Natura e cultura

Servizio di: Doris Pagazzi, architetto

Nello splendido scenario del vivaio Antologia, recentemente aperto al pubblico, in occasione dei venticinque anni di
attività dell’azienda suddetta, si è tenuta la manifestazione per la raccolta fondi per l’ospedale di Lithang in Tibet. La suggestiva cornice delle serre arredate con cura e perizia dall’architetto Silvia Mazzotta, ha ospitato le danze rituali dei monaci tibetani diretti dal Venerabile Lama Thamthog Rinpoce. I suoni, la musica, i colori dei costumi e della scenografia si sono amalgamati alla solennità e all’altissima spiritualità delle danze, tanto da rapire l’attenzione del pubblico presente; numerosi infatti erano i visi completamente assorti in una emozione estasiata e rapita. Un’ovazione degna di uno spettacolo della Scala è stata riservata al tenore Tashi Duogi, unico cantante lirico tibetano esistente, che ha cantato “Non ti scordar di me” accompagnato al piano da Emanuele Ruffinengo, raffinato musicista, compositore, arrangiatore e produttore, vincitore di ben 3 Grammy Awards.

Ma l’apice della manifestazione è stato raggiunto quando il parroco di Brago Molgora (MI), don Antonio Piazza, ha incontrato il vice Dalai Lama Rinpoce. L’incontro denso di significato per un futuro in cui pace, tolleranza e convivenza siano gli attori principali, ha restituito alle religioni il loro ruolo guida ribadendo l’importanza, come ha sottolineato don Antonio, che tutte le religioni si riuniscano per lavorare insieme per la pace nel mondo. L’abbraccio fraterno fra i due religiosi è stato registrato da telecamere e giornali sotto gli occhi commossi del pubblico presente, tra cui il sindaco di Brago Giampaolo Verderio e l’assessore alla cultura Angelo Mandelli, fautore dell’incontro. Come da tradizione non è mancato lo spazio dedicato all’arte con una mostra collettiva di pittura degli artisti Cristina Balzarini, Linda Cornelius, Franco Farina e Daniele Fumagalli. Ha trovato spazio anche una mostra fotografica sulla storia di Antologia, dal primo vivaio di Omate (paese di origine dei titolari, i fratelli Gaviraghi) all’incontro con il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

Designers in erba

“Fare per non smettere di sognare”, questo il titolo dell’evento artistico tenutosi a Milano nel mese di giugno, nell’accogliente spazio di Marilina Lunardon, dove giovani designers hanno espresso al meglio la loro vena creativa nella realizzazione di abiti e gioielli: oggetti inediti realizzati a mano con materiali ricercati. In particolare le opere di Lara Redaelli, laureatasi presso l’Istituto Europeo di Design di Milano, esprimono, con l’umiltà dei materiali scelti, una nuova possibilità: esaltare la femminilità senza metalli e pietre preziose tramite un disegno all’avanguardia che, quasi in contraddizione, rimanda ad un sapore primordiale come bisogno di semplicità. E’ così che nascono segmento per segmento, rondella con rondella, piccole sculture che vanno a circondare polsi, dita, colli e caviglie, da indossare come veri e propri monili. Come uno spazio è reso unico dal tocco di un’artista, così una donna si sente diversa indossando un gioiello fatto solo per lei poiché, in realtà, non ne esiste uno uguale ad un altro.

Parure in ottone, acciaio e cartone trattato

LETTURE VERDI PER IL RIENTRO
Deborah Moggach, “Il sogno dei tulipani”, Milano, Garzanti, 2003.
Anche in questo caso, i fiori hanno ispirato il romanzo dell’autrice inglese Deborah Moggach, autrice di tredici romanzi e sceneggiatrice per la BBC. La storia si svolge in un’Amsterdam seicentesca, dove il giovane pittore protagonista della vicenda, speculando sul valore dei bulbi di tulipano, sogna di ricavarne abbastanza denaro per rifarsi una vita fuggendo nelle Indie con la bella signora appena ritratta insieme al marito; la sorte riserverà ai due amanti altre sorprese.
Colette, “Per un erbario”, Firenze, Passigli, 2002.
Proposto per la prima volta in edizione italiana; la raccolta è stata scritta dall’autrice francese considerata un vero e proprio mito in patria, grazie alle insistenze del suo editore che la convinse con un romantico stratagemma: le avrebbe recapitato regolarmente un bouquet sempre diverso sul quale scrivere le sue impressioni. L’ osservazione minuziosa e appassionata della natura e delle piante è il filo conduttore in questa particolare opera: brevi componimenti, un piccolo florilegio di pagine vivaci, dove ritroviamo la magia della prosa di Colette.
Federica Sala (a cura di), “Geometrie e botanica. Il giardino contemporaneo di Anna Scaravella”, Milano, Electa, 2003.
Come sanno gli amanti del verde, i giardini hanno un loro fascino segreto che nasce dalla coesione equilibrata e precisa che la paesaggistica riesce ad instaurare tra architettura e ambiente circostante. I giardini di Anna Scaravella sono luoghi da abitare, considerati come organismi articolati e accoglienti che coinvolgono corpo e movimento e che sollecitano la partecipazione attiva e consapevole, di chi dovrà goderne e averne cura. Guardando le belle fotografie di Manuela Cerri e Dario Fusaro, lasciamoci trasportare nel verde delle “stanze” che si aprono e si chiudono all’orizzonte: immagini d’impatto che trasmettono odori, umori, e il senso del trascorrere delle stagioni.

Condividi

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza sul nostro sito web.
Puoi scoprire di più su quali cookie stiamo utilizzando o come disattivarli nella pagine(cookie)(technical cookies) (statistics cookies)(profiling cookies)