… diversi sono i criteri da seguire
a seconda che ci si trovi in Egitto o in Ispagna o sul Ponto o a Roma
perché occorrerà che il tipo di costruzione si adegui
alle diverse caratteristiche del luogo …
Vitruvio, De Architectura VI, I, 1. Traduzione L. Mingotto, Edizioni Studio Tesi, 1990
La simultaneità resa possibile dalla tecnologia dei mezzi d’informazione e l’invadenza con cui la cultura dominante penetra in ogni parte del pianeta, spesso, produce tensioni e impatti traumatici sulle culture locali, per l’assenza del fattore temporale di mediazione, assimilazione e integrazione; nella velocità delle trasformazioni viene meno la possibilità di elaborazione critica del pensiero e delle idee. In architettura è evidente la diffusione acritica di tendenze stilistiche maturate altrove, frettolosamente ingoiate come in un fast food, malamente assimilate, fuori luogo, succedanee di vistosi modelli auto referenziali sparsi per il mondo dal mercato globale delle imprese multinazionali.
Contro le accattivanti lusinghe dell’architettura spettacolare il seminario di Camerino ha proposto una riflessione critica per una progettazione architettonica sobria, motivata e consapevole dei valori in gioco, alla ricerca della qualità diffusa, del risparmio e di un rapporto pacificato con le preesistenze storiche/archeologiche e con la natura.
Una progettazione equilibrata e possibile ha bisogno di consapevolezza, consenso e partecipazione dei cittadini, per poter legare necessità e aspettative pubbliche e private; chiarezza di obiettivi che devono prevedere la salvaguardia delle risorse naturali e, allo stesso tempo, una loro integrazione nel sistema economico e sociale contemporaneo; chiarezza di metodo progettuale, operativo e gestionale; piani finanziari in grado di attivare e indirizzare risorse verso uno sviluppo sostenibile.
Quello vagamente accennato non può essere che un modello progettuale collettivo, ispirato a principi di equità sociale e che abbia fra i suoi fondamenti ordinatori il riconoscimento della scarsità delle risorse in natura, la fragilità dei sistemi urbani e territoriali preesistenti, la unicità dei luoghi.Il confronto coi luoghi e il progetto di paesaggio sono riferimenti che l’architettura deve maturare dopo tanto tempo di disattenzione, senza cadere in tendenze tradizionaliste, vernacolari o pittoresche, distanti e decentrate rispetto ai temi veri della contemporaneità che sono: il risparmio delle risorse e il risanamento ambientale.
Esiste in Italia un enorme patrimonio di edilizia storica e di interi insediamenti abbandonati su cui intervenire, ponendo fine all’espansione magmatica delle città. Nel ?progettare l’esistente’ il rischio di un riflusso neostoricista è reale, come è reale l’attitudine a rifugiarsi in una forma di mimetismo nelle forme architettoniche del passato o nel ?verde ‘ consolatorio degli spot pubblicitari.
Il progetto di architettura non può sottrarsi al compito di trasformare e attribuire all’esistente funzioni congrue e compatibili, con mezzi e linguaggio propri della contemporaneità, senza mimetismi di comodo, esaltando sia gli elementi di connessione che di discontinuità fra nuovo e antico, per mantenere viva la tensione della storia intesa nel suo divenire.
Caduta l’illusione modernista della città come espressione di una società liberata dall’immobilismo, organismo tecnologico in grado di garantire ampi spazi salubri e libertà di movimento; oggi la città rappresenta la figura fisica di una società multietnica, in continua trasformazione, alla ricerca di nuove identità. In questo contesto ricco di fermenti creativi occorre rispondere in tempo alle aspettative di maggiore vivibilità, come già sta accadendo nell’ultimo decennio nelle maggiori città europee. Occorre agire in tempo, superando astratte posizioni di principio, prima che nuovi eventi ci colgano impreparati, mentre stiamo ancora pensando ad una idea di città non più esistente.
Gli argomenti di studio citati alludono ad una interminabile quantità di problemi accumulatisi particolarmente a partire dal secolo scorso ed offrono una altrettanto inesauribile possibilità di ricerca progettuale calata su bisogni reali, in cui l’architettura, insieme alle altre discipline tecniche, sociali ed economiche può concorrere in prima linea.Il volume comprende una recensione del XIX Seminario internazionale e Premio di Architettura e Cultura Urbana che si è svolto presso l’Università di Camerino nell’estate del 2009 ed ha avuto per tema Natura/Architettura. Ecologia dell’ambiente costruito.
Il Seminario di Camerino, propone annualmente argomenti che riguardano le trasformazioni dei paesaggi costruiti, la ricerca della qualità architettonica e della sostenibilità ambientale.
In ambito disciplinare, il seminario svolge finalità formative, di aggiornamento e di approfondimento nel campo della ricerca e della pratica, nel confronto fra Università, Professione e Società civile, con spirito aperto al dialogo e al reciproco apprendimento.
I temi trattati nella XIX edizione sono:
– I centri minori. Il progetto dell’esistente
– Cinture verdi e aree agricole periurbane
– L’architettura del risparmio. Tradizione e innovazione
Le giornate di studio si sono svolte alternando sessioni di conferenze e conversazioni
interdisciplinari a laboratori all’interno dei quali gli iscritti hanno potuto presentare i loro lavori e confrontarsi sui diversi aspetti dei temi progettuali proposti. Le opere presentate dai partecipanti al premio sono state esposte in una mostra e, nella giornata conclusiva, sono stati assegnati gli attestati di partecipazione e i premi CAMERINO 2009.