ORIENTE IMMAGINARIO


Tutto ciò che nell’arredo non è bianco e minimalista rischia oggi di essere percepito come esotico, forse perché l’altra tendenza di successo è quella folk. Ma non è così. Ci sono delle tradizioni europee che rispetto al dogma razionalista si presentano coloratissime e decorativamente dense, ma sono autoctone.

“Io non vivo molto nella realtà – ci spiega Gilberte Ossola – padrona di casa di un salotto intellettuale romano. Gli
oggetti che ho raccolto qua e là per il mondo li ho collocati in una casa fatta di vetri, di specchi, di cristalli, di riflessi e di trasparenze che moltiplicano le cose nel loro doppio, cambiando continuamente colori e prospettive come in un caleidoscopio identico a quello che mi ha deliziato e fatto sognare da piccola. Non amo le porte e non amo le chiusure, ma tutto deve riflettersi: l’interno con l’esterno, il cielo con la terra. Ogni cosa mi deve parlare di uno spazio infinito ma accogliente, dove potersi rifugiare come in un nido di soffici piume”

In uno stupendo attico nel cuore antico di Roma, una signora di origini portoghesi ha
arredato la sua casa con spazi aperti e superfici dal colore acceso molto particolari.

Sopra, un ritratto della signora Gilberte Ossola.
Bicchieri in vetro decorati e colorati ”Azyade”, Kenzo.

Il fenomeno sociale dei viaggi organizzati nei cinque continenti ha avuto una forte ripercussione nelle nostre case: oggetti provenienti da tutto il mondo si accumulano negli appartamenti con esiti diversi. È come se tutti fossimo stanchi di vivere in Italia e guardassimo alle civiltà più esotiche come a un’eterna vacanza.
“La categoria tempo – ci spiega Giuseppe Mascitelli, titolare dell’azienda Alboran – è un concetto che mi affascina e insieme mi angoscia. Al punto che tanto la mia casa in piazzetta Borromeo a Milano, che il cubo nero della mia azienda a Cologno Monzese, sembrano sospese fuori dallo spazio e dal tempo.
In entrambi i casi è intervenuto lo stesso decoratore, Vincenzo Palumbo, che ha valorizzato il “segno” da me trovato in vari popoli di diverse latitudini. Dopo il suo intervento nella mia casa regna un’atmosfera esotica e invitante, caratterizzata da tinte calde e solari e da una scansione rilassata degli spazi. Un insieme discreto che sa combinarsi senza stridere con la cucina in acciaio inox.”

Rilassanti ed esotici mobili asiatici si compongono in una sequenza piuttosto omogenea.
In contrasto con la milanese lampada “Pirellone” disegnata da Gio Ponti negli anni ‘50.

Il ritratto dell’imprenditore Giuseppe Mascitelli.
Tappeto etnico in pelle, “Chakra”, Pachamama.

Siamo in tempi di globalizzazione e la maggior parte degli oggetti che ci circondano proviene, anche se non ne siamo coscienti, da ogni parte del mondo. Nasce così lo stile fusion, prima nella musica e adesso anche nell’arredamento. A sinistra ne abbiamo un esempio tratto dal mondo della moda.
Un grande paravento cinese Coromandel del ‘700 si apre facendo intravedere la sala da pranzo con il sontuoso tavolo moderno dorato a foglia d’oro. Su una consolle spicca una specchiera altrettanto antica e cinese, tutto il resto è modernissimo ma quasi risucchiato in questa cornice di suggestioni orientali.
La casa è molto recente, perché la stilista Gigliola Castellini Curiel prima viveva presso sua madre la famosa stilista Raffaella Curiel. “Volendo debuttare nella professione di famiglia – dice Gigliola – avevo bisogno di una casa tutta mia. Non la volevo di rappresentanza, ma abbastanza ariosa per poter ricevere gli amici e il variopinto mondo della moda.
L’impegno per le collezioni non dava tregua, mancava il tempo per fare una vera ricerca di arredamento; allora mi sono rivolta ai mobili di famiglia, che mi sono sempre piaciuti e che potevo completare con colori, stoffe e oggetti di gusto personale.”

L’appartamento della stilista Gigliola Curiel è un mix di pezzi di design
contemporaneo inseriti all’interno di una sofisticata cornice orientale.

Un’immagine della stilista italiana Gigliola Castellini
Curiel ritratta all’interno della sua casa milanese.
Tavolo in massello “New York”, rivestito in foglia oro, Modà.

 

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