I documenti per la cura del patrimonio
PROFANO MA UTILE “L’idea non è stata mia, ma della Soprintendenza – spiega il Parroco di San Marco, Don Giovanni Mercandalli, quasi schermendosi – Bisognava necessariamente restaurare il transetto meridionale della chiesa: la parte più antica e più preziosa della basilica. Così ho accettato. Curia, Comune e Soprintendenza ai monumenti hanno dato tutti i permessi necessari”. E così una delle principali basiliche milanesi, quella di San Marco, è diventata una delle prime, se non la prima chiesa in Italia, a sostenere sul muro esterno del transetto, accanto all’abside, un enorme cartellone pubblicitario. Il parroco un po’ ci soffre, ma il gioco vale la candela: “Sulla facciata non l’avrei mai concesso, ma qui, sul retro dell’edificio e per un periodo limitato, mi sembra accettabile. Si consideri che il ricavato dell’esposizione di questo cartello pubblicitario (collocato nel giugno 2002 con contratto fino a dicembre, rinnovato per un altro breve periodo) finanzia la quasi totalità del restauro”. Don Giovanni è arrivato in questa parrocchia 29 anni fa: “Il complesso architettonico, anticamente un convento agostiniano, appariva in rovina, al punto che dalla Curia stessa mi suggerirono di venderne alcune parti per finanziare interventi di restauro. Ho preferito impegnarmi per adattare anzitutto alcune porzioni del complesso ad attività caritatevoli di accoglienza: per gli emarginati gravi, gli extracomunitari, i bisognosi che la speculazione immobiliare cacciava dalle vecchie case del quartiere. Solo dopo aver finito di realizzare le opere caritative, ho pensato al restauro della chiesa, che ormai va avanti da una decina d’anni. Ma i restauri costano, e parecchio…” IL SACRO E IL NON SACRO Sacro e profano nella Chiesa Cattolica hanno sempre convissuto. Il noto miscredente Bertrand Russell ammirava la Chiesa Cattolica proprio per la sua capacità di ammettere tacitamente questa convivenza, su un confine mutevole secondo i tempi. Non mancano gli esempi, nella storia dell’arte, di autori di primo piano che si sono esercitati in bilico su questo crinale: personaggi come Canova, Bernini e Michelangelo. Il confine tra sacro e profano nel campo artistico risulta assai mutevole nel tempo. Si consideri l’Olimpo in terra scolpito dal Canova o la sua Paolina Borghese: figure marcatamente profane di uno scultore che ha realizzato anche monumenti a diversi pontefici. E fu un Papa che lo incaricò di riportare in Italia quanto Napoleone aveva saccheggiato e che lo nominò principe di Ischia, per questa sua opera. Per non parlare di altre note pitture celebrate nei secoli, quali il “Tondo Doni” di Michelangelo: la Sacra Famiglia con nudi sullo sfondo, o la Cappella Sistina, sottoil cui tripudio di nudità, tuttora i Papi officiano nelle occasioni solenni. Per non parlare del Tiziano… RIPENSANDO ALL’ IMMAGINE Che per qualche mese i ponteggi siano ricoperti da un’immagine ingrandita di un braccio con testa e orologio, non è nulla di male. Sarebbe meglio, ma non è possibile aver tutto, che due metri per due raffigurassero l’interno della chiesa. Parliamone, inviateci i Vostri contributi all’indirizzo: chiesaoggi@dibaio.com
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