I MOSAICI PAOLINI

La forza dell’espressione artistica ha valore catechetico. Don Pietro Giola lo conosce bene, avendo insegnato per anni Storia dell’Arte nei Seminari, a oltre cinquemila studenti. Ora nella sua chiesa di San Michele Arcangelo nel quartiere Bosto a Varese, un edificio del ‘700 eretto dove sorgeva la cappella di un monastero di clausura cinquecentesco, ha realizzato due mosaici che danno nuovo lustro all’altare e al fonte battesimale. “Attraverso le immagini – riferisce Don Pietro, che ha preparato personalmente il disegno poi trasposto da AeL Croci su mosaico – ho cercato di comporre raffigurazioni evangeliche.Sul pallio il tema sviluppato è quello della vita cristiana: si vedono alcuni pesci in acqua, che rappresentano l’inizio della vita, quindi il pane, nutrimento perché la fede cresca e infine dei frutti, espressione della carità che il buon cristiano sa diffondere…
Per il battistero invece, avendo spostato in avanti la vasca ottagonale che era addossata alla parete, ho scelto di porre delle fonti di luce che raffigurino l’acqua che scende: da queste emergono due volti, dei quali uno in ombra sembra scomparire dietro Cristo, a sua volta visibile solo a metà.
In questo modo ho cercato di esprimere il concetto paolino del battesimo dal quale l’uomo nuovo emerge da quello vecchio e si plasma sull’esempio di Cristo.
Quest’ultimo è rappresentato incompleto, perché spetta al cristiano di compiere la piena trasformazione, attraverso il suo impegno. Sia il paliotto d’altare, sia lo sfondo del fonte sono composti da tessere di forme diverse e dai colori puri, disposte come pennellate di Van Gogh e ben visibili anche a distanza. I due luoghi liturgici così risaltano subito alla vista.”www.aelcroci.it
Mosaic stones & marbles

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