Look

Il tavolino in argento sbalzato e la credenza di origini indiane si accompagnano a un pezzo storico del design italiano: la lampada “Pirellone’ di Fontana Arte.

Quella di Giuseppe Mascitelli è la dimora di un viaggiatore curioso e instancabile. “La categoria tempo è un concetto che mi affascina e mi angoscia” – ammette egli stesso – , al punto che tanto la sua casa protesa tra i viottoli di Piazzetta Borromeo nel centro storico di Milano, quanto gli ambienti racchiusi dal cubo nero, sede di Planet Alboran a Cologno Monzese (sede della sua impresa n.d.r.), sembrano sospesi nel tempo. Per entrambi è intervenuto lo stesso decoratore il quale, per quel che riguarda l’abitazione privata, sotto la guida di Vincenzo Palumbo, ha pensato a uno “segno” che percorresse trasversalmente i popoli e le culture di tutte le latitudini. Scopriamo così un’autentico stile etno – chic. Tinte calde e solari disegnano un’atmosfera esotica invitante che offre spazio anche ad alcuni pezzi storici del design italiano. Un insieme discreto che sa combinarsi senza stridore con l’angolo cucina in acciaio inox e con l’impianto home theater ultratecnologico.

Nelle immagini: in alto mobiletto/scrigno in legno verniciato con 12 cassettini. E’ prodotto in India per Libero Mondo, e fa parte del commercio equosolidale. Misura cm 23 x 17 x 31di h. E59,00. Visibile e acquistabile on line sul sito www.dbliving.com. In basso: poltrona “Silly”, Ready Made.

E’ nei pressi delle botteghe antiquarie di via S. Maurilio e via S. Marta, la “tana” di Paco Polenghi e Benedetta Stucchi. Il giovane antiquario l’ha arredata con mobili e oggetti non prevedibili caratterizzati da una forte personalità. Insieme alla sua compagna ha viaggiato per il mondo senza fretta, acquistando e reperendo quello che più lo emozionava.
È così che nel salone open-space, cuore della casa, troviamo la poltrona del Cameroun del 1930 a forma di elefante (accostata ad una lampada Gio Ponti), la sedia siriana con intarsi di madreperla accanto a un tavolino orientale in legno intagliato e scolpito. E poi una cassapanca del 1800, dipinta dall’antiquario stesso in stile afro-optical, fino
al tappeto di pelle di tigre del Bengala, e al soffitto una lanterna veneziana del ‘700. L’organicità d’insieme è il risultato di una filosofia di vita dove elementi apparentemente estranei si fondono per rispecchiasi, puntualmente, nell’arredamento.

Un’atmosfera tra l’esotico e il coloniale, dagli accostamenti quasi bizzarri.
Un mix di stili, epoche e provenienze frutto di una scelta istintiva ed emozionale.

Nelle immagini: Porta foto neo barocco. Cornice in legno intarsiato rivestito in foglia d’oro o d’argento. Disponibile in due formati: grande (30×33) d’argento e medio (14×19) d’oro. (Arti & Mestieri) E 95,00 visibili e acquistabili on line sul sito www.dbliving.com.
Poltrone e tavolo della collezione“Ubud”. (Bambù Design).

Accesa e vivace è l’ambientazione dello stazzu della pittrice inglese Pat Steel a S. Pantaleo. Piccolo e intimo, incuneato nel panorama scabro della Sardegna è vestito da tutte le tonalità del rosso, dal fucsia all’arancio, alle tonalità dell’oro, in un susseguirsi di fantasie che vestono pareti, mobili e imbottiti. Il gusto per la decorazione e per l’artigianato
locale è evidente in tutta la casa ed è legato al tentativo di creare un nido rassicurante e confortevole fuggendo la sensazione di solitudine e di abbandono della quale la pittrice confessa di aver sempre avuto timore. Un guscio amichevole dove la presenza tangibile del “genius loci” si contamina con altre tradizioni locali più vicine al Sud del mondo. Per Pat Steel l’idea dello stile etnico evoca quella del legame nostalgico e quasi inevitabile che molte persone
avvertono nei confronti delle proprie radici. È dunque naturale associare lo stazzu, sua attuale residenza, con la casa di un piccolo paesino della Cornovaglia dove la pittrice ha trascorso l’infanzia.

Nelle immagini: Una trapunta in seta color oro della collezione “Gli operati”
Piuminoe cuscini della linea “Ethnic Dekò”; (Tutto Daunenstep)

 

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