Museo diocesano di Brugnato(La Spezia)

Museo Diocesano di Brugnato (La Spezia)

Un antico centro storico raccolto attorno alla cattedrale, a sua volta sorta al fianco della abbazia benedettina. Nel nucleo originario, di cui sono state portate alla luce le radici, si può ancor oggi seguire, attraverso le varie stratificazioni, il succedersi delle epoche e delle vicende conosciute dal cristianesimo locale.

Un piccolo borgo appenninico, una grande storia. Brugnato (Sp) sorse attorno al nucleo di un’antica abbazia benedettina fondata presumibilmente alla fine del VII secolo dai monaci di San Colombano, subito dopo la conquista della Liguria da parte di Rotari, re dei Longobardi, nel 644. I re longobardi Liutprando, Rachis, Astolfo e Desiderio aiutarono i monaci brugnatesi con ripetute donazioni, accogliendo il nuovo monastero sotto la loro protezione. La storia vede contrapposti a più riprese il monastero e il vescovo: fin dal suo sorgere l’abbazia era stata sottratta alla giurisdizione del vescovo di Luni, il cui territorio includeva Brugnato, e posta sotto l’egida della Santa Sede.
Ma il borgo è piccolo e le testimonianze storiche si accavallano. Nel 1133 Brugnato fu elevata a dignità di diocesi. Oggi si mantiene la cattedrale, intitolata ai Santi Pietro, Lorenzo e Colombano, risalente al XI-XII secolo.
Nella cattedrale e nelle emergenze architettoniche che la circondano, si riassume la storia della diocesi, che dal 1820 risulta unita per decreto pontificio a quella di Luni-Sarzana. Così nel museo diocesano, che ha sede nel palazzo
vescovile attiguo alla cattedrale, son depositate testimonianze importanti; ma nella cattedrale stessa, e sotto di essa, si trovano alcuni elementi fondamentali, da visitare per ripercorrere la tradizione del cristianesimo brugnatese.

Il raffronto tra la pianta settecentesca (sopra) e la foto aerea della città attuale, mette in rilievo la continuità del centro antico, che si riscontra identico ancor oggi, nel raccogliersi degli edifici attorno al quadrilatero che ospita la cattedrale e le relative emergenze archeologiche. Il palazzo episicopale è accostato alla cattedrale.

Così un percorso museale, volto a rievocare non può evitare di incentrarsi sulle emergenze archeologiche visibili sotto la cattedrale, attraverso alcune lastre di cristallo posizionate come parte della pavimentazione della navata.
Il complesso archeologico è stato portato alla luce a partire dagli anni Cinquanta del secolo passato. Sotto la navata maggiore sono visibili i resti di una chiesa a aula unica di cui rimangono i muri perimetrali, la pavimentazione in cotto, un fonte battesimale posto nelle vicinanze dell’antico ingresso e ai due lati due banchine in laterizio. Altri scavi archeologici condotti nel 1994 hanno individuato diverse fasi di ampliamento della chiesa antica, che la mettono in relazione col primo insediamento benedettino. All’interno del piccolo emiciclo absidale della chiesa succeduta alla prima, restano la base dell’altare in pietra e, lungo la navata, diverse tipologie di sepolture. L’aula della cattedrale attuale presenta uno schema planimetrico a due navate divise da un colonnato.

La facciata della cattedrale, come appare oggi, al
centro dell’abitato.
La navata principale, delle due affiancate di cui si
compone l’aula divisa da un colonnato.
Particolare dell’abside della seconda chiesa edificata
sul sito, messa in luce dagli scavi più recenti.
Un’immagine storica: gli scavi degli anni ‘50 che
hanno portato alla luce i resti archeologici.

All’interno della abside maggiore si aprono tre semplici monofore, tradizionale simbolo delle Trinità negli edifici sacri medievali e al di sopra, nel catino absidale, si possono ammirare tre volti in pietra sbozzata con funzione rappresentativa dei tre santi contitolari della cattedrale: Pietro, Lorenzo e Colombano. In questa abside, in pietra a vista è compreso un pregevole altare barocco in marmo policromo, testimonianza delle varie trasformazioni subite dall’edificio nei corso dei secoli. L’abside minore, obliterata dall’imposta del campanile forse quattrocentesco, era in origine illuminata da due monofore affiancate con arco a tutto sesto. Sulle colonne vi sono pregevoli affreschi: di particolare importanza quello posto sulla terza colonna, che risale al XV secolo. L’immagine effigia, come riferisce la tradizione, san Colombano in atto di benedire secondo l’uso latino, con tre dita unite e sollevate ad indicare la Trinità
e due abbassate ad indicare la duplice natura di Cristo. Un altro importante affresco, raffigurante la presentazione di Gesù al tempio e risalente al 1500, è conservato sulla parete della navata minore.

Una sala, al piano alto del museo,
che ospita paramenti liturgici.
I muri della antica abbazia benedettina, primo
nucleo della città.
I resti archeologici sono osservabili nelle stanze del
pianoterra del museo ospitato dal Vescovado.
Le griglie consentono di osservare le strutture
antiche sottostanti.

Vi si riconoscono il sacerdote, al centro, con Maria e Giuseppe che offrono il Bambino Gesù su un vassoio, insieme a due colombi. A destra sono riconoscibili san Francesco e san Lorenzo. L’attiguo palazzo vescovile, abitato solo saltuariamente, ospita in alcune sale il museo. Il palazzo è stato eretto a partire dal 1133 sul sito dell’antica abbazia, e ha subito successivi rimaneggiamenti. Il più cospicuo tra il 1655 e il 1663. Al pianterreno si trova la sezione archeologica. Nelle tre stanze oggetto di scavo stratigrafico sono visibili, attraverso grigliati, le imponenti strutture pertinenti la prima abbazia. Ai piani superiori si trova la sezione dedicata alla storia della diocesi che include parte dell’antica dimora vescovile. Al primo piano sono esposte le preziose suppellettili in argento legate alla liturgia e al culto, nonché il “tesoro della Vergine”, raccolta di monili ex-voto in oro e argento. Al secondo piano si trovano libri liturgici, paramenti sacri, dipinti. Per i visitatori che desiderano approfondire la conoscenza della storia locale è a disposizione una biblioteca e una sala multimediale.

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