Un vascello d’acqua nei cieli

Stavo rientrando da Sidney, la capitale dell’Australia, dove ero stato al matrimonio della nipote di Wiky Tarsia, una cara amica titolare del ristorante milanese “Smeraldino” di Porta Garibaldi.
Per rendere meno pesante il lungo viaggio di ritorno l’agenzia mi aveva consigliato di fare una breve sosta a metà strada.
Fu così che, insieme a Wiky e ai suoi due figli Alessandro e Valentina Valli, mi sono ritrovato a Singapore.Furono proprio i figli di Wiky, che avevano saputo qualche tempo prima dell’inaugurazione di un nuovo Hotel, il “Marina Bay Sands” ad insistere per soggiornare in questa nuova costruzione che le informazioni ricevute descrivevano come davvero particolare.
Dopo aver prenotato via mail, dall’Australia finalmente, avremmo potuto constatare di persona se questa struttura, definita “il manifesto dell’architettura del futuro prossimo”, avrebbe mantenuto le promesse.
Dall’aeroporto dopo aver percorso strade dall’asfalto perfetto, arrivammo in vista del “Marina Bay Sands” nella zona della città che si affaccia sul mare.Lo spettacolo davanti ai nostri occhi parve subito grandioso.  In effetti il nuovissimo complesso, classificato come 5 stelle, è il più grande hotel dell’intera Asia e si riconosce immediatamente per le tre torri (grattacieli) alte duecento metri collegate tra loro sia alla base, sia alla sommità.
Nella parte superiore, dopo il cinquantesimo piano, è stato costruito una sorta di lungo vascello, il “Sound Sky Park”, dove si trova la stupenda piscina “Infinity”.
Per trasformare in numeri l’impressione visiva, basti pensare che la struttura in alzata a duecento metri di altezza, appoggiata sul tetto di questi tre grattacieli è più di 12 mila metri quadrati ed ospita 250 palme, 650 varietà di piante, un bar, un ristorante e un giardino botanico.
La piscina, lunga 150 metri, larga 14 e profonda 1,20 è di quelle costruite senza bordi, per dare l’impressione di nuotare nel cielo di questo stupendo Mar Cinese Meridionale.
E, vi confesso: un bagno in questa piscina è altamente sconsigliato a chi soffre di vertigini, perché l’impressione di chi vi si trova immerso è davvero quella di essere sospeso tra terra e cielo!
Non meno belli gli interni di questo hotel. Già all’ingresso si coglie tutta la maestosità e la grandezza di questo edificio: la hall che accoglie il cliente è enorme e maestosa.
Così come grandi e accoglienti – e ho avuto l’opportunità di constatarlo di persona! – sono le oltre duemilacinquecento, tra camere e suite di tutte le dimensioni; alcune addirittura comprendono il servizio di un maggiordomo. Ma l’hotel racchiude anche un grandissimo casinò, cinque ristoranti, un centinaio di negozi di lusso e ben due teatri.L’intero complesso è stato progettato da Moshe Safdie, architetto americano di origini israeliane, che nel disegnarlo si è ispirato a un mazzo di carte. Alla costruzione di questo fabbricato ciclopico, che sorge su di un terreno strappato al mare, hanno partecipato migliaia di maestranze: ad ogni torre hanno lavorato a ciclo continuo 16.500 operai ripartiti in tre turni per ogni giorno.
Tutto questo ha permesso di ultimare il progetto in soli tre anni.
Il costo complessivo dell’opera è stato di ben 8 billioni di dollari americani, cioè 8 mila miliardi di dollari USA sborsati dalla “Las Vegas Sands Corporation”, un gruppo controllato dal magnate americano Sheldon Adelson, che possiede una delle più importanti catene di hotel e casinò del mondo. Naturalmente, prima di partire per Malpensa, abbiamo visitato anche Singapore, una metropoli in profonda trasformazione, sospesa tra la tradizione orientale che continua ad essere presente e un futuro che non è ancora ben delineato.Certo è che questo oriente non smette mai di stupire il visitatore occidentale, in particolare quello italiano: edifici così enormi ed avveniristici come il “Marina Bay Sands” infatti, nel nostro “Bel Paese” non esistono.
Per non parlare della città piena di fiori e della pulizia dei luoghi pubblici.
Pensate che le autorità locali prevedono come fattispecie il reato anche il masticare gomma americana per strada!
Dunque Singapore non pare avere problemi, almeno per un turista frettoloso che si ferma in città soltanto di passaggio come ho fatto io.
Unico aspetto negativo il grado di umidità elevato in certi periodi dell’anno e il tempo non sempre bello. Ma per ovviare all’inconveniente occorre soltanto scegliere il periodo  giusto! Per la cronaca, il mio soggiorno al “Marina Bay Sands” è durato tre giorni e due notti e le promesse dei siti internet sono state tutte mantenute.
Quelli trascorsi a Singapore sono stati momenti sicuramente da ricordare, sia per me che per i miei compagni di viaggio, pure per i nostri amici che non c’erano ma che possono vedere le foto che ho scattato!

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