Look

Servizio di: Nausicaa Ferrini

Il giardino della villa dello scultore Arnaldo Pomodoro, “buen retiro” nella bassa Padana. La progettazione è stata eseguita da Ermanno Casasco.

E’ uno spazio della mente oltre che un luogo concreto. Il giardino è il risultato dell’addomesticamento della natura da parte dell’uomo, dal caos del “locus silvaticus” l’uomo ha creato un ambiente organizzato secondo ordine, con principi razionali. Ricco di significati simbolici, da un lato esprime la creatività dell’uomo, dall’altro è legato alla dimensione della fertilità e della crescita. Per i romani “Priapo” era il protettore di tutti i giardini e “Floralia” la loro festività.

E’ un luogo immaginario, mitico; i frutti, i colori, i giochi d’acqua, il verde smeraldo delle foglie rievocano il padre di tutti i giardini, l’Eden, paradiso di delizie per sempre perduto. Anche per questo, forse, nell’immaginario collettivo il giardino suscita desiderio e incanto oltre che un sentimento rigenerante di armonia e pace con la natura. Dai giardini pensili di Ninive e Babilonia a quelli del Rinascimento inseparabili dalla villa di cui facevano parte. Da questo tipo di giardino “all’italiana” di gran voga nel Seicento e caratterizzato da tracciato regolare, presero le mosse nel Settecento gli architetti (in primis Le Nôtre creatore dei giardini di Versailles) del giardino “alla francese” caratterizzato da grande superficie e da un tracciato simmetrico. Ampia diffusione ebbe anche il giardino all’inglese o naturale, con tracciato irregolare ad imitazione del paesaggio naturale. Nelle foto: rose (Antologia); seduta e tavolino per esterni (Unopiù).

Questa particolare immagine è tratta dal volume “Tropical Asian Style” edito da Periplus Editions, con fotografie di Luca Invernizzi Tettoni, e mostra l’esterno di una casa orientale indonesiana. Il muro è decorato con motivi simbolici religiosi ripresi da antichi templi. Le splendide fotografie del libro ci conducono nelle suggestive abitazioni situate sulla costa sud-est dell’Asia, da Chiang Mai a Bali, da Kuala Lumpur a Java. A queste si aggiungono gli indimenticabili paesaggi della Thailandia, della Malesia, di Singapore, dell’Indonesia. Un mondo lontano, un diverso modo di intendere e rapportarsi alla natura. L’Oriente e l’Occidente si oppongono nel comporre i paesaggi. Una certa sacralità caratterizza le abitazioni e gli esterni orientali. Mentre il giardino occidentale è monumentale e formale, quello orientale è progettato in miniatura, la mano dell’uomo è discreta non dominante.

Chi ha vissuto l’esperienza quasi mistica di meditazione in un giardino orientale racconta di un sentimento di pienezza e di elevazione spirituale. Le piante nella cultura orientale hanno anche una funzione propiziatoria. Così come la presenza di statue raffiguranti il Buddha allontana le influenze nefaste. Nelle foto: collezione “Ventura” (Gloster); collezione per esterni “Cambi/Ala”, (Emu).

Nella cultura orientale alcune piante, così come le statue raffiguranti
il Buddha, hanno il potere di allontanare gli influssi negativi.

Uno scorcio d’azzurro. E’ ciò che si nasconde dietro il tendaggio che come un sipario si apre e svela la presenza di una splendida piscina e di una villa nascosta nel verde di un antico giardino. Siamo nel centro storico di Pavia. Una location
straordinaria per contenere un giardino e una piscina di queste proporzioni. Su progetto dell’architetto Roberto Calisti e con l’esperienza dell’azienda Bauen di Abbiategrasso la piscina ha un largo bordo in prezioso marmo brasiliano color prugna. La superficie interna è in “Liner” color verde Caraibi. Quando scende la sera viene illuminata da faretti subacquei che creano un suggestivo effetto notte. Di grande raffinatezza è anche l’arredo: sdraio prendi-sole con cuscini bianchi e un grande gazebo. Nelle foto: fontana con cascata realizzata da Cascade, azienda specializzata nella realizzazione di vasche e fontane per interni ed esterni; copertura telescopica (A. di Arcobaleno).

Nel centro storico di Pavia, al riparo da occhi indiscreti, si cela questa piscina
realizzata dalla Bauen di Abbiategrasso su progetto dell’architetto Roberto Calisti.

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