Negli orientamenti pastorali decennali sul tema“educare alla vita buona del Vangelo”, nel quadro del più ampio impegno della Chiesa italiana per affrontare la sfida educativa, si fa esplicito riferimento al peculiare contributo che viene offerto dagli oratori.
«La necessità di rispondere alle loro esigenze porta a superare i confini parrocchiali e ad allacciare alleanze con le altre agenzie educative.
Tale dinamica incide anche su quell’espressione, tipica dell’impegno educativo di tante parrocchie, che è l’oratorio. Esso accompagna nella crescita umana e spirituale le nuove generazioni e rende i laici protagonisti, affidando loro responsabilità educative. Adattandosi ai diversi contesti, l’oratorio esprime il volto e la passione educativa della comunità, che impegna animatori, catechisti e genitori in un progetto volto a condurre il ragazzo a una sintesi armoniosa tra fede e vita. I suoi strumenti e il suo linguaggio sono quelli dell’esperienza quotidiana dei più giovani: aggregazione, sport, musica, teatro, gioco, studio». Anche a seguito di queste autorevoli indicazioni stiamo assistendo a un crescente interesse da parte di molte comunità parrocchiali nei confronti dell’oratorio quale risposta concreta e dinamica alle nuove e complesse sfide che si riscontrano nell’educazione delle giovani generazioni. Molte realtà ecclesiali si stanno impegnando per qualificare gli oratori già esistenti, altre si stanno adoperando per ridare vita ad esperienze che nel tempo si erano perse, altre ancora si stanno organizzando per la creazione di nuovi oratori.
All’offerta educativa degli oratori guardano anche con molta attenzione le istituzioni civili. Negli ultimi tempi si registrano anche diversi interventi legislativi finalizzati al riconoscimento e al sostegno degli oratori. Molte amministrazioni hanno manifestato, anche con aiuti concreti, un rinnovato interesse per gli oratori, offrendo e domandando
collaborazione. Si tratta di situazioni nuove che richiedono un adeguato discernimento
e qualche orientamento comune. La presente Nota pastorale vuole in primo luogo ribadire l’impegno educativo delle nostre comunità ecclesiali nei confronti dei ragazzi, degli adolescenti e dei giovani, riconoscendone la soggettività e valorizzando i talenti di cui sono portatori.
Si vuole pertanto incentivare e sostenere l’oratorio quale via privilegiata per educare alla vita buona del Vangelo. La Chiesa italiana, anche attraverso questa Nota, vuole riconoscere e sostenere il peculiare valore dell’oratorio nell’accompagnamento della crescita umana e spirituale delle nuove generazioni.
Si intende proporre alle comunità parrocchiali, e in modo particolare agli educatori e animatori, alcuni orientamenti pastorali circa la natura, le finalità e lo stile educativo dell’oratorio nell’attuale contesto ecclesiale e socioculturale. Vengono formulati anche alcuni criteri di discernimento su aspetti della vita e dell’organizzazione dell’oratorio: la formazione e la responsabilità degli educatori; il rapporto con la pastorale giovanile; la catechesi in oratorio; le alleanze educative, in particolare con la famiglia; l’impegno delle aggregazioni ecclesiali; la sfida dell’integrazione sociale e culturale; l’animazione dello sport educativo, del gioco e del tempo libero; la titolarità e la gestione dell’oratorio. Destinatari primari della Nota sono tutti coloro che attraverso l’oratorio svolgono la loro missione educativa a partire dalla comunità ecclesiale, di cui è emanazione, dalla famiglia – da cui non si può mai prescindere in ogni attività educativa – per arrivare agli educatori e agli animatori che sono i protagonisti, assieme ai ragazzi e ai giovani, della vita dell’oratorio.
Testo integrale sul sito: www.chiesacattolica.it
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