di Andrea Alberto Porta
Ricercare l’anima che si cela dentro un giardino è remota prerogativa.
Gli antichi Greci ritenevano condizione primaria lo studio degli elementi naturali e del mondo, tanto che alcune delle scuole di pensiero sono nate con l’idea del giardino quale luogo ideale per le loro riflessioni. Il giardino come opera d’arte è caratteristica della proporzione dei giardini all’inglese e all’italiana, dei giardini pensili o dei giardini giapponesi, ognuno con la loro carica estetica e simbolica. Ai nostri giorni la tendenza è quella di riappropriarsi degli spazi che le abitazioni offrono per creare il giardino a proprio metodo; per chi non avesse la possibilità di godere un giardino all’aperto, il giardino indoor è un’ottima alternativa. Il giardino indoor trasforma un locale scevro di caratteristiche in un luogo dove potersi rilassare e trascorre il tempo piacevolmente, dove l’anima possa specchiarsi e ritrovare serenità. Del resto, l’aggiunta di piante e fiori addolcisce un locale che diversamente apparirebbe asettico e privo di personalità. Inoltre, è possibile impreziosire il giardino indoor con vasi e statue che rinviano alla grazia e alla virtù femminile e realizzano appieno l’ideale di bellezza, rinvenibile in natura nella perfezione delle piante e dei fiori. Come ci ricorda J.J. Bachofen, persino l’elemento acqua che zampilla dai piedi della statua femminile racchiude in sé cariche simboliche: nella mitologia egizia Iside, la madre, è la terra feconda, mentre il maschile Osiride è il fiume, energia maschile che appare come potenza acquatica e fecondatrice. Terra e acqua cooperano così sinergicamente al miracolo della natura. Infine, la scelta di lampadari-candelabri proporziona la creatività umana di ornamento di un giardino indoor con la perfezione della natura e sancisce l’armonia del tutto.
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Johann Jakob Bachofen nasce il 22 dicembre 1815 a Basilea, città in cui visse per la maggior parte della sua vita e in cui morì il 25 novembre del 1887. Giurista, storico delle religioni e fine esperto di mitologia, ha improntato i propri studi sulla ricerca delle analogie tra la civiltà greco-romana e quelle orientali, mettendo in relazione l’ambito del diritto alla religione. La sua opera maggiore è Il matriarcato (1861), da cui scaturisce una piacevole visione della metafisica precristiana e l’asserzione dell’anteriorità della civiltà del matriarcato rispetto al patriarcato. |
Giacomo Leopardi nacque a Recanati nel 1798. Si immerse in precocissima età negli studi filologici, letterari e scientifici compromettendo per sempre la salute. La sua vita fu un continuo viaggiare per l’Italia: da Milano a Bologna, da Pisa fino a Napoli dove morì nel 1837. Tra la sua sterminata produzione letteraria ricordiamo “Le operette morali” del 1824 e lo “Zibaldone”, diario scritto tra il 1817 e il 1832. Proprio in quest’ultimo vengono raccolte l‘insieme delle meditazioni filosofiche, sociali e politiche, nonché frammenti di poesie e note filologiche del più alto pensiero leopardiano. |
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“Tutto nella natura è armonia, ma soprattutto niente in essa è contraddizione”.
(Leopardi)
l’immagine è tratta dal libro "Glorious Indoor Gardens" di Michele Discoll Alioto con foto di John M.Hall, edito da Stewart, Tabori e Chang, New York 2002.
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