Opinioni: Cesare Maestri

Abbiamo chiesto a cesare maestri, guida alpina, maestro di sci, giornalista, scrittore, e soprattutto uomo, cosa rappresenti per lui la casa e la sua risposta è stata "casa è ovunque ti senti protetto".

Proveniente da una famiglia di attori, cesare maestri ha scelto per sè come palcoscenico le montagne e come pubblico il silenzio della natura. Si sa, il silenzio a volte parla e spesso insegna e a lui, alpinista innamorato in particolar modo delle dolomiti, ha insegnato a sentirsi a casa ovunque, tra le cime delle montagne, nei boschi, in pianura ed in mezzo al mare, elemento che ama quasi quanto i monti tanto da considerarsi un "marinaio con l’hobby delle montagne". Dopo averlo conosciuto, dopo aver scambiato con lui due chiacchere, la domanda che avevo previsto di fargli su cosa rappresentasse per lui la casa mi è parsa inutile e la risposta scontata. "poco, perchè non ho bisogno di quattro mura per sentirmi protetto e non mi interessa una casa bella da esibire. Mia moglie dice che non ho gusto in fatto di arredamento, ma io ritengo importante che una casa sia soprattutto confortevole" mi ha , infatti, detto e mi è sembrato un pò perplesso, quasi fosse la prima volta che si fermava a prendere in considerazione il concetto di casa separandolo da quello di rifugio. Già, ho avuto l’impressione che per lui, che si è trovato febbricitante a passare la notte nei boschi, che è vissuto per anni in rifugio e si è riparato dalla violenza degli agenti atmosferici nei buchi della roccia, la casa deve essere quasi un di più. Quando gli confesso la mia ammirazione, io che un pò soffro per ogni distacco dalla mia casa e dai miei animali, aggiunge "bè, quando si ha famiglia le cose cambiano: anche per me la casa è diventata il luogo dove ci sono le radici e soprattutto dove ci sono la famiglia ed i ricordi.", ma mentre lo ascoltavo le sue mille avventure, ho avuto l’impressione che cesare maestri i suoi tanti ricordi li porti tutti dentro di sé e che non abbia alcun bisogno di una casa dove raccoglierli. Dal 1960, cesare maestri ha scelto di vivere sotto il brenta, in un condominio a madonna dicampiglio, dove si batte per la realizzazione di un turismo che crei posti di lavoro senza mancare di rispetto all’ambiente naturale.

R.M.A.B.

"… Entrai nel bivacco. Era lurido. Dalla porta lasciata aperta, il vento aveva accumulato metri di neveche si era gelata.Padelle sporche e rifiuti testimoniavano lo scarso senso civico di chi mi aveva preceduto. Lavorai di piccozza
per molte oree verso sera il bivacco aveva preso un’aria più accogliente. Accesi il fuoco, mi feci da mangiare, rimisi tutto
in perfetto ordine e mi infilai in cuccetta. La psicosi della montagna che si ergeva sopra di me e una continua, fortissima bufera di neve non mi lasciarono dormire molto. Alle 4 mi alzai, ma il maltempo infuriava ancora. Un’ora dopo la tormenta di neve smise di sferzarele pareti metalliche della capanna. Calzai i ramponi, mi infilai il piumino, guanti e sopraguanti, passamontagna e occhiali, impugnai la piccozza e uscii all’aperto. Il freddo era intensissimo e un gelido vento da nord spazzava la parete. Affrontai la salita. …"
(Tratto dal libro "E se la vita continua" di Cesare Maestri, edito Baldini&Castoldi)

Una vista particolarmente
pittoresca del gruppo Brenta

Cesare Maestri
…E se la vita continua

Wir fragten cesare maestri, bergführer, skilehrer, journalist, schriftsteller und vor allem mensch, was der begriff zuhause für ihn bedeutet und seine antwort lautete:

Aus einer schauspielerfamilie kommend, machte cesare maestri die berge zu seiner bühne und die stille der natur zu seinem publikum. Manchmal spricht die stille und wird zu einem lehrmeister und so geschehen, lehrte sie dem auf ganz besondere art und weise in die dolomiten verliebten alpinisten, sich überall zuhause zu fühlen, zwischen berggipfeln, in den wäldern, im flachland oder mitten auf dem meer, einem element, das er fast so sehr liebt wie die berge, so sehr, dass er sich selbst als einen "seemann mit den bergen als hobby" bezeichnet. Nachdem ich ihn kennen gelernt und ein paar worte mit ihm geredet hatte, erschien mir meine ursprüngliche frage nach der bedeutung des hauses für ihn fast unnötig und die antwort ebenso leicht voraussehbar. "wenig, denn ich brauche keine vier wände um mich sicher zu fühlen und ein schönes vorzeigehaus interessiert mich nicht." Das waren seine worte und er erschien mir fast ein bisschen perplex, fast so, als ob er zum ersten mal über das konzept haus als etwas, das sich von einem unterschlupf unterscheidet, nachdenken würde. Mein eindruck war, dass für ihn, der seine nächte fiebernd in den wäldern verbracht hat, der über jahre in unterschlüpfen gelebt hat und der sich in felsnischen vor atmosphärischen gewalten in sicherheit gebracht hat, das haus einen überfluss darstellt. Als ich, da ich immer ein bisschen leide wenn ich von meinem haus und meinen tieren getrennt bin, ihm meine bewunderung gestand, sagte er: "die dinge ändern sich wenn man familie hat. Auch für mich ist das haus zu einem ort geworden, an dem ich meine wurzeln habe und wo vor allem meine familie und meine erinnerungen leben". Aber während ich ihm zuhörte, wie er von seinen unzähligen abenteuern berichtete, hatte ich den eindruck, dass cesare maestri seine vielen erinnerungen in sich selbst trägt und kein haus benötigt, um sie dort zu sammeln. Seit 1960 lebt cesare maestri am fuße des brenta in einem mehrfamileinhaus in madonna di campiglio, wo er für die verwirklichung eines tourismus kämpft, der arbeitsplätzte schafft ohne die natur zu beeinträchtigen.

R.M.A.B.

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