Lo strumento dell’opera

I PARAMENTI SACRI

Abbiamo tutti i giorni qualche tessuto per le mani: i termini attinenti sono di uso comune. Ma l’arte del tessere e del ricamare a mano sono passate di moda, soverchiate dalle nuove tecnologie. Con questo glossario recuperiamo il significato dell’antica arte tessile.

A sinistra:Francesco Solivari
A destra:un antico telaio a mano conservato in valle Brembana.

Telaio. Il telaio è la macchina per tessere; essa lavora intrecciando tra loro i fili di trama e di ordito. Il telaio più antico è quello a mano: permetteva l’intreccio rapido dei grossolani fili allora in uso. Nel telaio a spalla i fili di ordito venivano tenuti da corde laterali, un estremo delle quali veniva annodato a un palo o a un albero mentre gli altri estremi erano uniti tra loro e giravano attorno alla vita del tessitore che in tal modo regolava la tensione dell’ordito e otteneva l’intreccio. Nel telaio orizzontale e verticale due bastoni erano fissati rigidamente a una struttura rettangolare piantata a terra. Il movimento dei fili d’ordito e il passaggio dei fili di trama per ottenere l’intreccio veniva effettuato a mano, talvolta con l’aiuto di una bacchetta. Il movimento di più bacchette (licci) che alzavano i fili d’ordito a piacere era comandato da un pedale e da un sistema di leve: questo consentiva la fattura di tessuti decorati. Agli inizi del 1700 si adottò un sistema di corde per comandare l’alzata dei licci. Nel 1725 Buochon introdusse un comando a rullo perforato di cartone per l’alzata dei licci. Nel 1800 Jacquard introdusse un dispositivo provvisto di piccoli arpioni ciascuno dei quali era collegato a un filo e comandato da un cartone perforato: sistema questo che ancor oggi è in uso, in versione perfezionata. Oggi si usano telai con incastellature metalliche completamente meccanizzati, automatici e soprattutto adatti a certi tipi di produzione: a tela, a disegno, ecc.
Tessuti.
Tela, semplice intreccio di fili di ordito con uno di trama.
Armatura. Sistema di intrecciare i fili di ordito con i fili di trama; è il tipo di legatura ciò che dà a ciascuna armatura il suo carattere particolare.
Raso. Armatura semplice caratterizzata da una superficie piana e lucida.
Taffetas.
Armatura semplice dalla quale derivano tutte le altre; i fili di ordito dispari si sollevano al passaggio delle trame dispari, i pari al passaggio delle trame pari, con sistema di battuta 1 su 1. La stessa viene denominata tela se i filati sono di lino, cotone, lana, ecc.
Il termine broccato viene spesso usato come sostantivo. Invece è un aggettivo. Si dice trama broccato quando in una armatura di fondo vengono introdotte una o più trame supplementari che intervengono in parti specifiche del disegno. La trama broccato non agisce in superficie, passa al rovescio dove rimane slegata.
Il lampasso è un tessuto operato nel quale il disegno è ottenuto per effetto di trame lanciate, legate da un ordito di legatura mentre l’ordito di fondo lega con la trama di fondo. Questo sistema permette di eseguire disegni molto complessi e tessuti di grande consistenza.
Lesiré.
Il disegno è ottenuto per effetto di slegatura della trama e di fondo.
Cannelé, o cannellato.
Grossa armatura a coste trasversali piuttosto marcate; alcune volte si inseriva una trama di filo diverso e in questo caso il tessuto veniva denominato “di Tours”.
Velluto.
Una famiglia di tessuti caratterizzati da una superficie pelosa. Sono composti da due orditi, uno che forma il fondo e uno, detto “di pelo” per la superficie superiore. Si tesse inserendo ogni due o tre passaggi di trama un’asta metallica, il “ferro da velluto” che slega l’ordito del pelo. Si può ottenere: velluto riccio, nel quale la parte superiore è formata da piccoli anelli e il ferro impiegato viene sfilato lateralmente dopo che l’ordito di pelo è stato legato all’armatura; velluto tagliato o operato, quando la superficie del tessuto è coperta da ciuffi tagliati tutti a uguale altezza che si levano in verticale dall’armatura di fondo. Il ferro usato in questo caso presenta una scanalatura in tutta la sua lunghezza, nella quale viene fatta passare una trama (dopo aver fissato all’armatura di fondo l’ordito di pelo) che taglierà i fili e libererà il ferro.
Tapa.
Stoffa ottenuta dalla corteccia degli alberi e usata per capi di abbigliamento, coperte, ecc. Il tapa viene lavorato soprattutto nelle zone in cui esiste una vegetazione folta e florida; la corteccia viene raschiata per eliminare le parti rigide, poi viene messa a macerare in acqua, battuta a lungo fino a renderla morbida, sottile e flessibile. Si presenta con tanti filamenti sottili e molto compatti, tanto da sembrare una trama e ordito di tessuto; ha un colore bruno pallido, può essere sbiancato con vari bagni e dipinto con il sistema “batik”, una tecnica di pittura decorativa tessile (a goccia di cera) usata nelle zone asiatiche. La lavorazione a mano consisteva nel far colare, con un bastone di bambù o un serbatoio di rame, alcune gocce di cera su un disegno già tracciato.

Francesco Solivari (II – continua)

 

 

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