PAESAGGIO, ESTETICA, “GENIUS LOCI”


Un piccolo edificio di 32 mq si inserisce naturalmente all’interno di un borgo medievale.

Progetto di Martin Stubenrauch, architetto
Progettista delle strutture Andrea Giannantoni, ingegnere
Servizio e testo di Annamaria Imperiali, architetto
Foto Athos Lecce

Un piccolissimo edificio immerso in un suggestivo ed emozionante angolo d’Umbria vicino a Trevi: ci troviamo a casa dell’architetto tedesco Martin Stubenrauch, che dopo aver vissuto in Europa e Stati Uniti si è lasciato prendere il cuore
da questo paesaggio di olivi e boschi secolari e vi si è trasferito stabilmente insieme alla moglie, l’artista americana Karen Bamonte. La piccola struttura fa parte dell’ampliamento di un complesso rurale medievale ed è stato ideata come interpretazione moderna di una casa contadina caratterizzante il territorio. Sono le parole dello stesso Stubenrauch che ci spiegano esattamente l’idea progettuale: “Non volevo creare un falso storico, ma una struttura
moderna che si inserisse in modo discreto e sensibile nell’ambiente circostante e che potesse essere anche, in qualche modo, celebrativa di questa zona che considero una delle più belle e suggestive dell’Umbria. In questo senso ho sentito la responsabilità di scegliere materiali e tecnologie che potessero inserirsi nel contesto senza stravolgerlo,
creando un organismo dove fosse viva e leggibile una tensione tra storia ed estetica”.

L’edificio si inserisce nel contesto senza stravolgerlo.

Il piccolo edificio fa parte dell’ampliamento di un complesso medievale.
Vista del giardino e dell’antica cisterna trasformata in piscina.
La muratura in pietra locale non è portante ma si appoggia su un telaio in acciaio pre – assemblato e imbullonato in officina che sostiene anche la grande vetrata a tutta altezza della facciata.

QUALITÀ DELL’INTERVENTO
Centralità del progetto: in 32 mq la rilettura in chiave contemporanea dell’edificio rurale.
Innovazione: l’utilizzo di grandi vetrate, e con un telaio in ferro pre – assemblato in officina, si accorda a quello di materiali più classici.
Uso dei materiali: pietra, ferro, acciaio e coppi antichi. Travertino levigato, scale in ferro con gradini in zinco, tavolato antico in legno di castagno.
Nuove tecnologie: un sistema di ventilazione naturale.
La grande vetrata esposta a sud funge da serra di captazione solare.

Il soggiorno è accogliente, completamente aperto sul paesaggio.

Cucina, Ikea; tavolo e sedie di artigianato locale. Il quadro è un’opera dello stesso architetto Stubenrauch.
Vista dello splendido panorama con il castello di Campello Alta (PG).
Scultura dell’artista americana Karen Bamonte. Quadri di Martin Staubenrauch.
Scala in ferro con gradini in grate di ferro zincate. Divano e faretti, Ikea. Cassapanca acquistata in un mercatino.

La struttura, su due livelli, è stata realizzata con un telaio in ferro pre-assemblato in officina e poi montato in loco in soli 4 giorni; le pareti esterne, non portanti e rivestite in pietra secondo la tradizione locale, fanno da cornice alla grande vetrata a tutta altezza della facciata. La superficie complessiva è di soli 32 mq complessivi distribuiti su due
livelli: la zona giorno al piano inferiore e quella notte che si colloca sul soppalco. Quando si entra, però, si ha la sensazione di un’abitazione più ampia e completa: gli spazi, progettati e curati nei minimi dettagli, si dilatano nel paesaggio circostante cancellando quella netta distinzione tra interni ed esterni caratteristica delle vecchie case rurali.
Nella realizzazione di questo edificio l’architetto concretizza la sua idea di struttura = architettura: lo scheletro portante non viene nascosto, ma al contrario messo in evidenza.

MARTIN STUBENRAUCH, architetto
Nato in Germania nel 1962, si laurea in Architettura nel 1987 presso l’Università Tecnica di Monaco di Baviera. Al centro dei suoi studi la progettazione, la storia dell’arte e la scultura con il Professore Fritz Koenig. Dopo un apprendistato con A.S.A.- progetti a Firenze (Studio in collaborazione
con Aldo Rossi), dal 1987 al 1996 lavora, a Berlino e Monaco di Baviera, presso
lo Studio del Prof. Otto Steidle e lo Studio di Juergen von Gagern. Nel 1996 si trasferisce negli Stati Uniti collaborando con David Slovic e Vitetta Group a Filadelfia. Dal 1998 risiede a Campello sul Clitunno (Perugia) dove dirige lo Studio artistico/tecnico sb – architettura insieme al fotografo e geometra Massimo Biondi. È autore di numerosi edifici in Europa, Israele e negli Stati
Uniti. Il suo percorso professionale è stato sempre connesso con altre forme di espressione artistica.
Nei quadri/sculture usa spesso materiali edili come il ferro, il catrame o la sabbia. I suoi edifici dimostrano a volte una concezione sculturale.

L’utilizzo dei materiali è proprio
dell’architettura industriale di fine ‘800.

Letto con struttura in legno di faggio, Altre notti.
Pavimenti in tavole di castagno del XVIII secolo.
Ceramiche, Karen Bamonte.
Nella pagina accanto: rivestimenti in Travertino; sanitari, Ideal Standard; rubinetterie, Fir Italia; luci, Ikea.
Il letto, sistemato sul soppalco, è completamente immerso nella natura. Le grandi vetrate offrono a chi riposa la possibilità di un continuo dialogo con l’esterno.

Sia negli esterni, con la grande parete vetrata, ma soprattutto negli interni, i montanti in ferro creano un motivo di ispirazione “giapponese” che delimita il bianco puro delle pareti come il tavolato in castagno del soppalco o le pianelle fatte a mano della copertura, scandendone le parti e armonizzandole tra loro. In questo modo l’organismo architettonico si offre ad un’immediata lettura, secondo un utilizzo dei materiali proprio dell’architettura industriale
di fine ‘800. La grande vetrata diventa una sorta di diaframma tra sè e il panorama.

 

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