Tratto da: 99 Idee Casa N°65 |
Più luce meno spesa Lampade a risparmio energetico |
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Nella nostra epoca, in cui l’inquinamento dell’aria e l’effetto serra sembrano minacciare a breve termine la qualità della vita, è di fondamentale importanza adottare tutti quegli accorgimenti che permettono di limitare il più possibile il consumo di combustibili fossili e quindi l’emissione di gas in atmosfera: con le lampade a risparmio energetico si può dare un contributo significativo, senza sacrificare la qualità dell’illuminazione e anzi realizzando un consistente risparmio sulla bolletta elettrica. a cura di Roberto Summer architetto |
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Nelle tradizionali lampadine, dette a incandescenza, l’energia elettrica viene a riscaldare il filamento in tungsteno che diventa appunto incandescente ed emette luce, ma soprattutto calore (fino al 95%), e quindi solo una piccola parte dell’energia consumata è quella che illumina. Nelle lampade a risparmio energetico, invece, l’energia elettrica attiva i vapori di mercurio contenuti nell’ampolla: questi emettono raggi UV invisibili, che le polveri fluorescenti depositate sulle pareti interne trasformano in luce bianca; in tal modo quasi tutta l’energia viene convertita in luce, col risultato che una lampadina di tal genere di potenza 20 W dà la stessa luce di una a incandescenza da 100 W, ma con un risparmio di energia di ben l’80%! Questo si traduce non solo in un’economia familiare sui costi della bolletta, ma anche e soprattutto in una minore emissione nell’atmosfera di anidride carbonica e di ossidi di zolfo e di azoto (risultato della combustione che alimenta le centrali elettriche a petrolio, carbone o gas): si è calcolato che una lampada a risparmio energetico da 20 W nell’arco della sua vita riduce di ben 420 kg l’anidride carbonica nell’atmosfera (e fa risparmiare tutto considerato, ai costi attuali del Kilowattora, circa 65.000 lire). Se lo moltiplichiamo per una parte delle lampadine che abbiamo in casa e per una buona quota delle famiglie italiane, i risultati sarebbero notevolissimi. C’è poi da considerare che una lampadina a basso consumo dura da 6.000 a 15.000 ore, a seconda del tipo, contro le 1.000 di una a incandescenza: quindi il suo maggior costo iniziale (dalle 12.000 alle 50.000 lire, a seconda del tipo e della marca) viene rapidamente ammortizzato, sia considerando quanto si spenderebbe per comprare le normali lampadine sia risparmiando sulla bolletta. Fino a poco tempo fa, l’unica obiezione a queste lampadine era di natura estetica: la loro forma spesso non era ben armonizzabile a quella dei lampadari, oppure obbligava i progettisti a forme non sempre eleganti, e la loro emissione luminosa era considerata fredda, poco gradevole; ma oggi le lampadine a basso consumo hanno una luce molto simile a quella del giorno o anche più calda, sono spesso identiche esteticamente a quelle normali, oppure sono state miniaturizzate in modo tale da non costituire nessun vincolo per chi disegna le lampade più belle: le foto di queste pagine ne sono un chiaro esempio! 1. “Lxul” è un’elegante lampada da parete, design Asahara Sigeaki, con diffusore in vetro soffiato trasparente, trasparente acidato, ambra od opale acidati e supporto in pressofusione di alluminio grigio argento opaco inclinabile di 35° rispetto alla parete; monta lampadine a risparmio con attacco E 27. Lucitalia, L. 320.000 |
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1. Questa originale sospensione progettata da Maurizio Ferrari si chiama “Mentore” ed è realizzata in metalcrilato termoformato: l’elevata resa luminosa della lampadina a basso consumo da 36 (=200 W) o da 50 W (=300 W) con attacco 2G11 montata in verticale assicura la giusta illuminazione all’ambiente. Solzi Luce Le lampade a risparmio energetico da montare sui comuni apparecchi da illuminazione hanno il reattore incorporato per garantire la costanza dell’eccitazione elettrica dei gas e sono provviste di attacco normale: E 14 (il cosiddetto mignon) nelle potenze da 7 W (equivalenti a 40 W di una lampada a incandescenza) e 11 W (=60 W) con due tubi doppi illuminanti, E 27 (quello della maggior parte delle lampadine) con potenze da 7 e 11 W con due tubi, da 15 (=75 W), 20 (=100 W) e 23 (=120 W) con tre tubi e da 23 W con quattro tubi. Per tutte il colore della luce è quello delle lampade tradizionali o quello della luce bianca e per alcune c’è anche la luce bianchissima. (“Biax”, G E Lighting). La richiesta di lampadine a risparmio energetico molto simili o del tutto uguali a quelle tradizionali a incandescenza, per abbinare i vantaggi economici con quelli estetici, ha portato alla produzione di modelli a oliva con attacco mignon E 14, potenza 3 W (=15 W), o goccia, potenza 7 W (=25W), 11 (=40), 15 (=60) e 20 (=75 W) o a globo, potenza 15 W (=75) e 20 (=100) con attacco normale E 27, tutte dotate di reattore elettronico incorporato e con una luce molto gradevole all’occhio, in quanto simile a quelle delle lampade a incandescenza; ci sono poi anche i modelli con riflettore incorporato, adatti per faretti e sospensioni, potenze 11, 15 e 20 W. (“Dulux EL”, Osram). La famiglia delle lampadine con attacco a spillo (“pin”) che prevedono il reattore elettronico incorporato nell’apparecchio illuminante è quella tecnologicamente più avanzata nel settore del risparmio energetico, grazie anche a materiali innovativi: infatti l’assenza del reattore favorisce una vita più lunga (fino a 15.000 ore, circa 14 anni di uso normale), riduce i costi e lo spreco (il reattore non viene buttato con la lampadina), permette dimensioni più contenute e forme particolari degli apparecchi, lasciando maggiore libertà ai designer; ne esistono molti tipi, con potenze da 5 a 57 W e con diversi colori di luce. (Philips). |
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