Oggetti da collezione ancora utili

Quando alari, parafuoco, molle e palette provengono da epoche molto lontane

Se il camino viene inteso come luogo deputato delle tradizioni familiari, i relativi attrezzi è meglio che siano già usati, tramandati in famiglia o presi dagli antiquari specializzati.

I complementi del camino possono essere antichi quanto la sua storia e risalire fino al Medio Evo. Ma non sono troppo diversi da quelli attuali, perché sia le funzioni che i materiali rimangono sostanzialmente gli stessi. Un antico esempio è dato dall’alare illustrato qui sotto: ancora di stile gotico (è inglese dell’inizio del XVI secolo) la sua semplicità lo rende idoneo a qualsiasi camino che non abbia troppi fronzoli, anche se ideale sarebbe la sua collocazione dentro a un camino gotico in un castello del periodo Tudor. Se ci si lascia prendere dal gusto antiquario, si possono trovare oggetti la cui funzione è parzialmente superata dai tempi, come il portacandela-portapaglia usato al posto dei moderni fiammiferi per riaccendere il fuoco (vedi le immagini qui a destra). Ma c’è un elemento al servizio del camino, prima fatto in ferro e poi
in ghisa, che nei tempi passati è stato l’occasione per piccoli bassorilievi più o meno artistici: il “frontone”, cioè la piastra posteriore che protegge il muro dalla fiamma. Sono pezzi molto ambiti dai collezionisti perché conservano un forte sapore del loro tempo, spesso riportano la data di nascita del camino ed esibiscono motti e motivi araldici. Altri oggetti più desueti, ma sempre utili e spesso eleganti, sono i treppiedi portapentola per tenere al caldo i cibi già cotti. Anche di questi vi sono alcuni esempi nelle pagine seguenti. Al posto degli alari una volta si usavano delle più complete “grate portalegna”, che sembravano piccole gabbie aperte in alto, eseguite magistralmente in ferro battuto. Si prestavano a un trattamento assai decorativo: ne sono rimaste alcune che imitano un campo di gigli stilizzato (ogni montante in ferro
termina in alto dividendosi in tre parti: una lancia centrale e due riccioli laterali). Queste grate permettevano di “caricare” molto il camino senza il pericolo che la legna bruciandosi rotolasse sul pavimento della stanza. Erano però
più adatte ai grandi camini di una volta.

Nelle foto: Un oggetto che sintetizza più funzioni: la grata di appoggio, gli alari di contenimento e il frontone protettivo sul fondo.
Un frontone del ‘600 ottenuto con la tecnica della fusione su stampo, con soggetto mitologico

Nelle foto: Un alare inglese del XVI secolo con basi che riprendono il motivo della decorazione gotica trilobata.
I portacandela che servivano anche da portapaglia (il sottile giunco usato per riaccendere il camino). Erano l’equivalente
del nostro accendino.

Nelle foto: Un portagiunco per accender il camino, in ferro battuto su una grossa base di legno.
Un frontone ottenuto a stampo col motivo araldico del leone, della rosa e del giglio, con scritta a chiare lettere la data di esecuzione.

Nelle foto: Treppiedi poggiapentola utilizzati per tenere in caldo le vivande o intiepidire l’acqua per lavarsi. Quello più in alto è datato 1692, l’altro invece è databile per motivi stilistici al primo quarto del XVII secolo. Da quando non ci si lava più nei catini è caduto in disuso.

Da sapere: Gli artigiani del ferro

Molti credono che ormai la maggior parte della linea
produttiva per il ferro battuto sia costituita da macchinari e da lavori seriali e invece no: si apre un
mondo dove ancora, a farla da padroni, sono il martello, lo scarpello e soprattutto il fuoco, lo stesso fuoco che regnava sovrano nella grotta di Vulcano!!!
Dall’anonima barra di ferro, attraverso un primo
lavoro di sbozzatura fatto a caldo e successivi passaggi
che portano l’oggetto a plasmarsi e sagomarsi fino
ai minimi dettagli, si ottengono oggetti di raffinata
bellezza.

Nelle foto: In un camino rustico di mattoni c’è una grata inclinata che consente un buon controllo della legna da ardere.
Davanti c’è un set completo di attrezzi per il camino in ferro battuto poggiati su un treppiede con colonna centrale.

Nelle foto: Un’elegante grata di ferro battuto con ripetuto motivo di gigli, di gusto squisitamente gotico, databile al XIV secolo. Il motivo decorativo è semplice ma molto ben cadenzato e l’effetto è indubbio anche se ottenuto col minimo sforzo.

 

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