a Chiesa Oggi architettura e comunicazione

Una finestra sul futuro.
Proposte giovani per l’arte cultuale.

Nel prospettare la rivalutazione del territorio ed un nuovo umanesimo, i beni culturali della Chiesa sono una finestra verso il futuro. Un futuro nell’aspetto occupazionale, creativo, gestionale. Per raggiungere questo obbiettivo occorre investire sulla formazione, accogliendo la creatività dei giovani e offrendo loro professionalità. Questo soprattutto in riferimento all’arte cultuale.

Quale l’iter metodologico?

Suscitare l’interesse emozionale. La ricerca muove dal desiderio, così che la prima tappa richiede l’educazione della domanda. L’attuale boom verso i beni culturali della Chiesa sta creando un interesse generale, ma occorre attivare nei giovani il desiderio di addentrarsi nell’architettura e nell’arte dedicate ad esprimere il culto cristiano. Provocazione che si può configurare rivisitando la storia dell’arte sacra con i suoi protagonisti – artisti, committenze, popolo – così da far emergere la meravigliosa avventura fatta di genio, di spiritualità, di emulazione, di condivisione, di conflitto, di complicità e, talvolta, anche di trasgressione. Accostandosi alle grandi vestigia del cristianesimo i giovani devono poterne recepire il vissuto complesso e seducente, così da desiderarne l’emulazione. Auspicabilmente tale attrazione emozionale verso il cursus storico va coniugata ad un possibile sbocco professionale.
Attivare percorsi interdisciplinari. Dall’interesse emotivo, all’informazione storica e alla formazione professionale. Sono queste le tappe per incanalare i giovani verso un settore, come quello dell’ar te cultuale, che esige un approccio interdisciplinare. Se, da una parte, occorre far vedere la complessità organica dell’arte sacra, dall’altra, è necessario analizzare rigorosamente le molteplici componenti. Per quanto un artista e un architetto debbano specializzarsi tecnicamente, essi devono anche avere una formazione generale sulle componenti teologiche, liturgiche, pastorali, estetiche, sociologiche, psicologiche, tecniche, iconologiche, storiche e storico-artistiche, al fine di inserire adeguatamente il frutto della propria creatività nel contesto cultuale comprendendo gli apporti delle diverse istanze. La bellezza dell’arte sboccia grazie all’humus del vissuto, donando ad esso splendore di forme mediante riscontri sensibili.
Promuovere la creatività d’equipe. La complessità del settore non permette un lavoro individuale, per cui occorre formare le giovani generazioni alla collaborazione. Un progetto deve concrescere nella sinergia delle varie competenze, al fine di assolvere preventivamente ai bisogni tecnico-cultuali, onde superarli ar tisticamente. Lo spazio cultuale va pensato come un’ampia scenografia. Similmente alla tipologia del teatro, la chiesa edificio deve essere fruibile dall’interno e anche dall’esterno. Non si tratta di un monumento disabitato, ma abitato, per cui va progettato in riferimento ai molteplici movi-menti rituali. Diversamente dal teatro non ci sono però spettatori, in quanto tutti gli occupanti sono at-tori, così che diventano anche fruitori. Internamente, quindi, lo spazio non è aperto verso il pubblico, poiché si tratta di un’unica e avvolgente scenografia; all’esterno, invece, si apre al territorio come richiamo ai fedeli e ai lontani. Di conseguenza, il genio dei sin-goli operatori deve sintonizzarsi in un’impresa comune capace di originare un prodotto unitario affi-dato ai fedeli e al divenire culturale.
Provocare esperienze sul campo. Dal momento che la riuscita dell’arte sacra è nell’«attiva partecipazione dei fedeli», durante la quale si ottimizza la fruizione dell’insieme, quanti intendono creare opere per la chiesa edificio devono sperimentare il vissuto ecclesiale nella sua storicità e nella sua attualità. Occorre quindi disporre i giovani artisti e architetti ad un approccio estetico capace di rivelare i significati iconologici e iconografici in contesto liturgico e con un’atmosfera spirituale. Questo non può essere realizzato solamente sul fronte teorico, ma esige l’esperienza pratica. La visita ai monumenti dello spirito, l’incontro con la comunità cristiana, la partecipazione a momenti rituali, sono requisiti indispensabili per progettare arte sacra. L’esperienza di architetti, artisti, tecnici, va convissuta con la committenza, che dovrebbe costituire il termine medio capace di coniugare l’impresa cultuale con il sensus fidelium.
Fornire strumenti di aggiornamento. Specialmente in questo periodo di pluralismo culturale e di diffusa secolarizzazione, è importante il recupero del rapporto tra committenza-comunità ed artisti-architetti attraverso il concorso di molteplici iniziative intese a garantire punti di convergenza e momenti di formazione. Convegni di studio e riviste specializzate, concorsi di idee e stage d’aggiornamento, possono essere occasione per la circolazione di idee progettuali favorendo in particolare la creatività dei giovani, così da renderli idonei ad esprimere il sacro nella configurazione di una chiesa edificio.

L’iniziativa MASTER, una finestra sul futuro che viene avviata da CHIESA OGGI architettura e comunicazione, vuole essere il contributo per la diffusione di proposte emerse nei master e negli stage che si stanno organizzando sul fronte nazionale e internazionale. Si vogliono così offrire spunti di ricerca e di discussione, offerti da giovani architetti ed artisti, dopo un percorso formativo interdisciplinare. Di fronte allo iato tra Chiesa ed arte, oltre che dinanzi alle difficoltà espressive dell’arte sacra nel post-‘900, ogni stimolo può essere criticamente utile per riportare l’arte sacra all’interno del vissuto ecclesiale, nel contesto sociale, tra gli interessi professionali.

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