Marzorati: Il clima e la città

Accolgo con favore la notizia del convegno e del corso sulla Costruzione energeticamente
autosufficiente e sostenibile che ha luogo a Bergamo: è un ulteriore segno di una mentalità che va cambiando.

Infatti il moltiplicarsi di iniziative volte a preparare tecnici qualificati nel campo della progettazione sostenibile implica una variazione sostanziale nella struttura del mercato edilizio: questo oggi si è decisamente diretto verso l’offerta di abitazioni sempre meglio rispondenti ai criteri di risparmio energetico, a tutto vantaggio della qualità della vita nei nuclei urbani.

Com’è noto, la casa costituisce la cellula base della città, come la famiglia è la cellula base della società.
Mentre si procede sulla strada della realizzazione di edifici abitativi sempre più  autosufficienti sul piano energetico, è tempo forse di chiedersi anche in che modo si possano ottenere non solo singoli edifici, ma interi nuclei urbani che siano energeticamente sostenibili.

Al proposito non mancano progetti futuristici anche di grande fascino quali quelli, da alcuni ipotizzati, di coprire interi abitati con enormi bolle, così da farne specie di “serre” al cui interno il clima sia perfettamente controllato.

In tal modo, grazie alla trasformazione di tutta una porzione di territorio, si solleverebbe
il singolo edificio dall’incombenza di confrontarsi con proprio clima interno.

Naturalmente questi progetti futuribili, e ormai tecnicamente fattibili, sono affascinanti
ma anche forieri di enormi problematiche: in che misura può l’uomo voler
incidere a livello macroscopico sul territorio o sul clima stesso?

Forse è bene rimanere entro criteri misurati: riscoprire regole di saggezza che un tempo erano figlie anche di quella necessità immediata che oggi la tecnologia a volte tende a farci dimenticare.

Quali quella di costruire con materiali locali e facilmente riciclabili, non con materiali importanti da zone lontane che non solo comportano grandi costi monetari, ma anche gravi dispendi energetici.

Perché il risparmio dell’energia coinvolge tutti i momenti della vita dell’edificio: dalla sua concezione al suo eventuale abbattimento una volta che il suo ciclo di vita sia stato compiuto.

Ecco dunque l’appello: che l’attenzione al risparmio energetico si riferisca alle nuove tecnologie ma anche al saggio uso delle tecniche note da secoli, e che si fondi su una solida base culturale che porti i singoli a comportamenti che nel loro complesso  garantiscano un risparmio generale per la società.

Ancora, momenti di incontro e confronto istituzionale non possono che favorire il diffondersi di questa cultura, nuova e antica assieme.

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