MINIMALISTA NELL’ANIMA


Ambienti senza pareti

Loft a Barcellona

Una giovane laureata in architettura è subentrata nelle aule di un vecchio liceo del quartiere gotico
per costruirvi la sua casa senza cambiare nulla dello spirito del luogo.

Scegliere un loft per vivere a Barcellona è di moda. Quei locali spaziosi, che in precedenza erano stati laboratori, fabbrichette o magazzini, sono stati spesso adottati da giovani professionisti che operano nel campo della decorazione, dell’architettura o dell’arte per farne abitazioni non convenzionali. Il “loft”, una realtà ereditata dalla New York degli Anni ‘60, non è altro che un grande spazio con una caratteristica peculiare: non era nato per essere
compartimentato ma per rimanere uno spazio libero dove collocare ben in vista i macchinari e gli strumenti per la produzione.

Ognuno di noi ha
un paio di ali.
Solo chi sogna
impara a volare.
Jim Morrison
Douglas "Jim" Morrison (Melbourne, 8 dicembre 1943- Parigi, 3 luglio 1971) è stato un cantante e poeta statunitense.
Leader carismatico e frontman del gruppo rock statunitense The Doors, fu uno dei più importanti esponenti della rivoluzione culturale del ’68, nonché uno dei più grandi cantanti rock della storia.
Definito il poeta del sesso e della morte, trasse ispirazione dalle opere dei poeti maledetti ed è ricordato come una delle figure di maggiore potere seduttivo della storia della musica rock.
Le sue opere e la sua vita sono state oggetto di un’ammirazione quasi religiosa da parte di numerosissimi fan in tutto il mondo.

Avevano soffitti alti, grandi vetrate per usufruire della luce esterna e strutture a vista per economizzare sulle finiture che non interessavano.

L’architetto Maria Carreño Villagomez ha trovato nel centro del quartiere più antico di Barcellona, il Barrio Gotico, questo spazio di circa 200 mq che una volta era l’aula di un ginnasio e a cui si arriva percorrendo un dedalo di vicoli, scalinate e terrazze. Il primo intervento è consistito nel togliere i vecchi servizi e nel rifare la copertura a terrazza
che si era fessurata per mancanza di manutenzione. La struttura dell’edificio era modulata sul numero 12: dodici travi portanti s’incrociavano con dodici travetti.

La ristrutturazione e l’arredamento hanno voluto conservare il più
possibile l’elementarità di questo spazio funzionale fatto di muri
portanti, grandi contrafforti e fitte travi imbiancate sul soffitto.

Volendo rispettare questa monumentale spazialità originaria, tutti i mobili sono stati messi lontani dalle pareti, costruendo con essi delle zone autonome dall’aria provvisoria (è un arredamento che si può spostare a piacere in ogni momento). In tal modo la continuità dello spazio risulta più forte della sua destinazione d’uso. Gli elementi dell’arredamento sono stati scelti conformi alle preesistenze, cioè ai muri portanti, ai contrafforti e alle grandi travi; così è stato pensato il soppalco che ospita la camera da letto: spartano e con grandi travoni decorativi.

La specificità di questo studio-abitazione è di non soggiacere in nessun
modo all’impulso decorativo o al desiderio di personalizzazione, ma di
essere minimalista nell’anima anziché nelle forme (e questo si sente molto).

A causa del soppalco, l’ingresso allo spazio comune viene ribassato da sei metri a due e mezzo, una compressione che contrasta piacevolmente con la luminosa spazialità che si presenta inoltrandosi nell’appartamento.
Il primo ambiente che si trova entrando è la cucina, eseguita su disegno della padrona di casa, con mobili in legno
iroko e piano in marmo mijas. Anche la zona notte ha mobili, come il letto, eseguiti su disegno, mentre la lampada è di
Alvaro Siza. Questa zona è separata dal bagno da un armadio guardaroba sempre in legno iroko.

 

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