Poetica progettuale.

Architetture al servizio dell’uomo e del suo ambiente che nascono attraverso la poetica di un giovane architetto saldamente legato al proprio territorio, infatti, David Ferraris sembra aver orientato la bussola del suo progetto lungo la rotta segnata dalle coordinate della tradizione riconoscendo il valore della semplice essenzialità delle cose che l’ambiente montano esige. Nei suoi lavori propone spazi in cui dell’architettura s’incontrano passato, presente e futuro.

Nella foto: David Ferraris, architetto

Questo è quello che emerge nei suoi lavori e nelle sue parole: “pietra, legno, calce sono da sempre i materiali con i quali l’uomo costruisce la sua casa in montagna: presenti nella natura circostante l’uomo poteva facilmente servirsene. Materiali vivi che danno calore e luce alla casa e continuità con l’ambiente esterno: la pietra ci fa sentire al sicuro
e rende solida la casa e adatta ad affrontare i lunghi inverni tipici della montagna, il legno è facilmente lavorabile e modellabile e col suo colore e venature riscalda la casa e la calce unifica il tutto. Nei restauri e in molte ristrutturazioni è il proprietario stesso desideroso di conservare questi materiali e recuperarli laddove possibile. Nel progetto di una casa cerco di percepire e di valorizzare la sua "anima", vale a dire l’insieme dei materiali, del rapporto tra pieni e vuoti, del suo spazio interno, che le dà il suo carattere, la sua personalità, la rendono unica, diversa dalle altre. Quando le sovrapposizioni di interventi o peggio interventi privi di sensibilità progettuale hanno snaturato questa ‘anima’ lavoro per riportarla alla luce, sempre razionalizzando al meglio l’organizzazione degli spazi”.

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