Nuovi fabbricati agricoli nel paesaggio

L’agricoltura nel suo costante rinnovarsi chiede nuovi spazi, quando non è in grado di insediarsi nei fabbricati già esistenti, ove inserire le nuove tecnologie, i nuovi macchinari, le aumentate produzioni: troppo spesso oggigiorno si tratta di un’architettura che prende in prestito modelli e prefabbricati dall’industria, emergendo solitaria sui campi o accostandosi senza legame accanto ad altri edifici.1 Non è architettura pensata per quel luogo, per quel paesaggio, ma ovunque può trovare dimora e da qualsiasi luogo può spostarsi senza mai farne parte, senza mai contribuire a caratterizzarlo.
Se l’architettura rurale è quell’unità, come la definisce Langè, che costituisce una risorsa di lavoro, una modalità di controllo del suolo, una risorsa edilizia, nonché un bagaglio di memoria e di significati tali da aver modellato dei comportamenti che incidono sull’attuale dimensione economica e sociale dell’ ‘abitare rurale’,2 la nuova architettura per l’agricoltura ha il dovere di inserirsi al suo fianco con l’umiltà del rispetto dell’esistente e con una offerta di nuovi significati.

Progettare nel ‘sistema di paesaggio’ esistente
Inserire un nuovo fabbricato non vuol dire verificarne solo la visibilità dalle strade di accesso e dai punti elevati, cercando di mimetizzarne il colore con i cosiddetti ‘colori delle terre’ o con masse di vegetazione compatte e inaccessibili, quali siepi di thuja o di lauroceraso; ma vuol dire in primis accostarsi con coerenza alla lettura di quel sistema di relazioni che è sotteso ad ogni paesaggio, sistema di relazioni odierne come palinsesto di sistemi passati.3 Un paesaggio agricolo per quanto rinnovi le sue colture periodicamente a breve (colture erbacee) o a lungo termine (colture arboree), mantiene una struttura di modellazione del terreno, di distribuzione delle acque e di collocazione della vegetazione che può avere origine fin nel millennio passato: i segni macroscopici più leggibili così come i piccoli manufatti, custodi di semplici tecniche e di saperi essenziali, sono i preziosi capisaldi su cui impostare un progetto di paesaggio. Essi sono spunti non da imitare con materiali diversi, né da ricollocare in siti diversi, ma in primis da mantenere, ripulire e consolidare per trasmetterli al futuro, con la coscienza umile di chi sa che un corretto intervento nel paesaggio è innanzitutto quello che lo rispetta.

Migliorare la qualità dei luoghi
Ogni progetto di nuova architettura è un’occasione per un progetto di paesaggio. La qualità scarsa del sito non giustifica una scarsa attenzione agli elementi costitutivi del paesaggio e alle relazioni che si sono intessute nel corso del tempo, non giustifica l’adeguamento ad una bassa qualità esistente e il suo perpetuarsi sul territorio. È un’ottima occasione per dimostrare come attraverso la ridefinizione o messa in valore degli elementi strutturali – quali canali irrigui, strade campestri e vegetazione – si possa migliorare la leggibilità dei luoghi e rendere comprensibili i caratteri di storicità di un paesaggio, come le divisioni fondiarie, le ripe boscate, le sistemazioni del terreno.Rispettare la scala del paesaggio
Leggere dapprima le scale del paesaggio: la scala d’insieme a grande distanza che fornisce la misura principale della dimensione dell’intervento e la scala di dettaglio che arricchisce e raffina il volume complessivo. Controllare costantemente il rapporto tra la visione ravvicinata e quella lontana per rispettare la tessitura del paesaggio, la trama e l’ordito dei campi, le aperture e le chiusure formate dalla vegetazione, le visuali brevi e le viste a perdita d’occhio, le masse dense boscate e le file ordinate di viti e di alberi da frutto. L’architettura rurale – per come si è consolidata nel tempo – non è fatta dall’eccezionalità o dall’emergenza nella dimensione del paesaggio, ma dall’integrazione per forme, dimensioni e colori, che insieme si accordano al paesaggio e connotano i luoghi.

Sperimentare nuove strutture e materiali
Le necessità di economicità dei fabbricati e rapidità di realizzazione spingono a soluzioni preconfezionate proposte dall’industria edile, mentre ogni luogo con i suoi materiali imprime forme e colori all’architettura rurale. La domanda di approvvigionamenti energetici alternativi e sostenibili stimola a non fermarsi alle prime offerte dell’industria di pannelli fotovoltaici, antenne, parabole … ma ad idearle per quell’edificio, in quel luogo, all’interno di quel paesaggio. Che si colga l’attuale modernità nel progettare la soluzione standard e la sua adattabilità con le necessarie modifiche ai singoli edifici e paesaggi.
‘In campo edilizio, la sostenibilità è ottenibile solo se già alla base della concezione dell’edificio si pone un’attenta considerazione delle condizioni locali specifiche con cui il progetto deve confrontarsi’:4 la sfida della sostenibilità invita ad una rinnovata ttenzione verso la comprensione del rapporto tra edificio e ambiente e di come si è voluto nel tempo, porta lo sguardo alla storia del manufatto e alle ragioni della sua costruzione in funzione di un’esigenza agricola, all’ampliamento per aumentata produzione, al cambio di destinazione per variazione di indirizzo produttivo. Si tratta di esigenze dipendenti dallo spazio fisico e produttivo dei campi coltivati e/o degli animali  allevati strettamente connesso con gli edifici di stoccaggio e trasformazione dei prodotti e di ricovero del bestiame.
Non costruire contenitori per l’agricoltura ma progettare nuova architettura agricola, non costruire per qualsiasi luogo ma solo per quel luogo e per quel paesaggio. Ecco la sfida attuale dell’architettura contemporanea.

1. P. Branduini, F. Sangiorgi, L’identité et la qualité du bâti rural contemporain dans les
espaces agricoles périurbains, Actes du Colloque International ‘De la connaissance
des paysages à l’action paysagère’, Bordeaux, 2004.
2. S. Langé, D. Benetti (a cura di), La dimora alpina, Atti del convegno di Varenna, Villa
Monastero, 3/4 giugno 1995, Coop. Ed. Quaderni Valtellinesi, Sondrio, 1995.
3. L. Scazzosi (a cura di), Leggere il paesaggio, Gangemi, Roma, 2002.
4. R. Cilona, S. Di Fazio, L. Lamberto, Appropriate design of buildings for extensive animal
farming in view of a sustainable landscape planning, Proceedings of the CIGR International symposium on ‘New trends in farm buildings’, Evora paper FB04-106, 2004.

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