Parrocchia Maria Madre della Misericordia a Santiago del Cile

Un parco di preghiera sulle Ande

Un antico monastero trappista si sposta sotto l’incalzare dell’espansione urbana, ma lascia questa chiesa come segno tangibile nel luogo in cui si era svolta la sua missione. Il progetto degli architetti Cedric Purcell de la Vega, Enrique Lopez, Juan Cristobal Edwards e Alberto Soffia, rifugge da avventure formali preferendo il richiamo alla tradizione e il rispetto per il maestoso scenario montano.

C’era un tempo un monastero trappista, su queste pendici andine. Era una zona isolata, di ritiro e di pace, lontano dalla città, ma poi Santiago, la capitale cilena, si è allargata fino a inglobare quest’angolo lontano. Perso il silenzio cristallino, i monaci trappisti hanno venduto la loro proprietà, ormai circondata dalle case della periferia residenziale. Hanno tuttavia tenuto una porzione di suolo su cui erigere la chiesa al servizio del nuovo quartiere. Il nuovo edificio di culto sorge quindi con un preciso legato: quello di ricordare la presenza dei monaci dediti alla preghiera. E con una precisa richiesta: quella che la sua architettura rechi in sé le tracce della tradizione.

Nelle foto: Vista del complesso parrocchiale sullo sfondo dei monti. In primo piano, il corpo contenente i servizi parrocchiali e la canonica.
Vista aerea del complesso. Sulla destra della chiesa, a questa raccordato da una cancellata e da un porticato, sorge il corpo dei servizi parrocchiali che definisce un chiostro.

Il luogo di per sé, col suo magnifico panorama montano, costituisce un inno di bellezza e richiede rispetto e meditazione. La scelta progettuale è caduta pertanto su una forma nota, consueta, che rimanda alle chiese antiche e all’architettura monastica. La collocazione di due edifici (uno principale per la chiesa e uno laterale per le opere parrocchiali), individua uno spazio claustrale intermedio tra i due corpi di fabbrica, definito verso il quartiere antistante da un pergolato che lo lascia aperto alla vista.Tale chiostro, dedicato alla Vergine, si offre come spazio adatto per le attività della comunità.

Nei disegni: Prospetto di facciata, sezione longitudinale e pianta. Si noti nella pianta l’ampiezza del nartece (in arancione) e la disposizione delle cappelle (in giallo) che presentano verso il sagrato due piccole absidi.

La facciata della chiesa richiama il disegno dei frontoni gotici svettanti: nella parte centrale si apre un ampio nartece, sormontato da un rosone e da un campanile a vela, e definito sui lati da due corpi che compenetrano il volume della chiesa, l’uno ospitante la cappella funeraria, l’altro ospitante battistero e cappella feriale. Il nartece è ampio, totalmente permeato dalla luce esterna e dalla vista dell’aula assembleare, incentrato sull’acquasantiera e coperto da un coro. La disposizione degli spazi risulta immediatamente riconoscibile. All’incrocio del transetto gli spigoli sono smussati e strombati, così che la corrispondenza visiva tra i bracci e la navata sia massima: pur rispettando la disposizione tradizionale dell’assemblea la si riunisce in un unico campo visuale.

Nelle foto: La facciata.
Vista interna dell’aula

Il tabernacolo è collocato in una cappella posta in posizione absidale, separato dall’aula per mezzo di una cancellata in ferro che fa da cornice e ornamento. Funge da sfondo all’altare, aggiungendo profondità allo spazio. Se all’esterno la differenziazione delle coperture individua con evidenza i diversi ambienti in cui è organizzato lo spazio celebrativo, all’interno questo risulta unitario per quanto articolato. E tale dinamica di individuazione ed unione è uno dei motivi ispiratori del progetto, che parte con l’intenzione di definire un edificio diverso dalle vicine case e tuttavia a queste non estraneo, preminente nel contesto, eppure a questo familiare. I corsi orizzontali di mattoni che ritmano la superficie della facciata, in prevalenza coperta da pietre naturali della zona, costituiscono un forte richiamo alla tradizione europea. E nell’equilibrio formale si riassume il messaggio della continuità.

(L.S.)

Parrocchia Maria Madre della Misericordia Santiago del Cile

Progetto: Architetti Cedric Purcell de la Vega e Enrique Lopez (Omega Ingenieria de Proyectos Ltda.), Providencia, Santiago de Chile; Architetti Juan Cristobal Edwards e Alberto Soffia, Las Condones, Santiago de Chile
Foto: Guy Wenborne
Materiali: Calcestruzzo armato, legno lamellare con copertura di ardesia, rivestimenti esterni in piet
ra combinata con mattoni.

Nelle foto: nel transetto, la strombatura agli spigoli consente un rapporto visivo diretto delle varie parti dell’assemblea. La cappella feriale.
La cancellata in ferro che separa la cappella con la custodia del Santissimo dall’aula; in primo piano: gli inginocchiatoi per l’adorazione eucaristica.
Il colonnato esterno.

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