3 stili di miniappartamenti
I mobili a scomparsa sono il vero coup-de-théâtre del miniappartamento in quanto fanno ritornare vuota una stanza che prima era piena. Qui non si tratta del solo letto a scomparsa, ma di uno spazio che da soggiorno si trasforma “automaticamente” in sala da pranzo, e poi in stanza da letto, grazie all’aiuto di alcune botole e di vari motori elettrici. Questo è un modo d’intendere l’arredamento come qualcosa di effimero che muta col passare delle ore e con l’alternarsi delle esigenze. Forse è un modo americano di pensare la propria vita in progress, pronti a cambiare posto e a rinunciare alle abitudini pur di cogliere in ogni momento le occasioni migliori. In USA si cambia città e quartiere molto più che in Europa; quindi risulterebbe più facile vivere in una casa che sparisce continuamente per trasformarsi in qualcos’altro. Per essere coerenti con questo tipo di abitazione sarebbe meglio essere single o allenati ai cambiamenti di coppia e di famiglia, e non aver bisogno di punti fermi e di situazioni stabili. Si avrebbe così un nuovo stile di vita realmente globalizzato. In Giappone nella città di Kobe, famosa per i suoi devastanti terremoti, c’è questo piccolo appartamento caratterizzato da solide pareti in cemento a vista alleggerite con feritoie orizzontali dove s’inseriscono i gradini. Elemento caratterizzante di questo interno è la scala aerea, ripida e senza corrimano, che s’innalza eroicamente Tradizionalmente giapponese è anche l’atmosfera di rigore assoluto, che qui domina aiutata dalla mancanza di aperture dirette verso l’esterno, sostituite dalle strette fessure dove la luce riesce a insinuarsi creando solo penombra. Lo spazio a disposizione è stretto e lungo, una forma che viene esaltata da questo sistema di feritoie orizzontali che prospetticamente convergono verso il centro ottico. Qui il gioco del contrasto è portato all’estremo: il muro massiccio di un rudere viene conservato così com’era e gli si accostano materiali tecnologici lasciati in bella vista (come le putrelle di ferro con la loro patina di ossidazione) per respirare un’aria volutamente informale e provvisoria. Questa villa vicino al mare a Darmòs in Spagna, progettata nel nuovo stile polimaterico e casual che oggi in molti ambienti è considerato up to date, sfodera molti materiali, anche un po’ “brutali”, accostati in modo apparentemente casuale. Questo stile di architettura e di interni si potrebbe definire la faccia scanzonata e bohémien del minimalismo.
In questo interno presente nel libro "Small Spaces" edito da Harper Collins alcuni pezzi di design storico (la poltroncina e il tavolino anni ’50) si trovano a contatto con muri di pietra di fiume, putrelle di ferro lasciate grezze e lunghi mattoni forati parzialmente sbiancati. Il pavimento è in cemento a vista e il giardino è fermo, così come lo ha creato il tempo.
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