Ordine degli Architetti di Catania


PROGETTO VINCITORE EX AEQUO – PROVINCIA DI CATANIA

Località: quartiere Nesima a Catania

Da una situazione di degrado della piazza-sagrato si prevede un intervento di riqualificazione con spazi interrati o seminterrati dedicati a varie attività sportive, quali la palestra e il campo da gioco. I collegamenti tra gli spazi funzionali sono ottenuti con la previsione di un doppio portico, scavato, provvisto di rampe e piani inclinati fra le varie quote. Inoltre viene prestata attenzione a spunti di interesse paesaggistico, con affacciamenti su rocce laviche e sul verde. Nel complesso l’idea proposta intende migliorare, riuscendovi, il sito senza alterare lo spazio reale.
(Giudizio della Commissione Nazionale)

Ordine degli Architetti di Catania

Prof. Arch. Giuseppe Arcidiacono
(capogruppo)
Arch. Roberta Imbergamo
Mario Covello
G. Arcidiacono, R. Imbergamo, M. Covello.

Giuseppe Arcidiacono (Catania, 1953). Dal 2006 è professore straordinario in Composizione Architettonica e Urbana presso la Facoltà di Architettura di Reggio Calabria e fa parte del collegio del Dottorato di Progettazione per il Restauro
del Moderno dell’Università di Palermo. Ha pubblicato studi e progetti sui contesti urbani e le architetture della Sicilia Orientale. Suoi articoli e disegni sono apparsi su riviste nazionali e internazionali.
Roberta Imbergamo (Catania, 1977). Laureata alla Facoltà di Architettura dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria con una tesi sul waterfront dell’area portuale di Catania. La tesi è stata selezionata per l’esposizione internazionale “Living as Tourist Architecture” organizzata dal DAPT-Università di Bologna e Uniadrion nel Giugno 2006. La strategia di ri-progettazione del fronte d’acqua diviene l’occasione di una ricerca sulla identità dei luoghi, tematica
affrontata sia a grande scala urbana, sia nei piccoli interventi privati di questi primi anni di professione.
Mario Covello. Laureando in architettura presso l’Università di Reggio Calabria, ha già collaborato a numerosi concorsi, tra i quali "I Sagrati d’Italia" nel 2004 con Giuseppe Arcidiacono.

La chiesa parrocchiale di S. Pio X nel quartiere Nesima a Catania. Dall’alto: la piazza antistante,
il quartiere, il campo di calcio.

La Parrocchia di S. Pio X, nel quartiere Nesima di Catania, opera nel “rischio sociale” delle periferie degradate. Il complesso – ispirato da Mons. Bentivoglio per i 15.000 abitanti dell’IACP – è stato progettato secondo la tipologia a corte ed è ubicato al centro del quartiere, col portico sud verso la piazza/sagrato; è delimitato a est-nord/est
da un gradone che funge da seduta intorno all’edificio; è caratterizzato sui restanti lati dall’oratorio nonché doposcuola, dalle residenze dei padri Salesiani e dal cinema, che “ruotano” attorno al cortile/campo di calcio.
Dal 1959, quando la chiesa fu terminata, la situazione è andata peggiorando: pur aumentando il numero di abitanti non sono stati realizzati servizi e il disagio giovanile ha trasformato la parrocchia in un recinto assediato.
1. La piazza-sagrato risulta abbandonata agli ambulanti e alla sosta selvaggia sul parterre.
2. A causa dei vandalismi il portico sud è stato murato e sul gradone/seduta è stato poggiato un
muro di recinzione.
3. Dal disegno originario dell’edificio sono spariti i servizi a ovest del cinema, il che ha portato a un uso improprio dei seminterrati.

Il progetto di riqualificazione
Il progetto esalta l’oratorio per re-instaurare i valori religiosi, sociali e ambientali e, come auspicato da Mons. Pristina, per “accogliere il maggior numero di giovani” muovendosi secondo i seguenti obiettivi:
1. Ridefinire le funzioni della piazza confermando la zona alberata come sagrato/spazio sociale; al mercato spontaneo viene assegnato il lato ovest, dove parcheggiare e montare i banchi per la vendita.
L’ordine per la distribuzione di tali banchi è scandito dai paracarri e dagli alti pilastri/lampioni.

Dall’alto e da sinistra: pianta di progetto a quota m -6,00, con la palestra e sul lato opposto della chiesa il giardino lavico; pianta a quota m +1,5
col campo gioco all’aperto. I prospetti sul giardino lavico, sul doppio portico e sul porticato con le botteghe.
Schizzo del panorama catanese con l’Etna sullo sfondo.

A sud/ovest il raddoppio fuori asse dei pilastri/lampioni segna l’ingresso al parco sulle lave del 1669; le alberature della piazza vengono infittite per permettere una continuità paesaggistica.
2. La “trasparenza” del portico sud sulla piazza/sagrato si riconquista con una cancell
ata, che piegandosi predispone una panchina tra le campate; la spalliera è un filo di irrigidimento raffigurante il volo di una colomba sul paesaggio catanese.
Tale portico viene scavato con una rampa che raggiunge un campo di basket e una palestra a quota m -6,00, la cui copertura costituisce il nuovo cortile praticabile come campetto di calcio, sollevato di m 1,50 per garantire l’altezza utile allo spazio sportivo ipogeo.
Il nuovo cortile non altera l’impianto tipologico, ma lo rafforza col nuovo telaio strutturale che, sostenendo la copertura, si solleva a proteggere il campetto con reti d’acciaio tra le campate, e disegna un “doppio portico” interrotto su una croce simbolica.
Il portico nord viene sollevato insieme alle aule doposcuola, riducendone l’altezza dai m 4,20 attuali a m 2,70, per ricavare nell’intercapedine uno spazio ispezionabile per gli impianti.

Il progetto prevede la totale ristrutturazione del campo giochi. Sollevandone il livello di un metro e mezzo, si permette sia di ripristinare il campo all’aperto, sia di realizzare un nuovo spazio per lo sport ipogeo, accessibile con scivoli e ampiamente illuminato da finestre perimetrali (v. i disegni in alto: a sinistra il campo interrato, a destra quello fuori terra).
I disegni a centro pagina mostrano: a sinistra il “giardino lavico” dominato dalla figura dell’angelo e, a destra, la piazza ridisegnata con una cancellata che offre trasparenza verso gli impianti sportivi.
Sotto, la sezione longitudinale mostra le differenze di quota tra campo interrato, campo all’aperto, piazza antistante la chiesa.

L’illuminazione e la ventilazione – studiate per fare dello spazio sportivo ipogeo un “cortile al coperto” – sono garantite dall’asola est tra le quote m 0,00 e m +1,50 del cortile; dal “doppio portico” a sud; dai finestroni ovest che disegnano il prospetto su via Mirone e sottolineano le uscite di sicurezza nel dislivello tra la strada e la quota inferiore della campagna.
Ulteriori uscite sono alla quota m -4,00 della gradonata del pubblico, ristrutturando la scala est che collega il seminterrato della chiesa al cortile, realizzando a nord un passaggio esterno all’abside per qualificare il telaio esistente come nuova recinzione su via Orsi (riqualificata da botteghe).
Il seminterrato della chiesa diventa agibile abbassando il cortile est e realizzando un “giardino lavico” collegato
alla piazza dalla “scala dell’angelo” e da una passerella metallica.

 

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