Milano-New York

 

Tra le centinaia di biografie, Giorgio Vasari, nella sua monumentale opera dedicata alla vita degli artisti, cita un unico armaiolo: “Filippo Negroli da Milano, cesellatore di armature in ferro con foglie e figure”. Il Metropolitan Museum of Art di New York ha allestito la prima grande mostra dedicata alle armature rinascimentali modellate da Filippo Negroli, il più famoso armaiolo italiano del XVI secolo, e dai suoi contemporanei attivi a Milano, Mantova e Brescia. Sono presenti più di sessanta opere, inclusi i finimenti personali dell’Imperatore Carlo V, di Enrico II di Francia e del duca di Urbino. Queste armature da parata “all’antica”, cesellate con alti rilievi, e damaschinate in oro e argento, erano indossate da re e capitani del Rinascimento che desideravano proiettare un’aura di potere e virtù presentandosi come eroi e divinità romane. L’importanza dell’esposizione risulta ancora maggiore poiché mette in luce un aspetto della storia della città di Milano poco conosciuto e per nulla valorizzato. La presenza dell’industria delle armi è documentata in città fin dal 1066 circa. In seguito, verso la fine del XIII sec., la produzione milanese diventa la più richiesta d’Europa, capace di provvedere alla realizzazione di preziosi finimenti per i prìncipi d’Europa e capace contemporaneamente di fornire in breve tempo l’equipaggiamento per un’intera armata. La storia dell’industria delle armi milanese, seppur imprecisa perché non ancora scritta, sembra comunque caratterizzata dalla presenza di un gruppo di artigiani esperti e di piccoli laboratori gestiti da un ristretto numero di famiglie. Esse erano specializzate in armature di grande bellezza e qualità destinate ad una committenza ricca e nobile, disposta a pagare cifre altissime per avere pezzi spesso molto elaborati. Le armature del Negroli si distinguono all’interno di questa produzione per il loro disegno (per un verso originale e per l’altro classicista), per la composizione bilanciata e armoniosa, l’altezza e la definizione impressionante del rilievo repoussè, cioè realizzato a sbalzo, oltre alla precisione dei dettagli cesellati. Desiderosi di eguagliare gli Antichi, ispirandosi ad un presunto ideale classico, gli artisti rinascimentali consideravano le fonti letterarie e della Roma Antica, come rappresentative e fedeli, e ne ripresero dunque le forme delle armature in numerosissimi disegni, stampe e trattati. Filippo Negroli si ritirò dall’attività nel 1557 in un momento critico di cambiamento nello stile delle armature. Durante la seconda metà del Cinquecento, il rilievo tende a divenire più basso e morbido e le forme sono definite meno dal loro spessore e più dall’uso opulento dell’oro e dell’argento. Le armature all’antica cessarono infine di essere prodotte in epoca barocca, sebbene delle versioni in tessuto e in metallo leggero rimasero popolari per tornei, caroselli, balletti e altri spettacoli di corte.

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