Progetto Arte Poli Srl

La scintilla rubata

Albino Poli al tavolo da disegno La preparazione del “cartone” per un mosaico

Il genio artistico di un imprenditore veronese dona all’Italia primati perduti. A Tokyo, nel Disney Sea, la Disneyland giapponese, si trova la riproduzione, più grande del naturale, di Portofino, completa degli ornamenti pittorici e degli stucchi tipici delle case della famosa cittadina ligure. A Hollywood, le ville degli attori più importanti sono abbellite da cupole in vetri variopinti, sostenuti da cornici di bronzo, fatte a mano. Al Lido di Venezia, nella chiesa di San Camillo, i colori di una grande abside in vetro fanno filtrare, in un sapiente e rispettoso gioco, la luce del sole nascente, illuminando l’altare di splendore ieratico. Tre tipi d’intervento artistico, per tre differenti esigenze, in tre punti del globo agli antipodi uno dall’altro, uniti da una comune matrice: la mente di Albano Poli, artista, maestro vetraio, modellatore, affrescatore, mosaicista. Abbiamo intervistato Poli a Verona, alla Progetto Arte Poli, l’azienda che conduce con l’aiuto del figlio Paolo. Ci fa accomodare in ufficio e senza farsi pregare, ci racconta la sua storia. Sessantasettenne, veronese di Borgo Venezia, aveva frequentato il Centro d’Arte Nani, condotto allora da artisti, ormai entrati nell’iconografia mitologica veronese, come Guido Trentini, Orazio Pigato e Pino Casarini. «Fu quest’ultimo – ci narra il nostro interlocutore – ad infonderci l’amore per l’arte e a darci la possibilità di lavorare nel settore, collegandoci alla realtà delle chiese da restaurare, rifacendo vetrate o rimediando ai danni che il tempo o il desiderio di distruzione degli uomini avevano causato. Anzi, prima ci esortò a lavorare nella “bottega” del maestro vetraio Ballardini e poi convinse me e Cavallini a creare un laboratorio, che allestimmo, vicino a porta Leoni, davanti a san Fermo, nel seminterrato dietro il monumento dove ora si trova un negozio che vende uccelli. Il posto, di proprietà della Curia, ci fu affittato ad un prezzo conveniente, e lì restammo fino a che ogni socio decise, senza litigare, di prendere la sua strada. Oggi la mia azienda copre un’area di 4.000 metri quadri e dentro di essa progettiamo, fondiamo il bronzo, lavoriamo il vetro, creiamo affreschi e mosaici con l’ausilio di una quarantina di collaboratori usciti dalle scuole del settore. Da tempo ci avvaliamo anche dell’opera dell’architetto Maria Luisa Mazzola. Alcuni dei miei ex ragazzi di bottega hanno fatto fortuna creando aziende che operano nel mio stesso settore. Abbiamo clienti in Africa, America ed Asia e nessun lavoro è uguale ad un altro». La nostra conversazione viene interrotta dall’arrivo di alcuni clienti e Poli ci affida ad Andrea Mezzetti, un esperto d’arte e pubbliche relazioni, che ci accompagna nel giro della fabbrica. La struttura, che rispecchia la creatività razionale del suo proprietario, è suddivisa in zone dedicate al disegno, alla composizione delle lastre di vetro per le chiese, ai mosaici, alla pittura d’affreschi e alla realizzazione del ferro battuto. Usciamo dalla fabbrica d’arte, coscienti di aver visto realizzata la formula dell’azienda perfetta, dove la scintilla rubata dallo studente d’arte Albano Poli, al genio del maestro veronese Pino Casarini, unita alla capacità imprenditoriale, ha saputo riportare in Italia quei primati che il Rinascimento ci aveva donati ed i cui prodotti ancora oggi fanno scuola nel mondo.
Uberto Tommasi

 

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